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Simone Inzaghi un anno fa rischiava il posto e ora l'Inter vuole blindarlo. Allegri, che succede? Pioli al capolinea, mentre De Rossi e Calzona dipendono dalla Champions

Simone Inzaghi un anno fa rischiava il posto e ora l'Inter vuole blindarlo. Allegri, che succede? Pioli al capolinea, mentre De Rossi e Calzona dipendono dalla ChampionsTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 2 marzo 2024, 08:05Editoriale
di Andrea Losapio

A metà aprile dell'anno scorso Simone Inzaghi rischiava di essere fucilato, figuratamente, sulla pubblica piazza. I cecchini avevano già preso il posto, ma non la mira. Mancava solo una cosa per avere la canna, fredda, verso il proprio corpo: l'uscita in Champions League ai quarti di finale contro il Benfica. Questo perché le sconfitte in Serie A erano addirittura cinque in sette partite, da Bologna-Inter 1-0 a Inter-Monza 0-1. Solo una vittoria, contro il Lecce, e un pareggio, contro la Salernitana. Poi anche Spezia, Fiorentina e Juventus avevano minato la posizione in classifica dei nerazzurri, arrivati alla fine con ben dodici sconfitte, più del 30 per cento in stagione. Un'enormità, pensando che ora l'Inter di partite ne ha persa solo una in Serie A, contro il sorprendente (in senso negativo) Sassuolo di Alessio Dionisi. Poi è diventata un rullo compressore che è passata sopra a tutte le avversarie, l'ultima è stata l'Atalanta, in ordine di tempo, con un 4-0 che permette poche repliche.

Ecco, Simone Inzaghi rischia di diventare l'intoccabile dell'Inter. Un contratto in scadenza nel 2025 dopo il prolungamento dello scorso settembre, quando qualcuno lo accostava a un esonero senza trofei. Normale pensare a una continuazione del matrimonio, d'altro canto Inzaghi è stato alla Lazio per anni e solamente una forzatura con il presidente Lotito ha fatto sì che si liberasse. All'Inter può vincere trofei, competere per la Champions League (il secondo posto dello scorso anno è probabilmente fautore di un cambiamento di personalità e mentalità), dare spettacolo. Ed è attualmente il punto di riferimento del nostro calcio. Cosa chiedere di più? Poi nel 2025 ci sarà il Mondiale per Club: sarà l'ultimo appuntamento di Inzaghi, richiesto da tutti i grandi club, oppure rilancerà ulteriormente?

Chi difficilmente rilancerà - e rinuncerà allo stipendio - è Massimiliano Allegri. Ha ancora un anno di contratto, ma la Juventus l'anno scorso si svuoterà di molti ingaggi ingombranti. Quello di Alex Sandro è il simbolo, ma Pogba significa liberare risorse e impiegarle diversamente. Forse con un nuovo allenatore? Allegri ha un futuro particolarmente incerto (con outlook negativo nonostante l'ultimo anno di contratto) e ha la possibilità di giocarsi la Coppa Italia per alzare un trofeo nel suo secondo avvento in bianconero. Non migliore del primo, questo è ovvio, a parte economicamente con un quadriennale da otto milioni all'anno. Non male.

Pioli invece è stato praticamente esautorato dalle parole di Gerry Cardinale da Londra. Ibrahimovic di fatto è il tutto fare, un manager all'inglese. Ecco, forse non fa (ancora) la formazione, ma per il resto è la persona di fiducia del proprietario del Milan. Insomma, sembra quasi che la panacea di tutti i mali sia Pioli, dopo che l'anno scorso è stato difeso proprio da Cardinale. Che fosse una mossa per allontanare Maldini nel momento in cui era arrivato il quinto posto - senza la penalizzazione della Juventus sarebbe stata fuori dalla Champions - e ben sapendo che Pioli non ha tutti i favori della piazza? Certo è che se il Milan di quest'anno, con Maldini, fosse arrivato terzo con un altro allenatore, ecco che alcune mosse non sarebbero potute andare in porto, proprio per la questione temperatura. Anormalmente tiepidissima con Pioli (che uno Scudetto l'ha vinto, dopotutto) e calda, come è normale, con Maldini. L'unico modo per cambiare la rotta è vincere qualcosa: inutile dire che l'Europa League, per un club che non l'ha mai vinta, sia un obiettivo.

Invece De Rossi e Calzona dipendono dalle rispettive campagne europee. Ma soprattutto dall'entrata in Champions League. A Roma si vive un clima da spending review (anche in altri ambiti come amministrazione e stampa, non solo per i giocatori), al Napoli no, ma tutti quanti sono in bilico. In caso di quarto posto ne resterà soltanto uno. Forse...

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