In Cile c'è un club (che ha vinto 5 titoli) fondato dagli esuli palestinesi: la storia del Palestino

Su TMW la storia del CD Palestino, il club cileno fondato dagli esuli palestinesi.
C’era una volta, a oltre 15.000 chilometri dalla Palestina, una squadra di calcio nata non solo per vincere, ma per ricordare. Per resistere. Per gridare al mondo, con ogni passaggio e ogni gol, che un popolo esiste ancora, nonostante tutto. Siamo in Cile, all’inizio del secolo scorso. In una terra lontana, bagnata dall’Oceano Pacifico, un gruppo di esuli palestinesi - cristiani, sfuggiti ai conflitti che già allora dilaniavano il loro Paese - trova rifugio, lavoro, speranza. E in un giorno del 1920, decide di fondare un club. Ma non un club qualunque: il Club Deportivo Palestino, un legame vivente tra le proprie radici e il futuro.
"Fu un gesto d’amore e di orgoglio", racconta in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com Nicolás Abusada Tobar, direttore del club con sede a Santiago che oggi milita nella Primera División del campionato cileno. "Volevamo mantenere viva la nostra identità e dare voce a chi non l’aveva più. Il CD Palestino non è solo una squadra: è la storia di un popolo raccontata su un campo da calcio". Col tempo, quella maglia biancoverde-rossa ha iniziato a parlare infatti anche a chi non conosceva la Palestina. Ha raccontato dolore, esilio, resistenza. Ha unito sport e memoria. E oggi, nel pieno della tragedia che si consuma a Gaza, quella voce si alza ancora una volta: chiara, determinata, potente.
"Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, la Palestina faceva ancora parte dell’Impero Ottomano", spiega Abusada. "Ma quello fu solo l'inizio di un lungo periodo di conflitti e spoliazioni per il nostro popolo". Fu in quel contesto che molte famiglie palestinesi scelsero la via dell’esilio. Partirono alla ricerca di pace, dignità, opportunità. Tutto questo lo trovarono in Cile, che divenne uno dei principali approdi della diaspora palestinese nel mondo. "Lì, a migliaia di chilometri da casa, nacque il Club Deportivo Palestino", continua Abusada. "Un gruppo di cileni di origine palestinese decise di fondare una squadra che potesse custodire le nostre radici e, allo stesso tempo, rappresentare con fierezza la nostra identità".
Ma quella squadra, nel corso del tempo, è diventata molto più di un club. È diventata un simbolo. Una bandiera. Una voce che attraversa le frontiere. "Durante tutto il XX secolo, mentre la nostra comunità cresceva in Cile, i tragici eventi che colpivano Gaza e i territori occupati rafforzavano il legame tra noi e la Palestina", dice. "Oggi, quel legame è indissolubile. Vive in ogni cosa che facciamo: nei dirigenti, nei tifosi, nella comunicazione, nelle iniziative di solidarietà. Ogni partita è anche un messaggio, un atto di empatia verso un popolo che continua a soffrire e a subire ingiustizie".
E in questi giorni, mentre il mondo assiste sgomento a ciò che accade nella Striscia di Gaza, quella voce si fa sentire ancora più forte dai campi di calcio del Cile. "Quello che sta accadendo a Gaza è un genocidio, lo dicono anche gli esperti delle Nazioni Unite", afferma Abusada con fermezza. "Per noi, cileni di origine palestinese, l’impegno è più vivo che mai. Dare visibilità alla causa palestinese nel mondo è ciò che ci muove. È per questo che il Club Palestino è così riconosciuto: perché spesso è la voce del popolo palestinese all’interno di un campo da calcio".
Leggi qui l'intervista completa di TMW a Nicolás Abusada Tobar
