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Il Como vuole diventare la nuova Atalanta. Con un percorso molto diverso

Il Como vuole diventare la nuova Atalanta. Con un percorso molto diversoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:00Serie A
di Ivan Cardia

È derby lombardo, magari non il più sentito. Ma è anche sfida tra due storiche provinciali, nel senso migliore del termine, che sognano in grande. Anzi, no, decisamente no: una è già una big, da diversi anni, anche a livello internazionale. L’altra aspira a diventarlo: modello Atalanta, per il Como. Ma solo a livello sportivo: il percorso per arrivare allo stesso punto è decisamente diverso.

Modello Atalanta, negli anni, è una parola abusata. Nessun altro è riuscito a ricreare l’incredibile alchimia della società di Percassi e della squadra di Gasperini (oggi di Ivan Juric). Il vivaio di Zingonia è sempre stato un gioiello, la solidità della proprietà mai in discussione: con l’arrivo del tecnico di Grugliascio in panchina ormai quasi dieci anni fa, la miscela è divenuta esplosiva. Italiani, giovani e forti: ecco i talenti su cui la Dea ha costruito il proprio exploit, dai successi in campionato fino alla conquista dell’Europa League. Senza mai fare il passo più lungo della gamba: ogni anno, a inizio campionato, dai Percassi non sentirete mai altro obiettivo che la salvezza. E poi si va regolarmente a disputare le coppe, molto spesso la Champions League. Perché ormai le fondamenta sono quelle, abbastanza solide da garantire qualsiasi volo.

A Como un modello Atalanta sarebbe credibile solo fino a un certo punto. Perché i lariani hanno per distacco la proprietà più ricca della Serie A: se da un alto i fratelli Hartono non hanno mai avuto intenzione di spendere e spandere, ma di investire in maniera mirata, allo stesso tempo sul mercato il club del Lago è stato protagonista come pochi altri. Di sicuro non come l’Atalanta del 2016 o giù di lì. L’esempio resta, un vivaio che generi campioni è il grande traguardo a cui il Como ambisce: serve del tempo, però. Nel frattempo, rastrella il meglio di quello che alle big d’Europa sembra di troppo, almeno per un po’. Gioielli forse un po’ troppo grezzi per il palato di Real Madrid e compagni, almeno fin quando non si accorgono di quanto possano tornare utili. E un talento i lariani se lo sono messi anche in panchina, quel Cesc Fabregas (oggi squalificato) decisamente più acerbo di Gasperini nel momento in cui è arrivato a Bergamo. È una strada molto diversa da quella immaginata e poi impegnata dalla Dea, ma che nei programmi del Como dovrebbe portare allo stesso approdo. Quella di stasera è anche una sfida tra filosofie diverse, che sognano allo stesso modo.

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