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Dalla filosofia zen alla Serie B: Possanzini si prende il Mantova e le luci della ribalta

Dalla filosofia zen alla Serie B: Possanzini si prende il Mantova e le luci della ribalta TUTTO mercato WEB
domenica 7 aprile 2024, 20:49Serie C
di Claudia Marrone

"Non avrei mai voluto fare l'allenatore, da calciatore certe cose non puoi comprenderle. Ma mi sono trovato a farlo, il tecnico. A un certo punto la curiosità ha preso il sopravvento. Quando giocavo io il modo di allenare era quasi imposto, mi chiedevano cose che poi nella realtà erano difficili da mettere in pratica sul campo. E mi facevo delle domande. Le risposte ho cominciato a darmele quando ho smesso di giocare. Ho studiato, ho osservato da vicino, ho riflettuto su come rendere più agevoli certi concetti, mi sono aggiornato. Da lì ho trasformato la smisurata passione che ho per il calcio in qualcosa di ancor più totalizzante": mai scelta fu più azzeccata. Perché Davide Possanzini, che ha riportato il Mantova in Serie B dopo 14 anni, è un predestinato, uno di quelli nati per allenare.

Dopo una ventennale carriera da calciatore, inizia il suo percorso in panchina nell'estate del 2013 come tecnico degli Allievi Nazionali Professionisti B del Brescia, passando poi alla Primavera, lasciata per seguire l'amico Roberto De Zerbi al Foggia; un'avventura, quella con l'attuale tecnico del Brighton, durata circa sette anni, e terminata con l'esperienza allo Shakhtar Donetsk, nel bel mezzo del conflitto tra Ucraina e Russia. Da li la scelta di tornare al Brescia, nuovamente alla Primavera, ma con l'onere, nel febbraio 2023, di guidare la prima squadra a posto di Clotet: esperienza durata poco più di 10 giorni. Poi la chiamata del Mantova, in Serie D, e la decisione di sposare un progetto che deve ripartire da zero: uno zero che diventa uno, per così dire, visto che la formazione virgiliana viene riammessa in Serie C. Per scrivere la storia che ha portato al ritorno in serie cadetta. "Ho accettato l’incarico senza conoscere la categoria, non mi interessava. Mi è piaciuto poter scegliere giocatori con le caratteristiche che volevo, così è nato un gruppo nuovo e ripulito, con soli tre confermati", aveva dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

Appassionato di libri, filosofia zen e umanesimo i temi preferiti, opta maggiormente per il 4-3-3 senza demonizzare la costruzione dal basso, che non adotta per essere definito un esteta del calcio ma perché muovendo la palla dietro, e di conseguenza accorciando gli spazi, si può sempre essere in pressione e sfruttare gli spazi lasciati dagli avversari quando vengono a prenderti: Burrai vicino al portiere sulle rimesse dal fondo ne è l'emblema.

Ora è il tempo della festa, poi si guarderà al futuro. Ma anche su questo, nell'intervista alla rosa, Possanzini è stato chiaro: "Il mio futuro? Sarà qua. Ho preso un impegno e dal nulla è nata questa creatura. Più avanti chissà, aver lavorato all’estero è stato bellissimo e non escludo di tornarci". Certo, diversi club hanno drizzato le antenne...

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