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Maifredi: "Chiesa è il Ronaldo italiano. Bernardeschi deve giocare alla De Bruyne"

ESCLUSIVA TMW - Maifredi: "Chiesa è il Ronaldo italiano. Bernardeschi deve giocare alla De Bruyne"
venerdì 1 ottobre 2021, 12:47Serie A
di Lorenzo Marucci

Lunga e interessante chiacchierata con Gigi Maifredi sulla Juventus, sul derby e altri temi anche di mercato (Vlahovic). L'ex tecnico bianconero racconta le sue sensazioni sulla squadra di Allegri: "La vittoria col Chelsea - dice a Tuttomercatoweb.com - rappresenta un bel tonico però nel contempo deve far fare un ragionamento: se la squadra avversaria ha avuto il 60%-70% di possesso palla significa che sei tornata al contropiede e non è il cliché che voleva darsi la Juve. Però sono analisi che adesso puoi fare con tranquillità e con il sorriso".

Che cosa ha fatto capire la partita col Chelsea?
Allegri ha compreso che la squadra non può prescindere da Chiesa, che è di livello superiore. E non può fare nemmeno un minuto di panchina. Se lo vuoi punire devi fare in un altro modo. E poi ha avuto indicazioni precise: Chiesa non può fare il tornante ma deve stare vicino alla porta, può far gol. Ripeto, la partita dell'altra sera è stata illuminante".

Chiesa attaccante dunque?
"Chiesa è il Ronaldo italiano, non puoi chiedergli di fare un certo lavoro tattico perchè non è preparato ma è una forza della natura e come tale va impiegato. L'importante che sia nei pressi della porta. Il gol che ha fatto col Chelsea è nella caratteristiche di pochi attaccanti, ha incrociato e colpito col sinistro: sono cose che fanno parte di un bagaglio tecnico incredibile e la Juve deve sfruttarlo".

Le sensazioni sul derby?
"Il Torino è ridiventato il Toro, una squadra che lotta ovunque, anche nello spogliatoio. Piace ai tifosi del Toro però la Juve è di un'altra categoria e ha giocatori che possono cambiare la partita. A questo proposito voglio dire che ho sempre sostenuto che Bernardeschi possa essere il De Bruyne italiano. Col Chelsea ha regalato anche l'assist".

Due parole anche sulle difficoltà del Bologna: se le aspettava?
"Sì, me le aspettavo perché si è accontentato di arrivare decimo: in società è maturato un modo di pensare che è figlio del decimo posto ma il popolo bolognese ha vinto scudetti e essere lì stabilmente in quella posizione non va bene. Saputo vive buona parte dell'anno lontano da Bologna e forse gli va bene che la squadra non abbia problemi di retrocessione e qualche volta si guadagni qualche attenzione, altrimenti se sono uno dei più ricchi al mondo non mi accontento di una squadra che arrivi decima".

Una domanda anche di mercato: le sue impressioni sul caso Vlahovic.
"Essendo amico di tanti che tifano Fiorentina mi sento anch'io un po' fiorentino e vorrei restasse in viola e fosse determinante per un miglioramento. Commisso vuol fare le cose sul serio, vuol lottare per le coppe e Vlahovic deve restare".

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