Rimini, D'Alesio: "Testa al campo: tra 2-3 gare, ce la giocheremo ad armi pari con tutte"

Un momento non facile quello che sta vivendo il Rimini, che dopo il deferimento di ieri ha ricevuto anche un altro punto di penalizzazione che porta a -12 il gap che la squadra di mister Filippo D'Alesio dovrà colmare. Un gap che a onor vero è stato dimezzato, e che diviene comunque un punto di partenza perché la squadra non ha assolutamente voglia di mollare.
"Il deferimento ha per poco tempo spostato il focus dalle cose su cui lavoriamo giornalmente - ha raccontato il tecnico in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com - abbiamo parlato e ricordato a noi stessi che la classifica è bugiarda, avremmo 7 punti come il Livorno. Questo è un aspetto da tener presente, come da tener presente è il fatto che stiamo crescendo giornalmente e facendo sempre meglio: siamo partiti in ritardo, la conoscenza è stata tardiva, la condizione fisica non era al massimo, ma i ragazzi sono ora tutti sullo stesso livello dentro un'identità tattica precisa. Siamo all'80%, situazione che ci deve dare la spinta per fare ancora meglio. E se da fuori dovessero arrivare brutto notizie, significa che andremo ancora oltre per dare ancora di più".
Del resto, la recente storia della Lucchese insegna che raggiungere intanto i playout, anche da penalizzati, è possibile...
"Sì, anche se la situazione era diversa perché lo scorso anno la Lucchese si è trovato in difficoltà dopo il girone di andata, quando era già coesa e compatta e aveva fatto determinati punti. Noi ci siamo ritrovati in una situazione di criticità da subito, la paura iniziale era quella di non essere ancora una squadra completa, ma siamo invece diventati subito squadra affrettando tutti i tempi".
Non è però semplice tenere sempre la testa concentrata sul campo. Quanto cambia il suo lavoro giornaliero?
"La squadra è matura e disponibile, per me questa è una dose di autostima. Ho accettato l'incarico perché sentivo dentro che potevo essere incisivo su una squadra come primo allenatore, il caso ha voluto che la situazione fosse questa...vuol dire che crescerò più in fretta, che avrò prima certe consapevolezze. Anche per il raggiungimento di obiettivi personali. Ma con il massimo dell'umiltà".
Il rischio di bruciarsi, se le cose non dovessero andare, è però molto alto. Il calcio non sempre perdona.
"Sì, il rischio c'è, ma ci sono anche tanti aspetti positivi che si possono amplificare. Il lavoro, il coraggio e la presa di responsabilità per vivere al meglio questa situazione servono per crescere. La paura, in generale, o ti blocca o ti fa alzare le antenne, per me è stata questa seconda possibilità".
Cosa si aspetta nel breve termine?
"Mi aspetto solo che si arrivi al 100% delle nostre possibilità. Si deve tener botta altre 2-3 gare e poi ce la giocheremo ad armi pari con tutti. È solo questo ciò a cui noi dobbiamo pensare per il bene di Rimini, per i ragazzi, lo staff e tutte le figure di supporto come il nostro team manager e il nostro magazziniere".
