Koulibaly: "Non ho rimorsi per la carriera, soddisfatto per l'Arabia. All'estero percezione sbagliata"

Kalidou Koulibaly, difensore dell'Al-Hilal e della nazionale senegalese, parla della sua esperienza in Arabia alla Gazzetta dello Sport: "Quando sono venuto in Arabia Saudita, ho pensato soprattutto alla possibilità di investire per regalare al Senegal e all’Africa qualcosa di ciò che ho ricevuto. L’Academy è stata il desiderio di sempre mio e di mio fratello Amadou, era un anno e mezzo che volevamo questo momento".
E ora con orgoglio guardate avanti.
"Speriamo di poter rappresentare la locomotiva del futuro. Abbiamo visto tremila ragazzi, siamo stati in 18 città, arrivando sino in Gambia. Ne abbiamo scelti sedici, ora cerchiamo tre portieri. All’inaugurazione, dove è intervenuto il vicepresidente della Federazione che ci sta vicina, i genitori dei fanciulli erano commossi. Noi offriamo alloggi, vestiti, le lezioni a scuola, controlli medici e in cambio chiediamo solo rispetto tra di loro e con noi. È un progetto senza limiti sociali e sportivi. Questa è terra di giovani che vogliamo diventino uomini con la U maiuscola. Dei piccoli leoni, perché Mbarody questo vuol dire in Wolof".
Koulibaly, non pensa di aver lasciato troppo presto l’Europa.
"Non ho rimorsi per la mia carriera e sono soddisfatto di essere venuto in Arabia Saudita. All’estero c’è una percezione sbagliata su questo calcio. Al Mondiale per Club, abbiamo fatto bella figura e Inzaghi m’è parso contento delle nostre prestazioni".
È tornato Albiol, in Italia.
"Mi ha reso il calciatore che sono e non smetterò mai di dirgli grazie, di volergli bene. Un professionista esemplare".
