Sassuolo, Carnevali: "Dobbiamo rimanere in Serie A. Ci servono ancora 4-5 acquisti"

Il Sassuolo ormai conta i giorni che lo separano dal suo ritorno in Serie A. Soprattutto Giovanni Carnevali, amministratore delegato del club neroverde, che ha raccontato l'emozione di ritrovare il massimo campionato dopo un anno di Serie B in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.
Un anno dopo la retrocessione, che sensazione è tornare in Serie A?
"È una grandissima gioia innanzitutto ritornare in Serie A, per fortuna dopo un anno solo, e per noi farlo è un grande successo. Adesso l'obiettivo è quello di rimanerci. Sarà la giornata più difficile, perché incontreremo la squadra che forse è la più organizzata e non soltanto campione d'Italia. Però abbiamo ancora dei giorni e del tempo per lavorare e cercare di sistemare un po' quello che è il discorso squadra. Ma la consapevolezza e la volontà è quella di fare qualcosa di importante".
Dopo la retrocessione e 10 anni di Serie A, le è mai venuto in mente di lasciare e ripartire da un'altra avventura? Oppure era più forte la voglia di dimostrare che questo club doveva ripartire con gli stessi uomini in Serie A?
"Io credo che la nostra forza sia stata quella di metterci al lavoro lasciandoci alle spalle quello che era successo, cercando di lavorare per quello che dovevamo ricostruire e da dove ripartire. Per cui ci siamo messi tutti quanti, parte sportiva e anche con chi lavora nel quotidiano in tutta la società, con l'obiettivo di ritornare al più presto in Serie A. Senza pensare a cosa abbiamo fatto, agli errori, tanto conta poco. Da parte nostra il desiderio e la volontà di ripartire, sapendo che abbiamo una grande proprietà come la famiglia Squinzi e questo ci dà sicuramente un grande aiuto e appoggio. Poi dopo dobbiamo essere bravi noi, la parte sportiva, e lo siamo stati. Anche mister Grosso. Tutti quanti, di avere questo pensiero unico e questo obiettivo".
Cosa si aspetta da Fabio Grosso in Serie A? L'anno scorso in B avete fatto un campionato a parte.
"Io penso che mister Grosso sia stato una pedina importantissima, se non fondamentale per quanto successo la scorsa stagione. Ma in Serie B avevamo una squadra forte, anche se si sa che vincere o cercare di vincere un campionato così complicato e difficile come la Serie B non è facile. Ci sono tante componenti. Ci metto il tecnico al primo posto, i giocatori e tutti quelli che riguardano il gruppo società. Non soltanto la squadra ma chi lavora all'interno. Di una società che fa della sua forza la programmazione, riuscendo a capire cosa fare nel prossimo periodo futuro. Da Grosso ci aspettiamo una sua conferma: con lui c'è un ottimo feeling, la sensazione che sia un allenatore speciale e che ha idee. Credo che aldilà del Sassuolo potrà ambire a grandi club nel suo futuro".
È il tredicesimo anno di Domenico Berardi con il Sassuolo. A che punto siamo con il rinnovo?
"Siamo vicini perché stiamo parlando. Anche oggi abbiamo parlato con i suoi procuratori, per cui penso che nei prossimi giorni ci sentiremo con lui ma come sempre c'è un rapporto talmente speciale che ci vorrà davvero poco. Non c'è mai stato motivo di discussione, sotto nessun tipo di aspetto. Da parte nostra avere Berardi nel club per tutti questi anni è un motivo di orgoglio. Ma credo che da parte sua aver fatto questa scelta di stare con noi e di prolungare ancora il contratto, che ha con noi fino al 2027. Vorremmo prolungarlo ancora. Questo dimostra la fiducia da parte di entrambi".
Gattuso dovrebbe pensarci a Berardi. Al netto degli infortuni, però tra gol e assist in Serie A in questi anni...
"Ma sai, i numeri dicono questo: come esterno è uno dei migliori del nostro campionato e non solo. Purtroppo ha avuto un infortunio, ma ha recuperato perfettamente e penso che sia una cosa abbastanza normale che Gattuso possa pensare a Domenico Berardi".
È più arrabbiato o deluso per l'epilogo Laurienté con il Sunderland? Ci sarà un'altra uscita?
"No, non sono né arrabbiato né deluso. Perché nel momento in cui dobbiamo cedere un giocatore non siamo mai felici, aldilà che le operazioni vengano fatte con delle quotazioni importanti e una società come il Sassuolo. È vero, Laurienté è stato capocannoniere della Serie B, ma ha fatto anche un campionato di cadetteria. Per cui fare una cessione da 20 milioni è un'operazione di un certo peso. Allo stesso tempo siamo anche contenti di avere Laurienté con noi perché credo che avere oggi un attacco con Berardi-Pinamonti-Laurienté è un attacco importante. Dobbiamo essere felici di questo".
Pinamonti non è stato riscattato dal Genoa. Ha delle potenzialità importanti, in Serie A fa sempre 10-12 gol. È un punto di forza o se arriverà un'offerta ne parlerete?
"Io credo che in tutte le società di questo mondo non ci sia un'offerta che non venga valutata. Non c'è mai un motivo per dire subito 'no, non se ne parla'. Per cui c'è l'aspetto economico. Una cosa molto importante sono i tempi, perché devi vedere cosa ti viene proposto sul mercato. Non oltre il 20 di agosto? Io penso che vada valutato, di ruolo in ruolo. Oggi acquistare un giocatore non è semplice perché c'è la trattativa con la società e soprattutto con il procuratore, che è diventata molto più difficile. Oggi prendono molto più peso, questo non è un bene per noi. Ma tornando a Pinamonti, noi forse abbiamo fatto l'investimento più alto nella storia del Sassuolo. Se è stato fatto è perché credevamo di avere un giocatore dalle grandissime qualità. Lo crediamo ancora, penso sia un giocatore che possa ambire alla Nazionale. Ha tutte le possibilità per fare molto bene, deve dimostrare ancora qualcosa ma è ancora giovane. L'anno scorso l'abbiamo ceduto in prestito al Genoa proprio perché sapevamo che aveva bisogno di fare un altro campionato di Serie A e di grande qualità. Per cui noi siamo contenti di avere un giocatore come lui, poi se arriveranno delle proposte per lui le valuteremo. Ma lo faremo anche per altri ragazzi".
Pochi giorni dopo la retrocessione Turati voleva andare via ad ogni costo. Era abbastanza arrabbiato... e ora che è tornato?
"Abbiamo sempre pensato fosse un giovane portiere di grandissime prospettive. L'anno scorso avevamo fatto una scelta, di dare spazio a lui al posto di Consigli, che è stato una nostra colonna per tantissimi anni. È stata una scelta tecnica, non facile, di puntare su un giocatore giovane. Mi è dispiaciuto molto che non avesse accettato Sassuolo per andare a fare un campionato di Serie A. Tante volte sono sbagli di gioventù, consigli non giusti, perché lui ha fatto un campionato ed è retrocesso. Non so se gli avrebbe fatto bene fare una stagione con noi o quella fatta finora, però l'importante è che lui sia con noi. Con l'approccio giusto sul lavoro, con l'educazione e tutto quello che concerne per fare bene. Poi vedremo quello che succederà".
Volpato è un altro ragazzo molto richiesto. La Fiorentina ha sondato il terreno? Ricevute offerte?
"È uno dei giocatori che ha un potenziale incredibile. Io devo guardare anche a questo, pensare che in futuro possa portarci anche delle opportunità non soltanto tecniche ma anche economiche. È un giocatore che può far sì che per il Sassuolo possa avere una rivendibilità di un certo tipo. Credo che potrà diventare anche un campione, ha tutte le caratteristiche. Però lo deve dimostrare. È una situazione molto particolare, effettivamente è difficile dargli un valore. Ad oggi non abbiamo avuto nessun tipo di richiesta... valutiamo e vediamo. Difficile dargli un valore perché ha un potenziale talmente forte che l'obiettivo sarebbe che lui, giocando, possa imparare dai giocatori e campioni davanti a sé. Imparare vuol dire crescere e se cresce, con la maturazione che può avere... è un ragazzo straordinario. Ha voglia di giocare ma può avere qualcosa di speciale che tanti altri ragazzi non hanno".
Cosa manca a questo Sassuolo tecnicamente parlando?
"Torno al discorso fatto prima. È un mercato difficile e molto complicato, è cambiato rispetto a due anni fa. Sono al Sassuolo da 13 anni e non credo che questo mercato stia migliorando, anzi, di anno in anno peggiora. Noi oggi abbiamo già chiuso accordi con altri club ma non riusciamo a chiuderli con i procuratori. Soprattutto con quelli stranieri. Comunque abbiamo bisogno di tanto, dobbiamo cambiare ancora diversi ruoli e abbiamo bisogno ancora di 4-5 innesti. Difensori, centrali, esterni, centrocampisti... in attacco siamo coperti. Ma dobbiamo fare delle scelte tecniche. Avere gli accordi con i club ma con i procuratori diventa complicato, ritardiamo nel tempo e non va bene. Come detto al Sassuolo piace la programmazione e lavorare d'anticipo ma questo purtroppo non riusciamo a farlo. Siamo convinti che riusciremo a farlo nei prossimi giorni e sono anche convinto di poter mettere a disposizione del nostro mister una buona squadra".
Il Napoli è favorito per vincere il campionato?
"Sicuramente è campione d'Italia, la cosa più importante. Soprattutto penso che sia la società ad aver dimostrato acquisti mirati, importanti. E l'allenatore, Conte, è il più bravo di tutti. Per questo penso sia il favorito del campionato".
Mapei Stadium ospiterà la Fiorentina per la Conference per il preliminare di fine agosto. Come ci si prepara per questo appuntamento?
"Noi con la Fiorentina abbiamo un ottimo rapporto, per cui quando ci è stato chiesto il nostro stadio perché in difficoltà non ci abbiamo pensato un attimo e lo abbiamo concesso. Aldilà della simpatia e della squadra italiana noi ci prepariamo ad accoglierla nel modo migliore ma con l'augurio soprattutto che possa portare bene alla Fiorentina. Come è stato fatto con l'Atalanta quando è stata ospitata per le competizioni europee".
Parentesi sulla Fiorentina: cosa pensa di Viti?
"Contento per lui. È un ragazzo eccezionale, ha delle grandi qualità anche se ha avuto un calo di prestazione in qualche momento. Ma poi ha dimostrato di essere un giocatore di grande talento e nel momento in cui sta bene ha dimostrato di essere da grande club".
La grande sorpresa potrebbe essere il Sassuolo ma anche il Como?
"Io spero che la sorpresa sia il Sassuolo. Il Como non è più una sorpresa: è una società destinata ad andare a competere per competizioni importanti. Con la proprietà e i dirigenti che ha, e soprattutto gli investimenti che vengono fatti, il Como non deve essere più una sorpresa, assolutamente. Quest'anno il campionato sarà molto difficile, ci saranno meno squadre che dovranno lottare. Ci saranno sei società che lotteranno per non retrocedere. Di queste sei, tre retrocederanno, per cui il 50% di retrocessione tutte noi ce l'abbiamo. Noi per primi perché siamo una neopromossa. Vuol dire che è un campionato molto a rischio, per cui investimenti e scelte devono essere molto oculate".
Il Sassuolo, storicamente, è legato a Eusebio Di Francesco. Lecce può rilanciarlo dopo esperienze amare?
"Sì, ha avuto esperienze amare ma Di Francesco è comunque un allenatore che, chi lo conosce, ha grande qualità, esprime un bel gioco. La squadra deve essere di peso. Io penso che lui, e glielo auguro, è un allenatore di grandissime qualità. Aldilà del rapporto che ci lega".
Con Marotta è in ottimi rapporti. C'è una diatriba per Lookman tra l'Inter e l'Atalanta...
"Sono due società importanti. Oggi l'Atalanta è una società paragonabile ad un grande club, come società e proprietà. Il fatto di aver venduto Retegui a determinate cifre dà ancora più forza a questa società. Poi alla fine il peso del giocatore conta molto. Penso che alla fine un accordo lo troveranno. Basta pensare a quello che è successo tra Atalanta e Juve, è stata una telenovela per Koopmeiners. Giuntoli è dimagrito sette chili? Penso che Marotta non perderà sette chili, ma alla fine come sempre un accordo verrà trovato".
Avete un accordo con Asllani?
"No, perché da parte del giocatore non c'è l'interesse di venire al Sassuolo".
Il calcio arabo sta portando tanti soldi ai club. Ma come va visto questo fenomeno?
"Dipende se questi soldi entrano nelle casse della società, il che è positivo. Invece se entrano solo in quelle di giocatori e allenatori magari un po' meno, perché oggi le società stanno soffrendo e hanno bisogno di introiti e se arrivano dall'Arabia Saudita o da altre parti è importante. Normale che se l'allenatore dell'Inter va in Arabia Saudita e percepisce un contratto talmente di grande valore e alla società Inter non vada nemmeno un indennizzo... questo non va bene".
C'è qualcuno che l'ha colpita particolarmente dei giocatori passati dal Sassuolo?
"Con tutti i giocatori andati nei grandi club c'è un legame speciale, non faccio distinzione. Io faccio il tifo sempre per tutti loro quando non giocano contro di noi, ma non faccio differenze l'uno con l'altro. Sono sincero".
E se oggi dovessi scommettere su uno dei suoi giocatori per il prossimo anno?
"Abbiamo vari ragazzi giovani, che abbiamo già dalla passata stagione e di grande qualità. Impossibile dimenticare uno come Berardi e Laurienté. Uno degli acquisti fatti oggi e che penso potrebbe dare qualcosa di importante è Koné (Ismael, ndr)".
Sarà un altro gioiello che potrebbe valere 20-30 milioni un giorno?
"Io lo spero perché una società come la nostra è vero che ha una proprietà molto forte come il gruppo Mapei e la famiglia Squinzi, ma noi puntiamo sempre sui giovani. Anche l'anno scorso avevamo una delle squadre più giovani del campionato, se non la più giovane. Puntiamo spesso sugli italiani, con l'obiettivo che questi ragazzi crescano e poi si rivendano, perché questa società non ha tanti introiti da botteghino, abbiamo poco pubblico e tifosi. Pochi ma buoni. Dobbiamo andare avanti con le idee, perché a volte sono più importanti del denaro".
I dati dicono che l'industria calcio porta condizioni favorevoli all'Italia. Ma sono due volte consecutive che l'Italia non va al Mondiale... come si torna alla pari?
"Penso che sia un discorso molto lungo da fare, credo che il nostro presidente federale Gravina stia lavorando su un progetto gestione calcio, perché basta vedere i report usciti ultimamente. Vediamo le difficoltà e il momento di crisi che stiamo attraversando. La Serie A, guidata da Ezio Simonelli, con idee di un certo tipo ci potrà dare una mano ma deve essere fatto un lavoro di sistema da parte di tutti. Non dobbiamo guardare solo la Serie A, ma anche le leghe minori, la Serie B in grandissima difficoltà. Con la speranza che con il nuovo presidente Bedin ci sia una volontà di cambiare in qualcosa. Abbiamo una Lega di C, con il presidente Marani, con delle grandi capacità. Confido molto in queste persone perché sono persone che fanno la differenza. Poi dobbiamo essere bravi noi dirigenti, che non dobbiamo pensare a noi stessi ma al sistema. E se riusciamo a pensare un po' al sistema calcio, sapendo dove dobbiamo migliorare perché tante volte ci si perde in piccole cose, a volte dobbiamo fare un passo indietro. Penso all'Associazione italiana calciatori... è un gioco, il calcio, che se andiamo avanti così rischiamo di rovinarlo. Dobbiamo pensare soprattutto ai bimbi, ai ragazzi giovani, all'entusiasmo che portano giocando a pallone. E se poi, andando avanti, vedono quello che sta succedendo... probabilmente perdono anche questa voglia e desiderio".
C'è un rimpianto del passato per un'operazione?
"No. Credo che dobbiamo andare avanti di giorno in giorno. Magari c'è un giocatore che riesci a prendere e un altro no. Noi dobbiamo pensare a quello che dobbiamo fare nelle prossime partite, sapendo delle difficoltà e che dovremo lavorare. Però sempre con serenità. Fa parte del nostro lavoro. Ogni momento può esserci una novità e la devi risolvere cercando di fare la cosa più giusta".
