Modena, otto anni fa lo sfratto dal Braglia e poi il fallimento. Oggi il primo posto in B

Come sono cambiate le cose in otto anni. Da quell'ottobre 2017, che segnò una delle vicende più buie della lunga storia del Modena, segnate da un’estate di passione e da una lenta agonia culminata con il fallimento decretato dal Tribunale di Modena il 28 novembre 2017. Sembrava la fine di tutto, la pagina più nera di una storia ultracentenaria.
In quei mesi il club, travolto dai debiti e da una gestione allo sbando, visse il suo punto più basso. Dopo la revoca della concessione per l’utilizzo del “Braglia” nell’agosto di quell’anno, la squadra fu costretta a disputare le prime partite “casalinghe” a Forlì, tra mille difficoltà. Poi arrivarono le sconfitte a tavolino con Mestre, Albinoleffe e Padova, e infine lo sciopero dei giocatori per gli stipendi non pagati. Il rinvio della trasferta di Fano e il quarto 0-3 inflitto dal giudice sportivo dopo la mancata presentazione a Santarcangelo segnarono la fine: dopo 105 anni di storia, il Modena cessava di esistere.
Otto anni dopo, lo scenario è completamente diverso. I canarini sono rinati, hanno ricostruito passo dopo passo un progetto solido, tornato a far sognare i tifosi. Il nuovo corso, partito dal basso e cresciuto con equilibrio e visione, ha restituito orgoglio e dignità a una piazza storica del calcio italiano.
Dalla ripartenza in Serie D fino alle recenti stagioni in crescita, il percorso del Modena è stato un esempio di rinascita sportiva e gestionale. Dalla cavalcata in Serie C firmata da Attilio Tesser, che ha riportato entusiasmo e risultati, fino all’attuale stagione, dove la squadra di Andrea Sottil è protagonista assoluta in Serie B, con cinque vittorie e due pareggi nelle prime sette giornate.
Oggi i canarini guardano tutti dall’alto, primi in classifica, con la consapevolezza di chi ha conosciuto il baratro e ha saputo risalire. Dal fallimento alla vetta della B: in otto anni, il Modena ha riscritto la propria storia.
