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Salernitana, rabbia per "una gara che non si doveva giocare" e tensione per l'ordine pubblico

Salernitana, rabbia per "una gara che non si doveva giocare"  e tensione per l'ordine pubblicoTUTTO mercato WEB
Iervolino e Milan
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 11:19Serie B
di Luca Esposito

Notte da incubo per la Salernitana. Come se non bastasse la sconfitta pesantissima sul campo della Sampdoria, i granata sono stati costretti a chiedere il rinvio della partita di ritorno (in programma per venerdì 20 giugno alle 20:30 allo stadio Arechi) a causa di una intossicazione alimentare che ha spinto una quindicina di tesserati a richiedere le cure ospedaliere presso i nosocomi di Salerno e di Battipaglia. Calciatori, dirigenti e staff tecnico hanno accusato malori di vario genere durante il viaggio di ritorno dopo aver mangiato riso alla cantonese: per qualcuno prognosi di tre giorni e obbligo di non svolgere alcuna attività sportiva a scopo precauzionale. Quanto basta, dunque, per chiedere alle autorità competenti di prendere in seria considerazione il rinvio del match, pur con tempi ristrettissimi visto che il 24 giugno la stagione deve necessariamente concludersi. In attesa che la società campana emetta un comunicato, possiamo dire che l'albergo che ospitava la squadra sta provando a difendersi da ogni accusa. Sul posto sono giunti i carabinieri che, in questi minuti, stanno procedendo con le verifiche e gli interrogatori di rito per fare luce su una vicenda delicatissima e per la quale la Salernitana chiede chiarezza. Entro il primo pomeriggio si capirà se il match con la Sampdoria viaggia verso l'ennesimo rinvio o se Lega e FIGC non prenderanno in considerazione la richiesta di patron Iervolino.

E' senza dubbio un ostacolo in più in vista del match di ritorno, nel quale la Bersagliera dovrà fare una vera e propria impresa per evitare la retrocessione in serie C. Il 2-0 di ieri a Marassi, frutto di una prestazione pessima e senza mordente, ha spiazzato una tifoseria che si aspettava ben altro almeno sul piano dell'atteggiamento. Iervolino, dopo il triplice fischio finale, è rimasto in tribuna visibilmente amareggiato e preoccupato, l'allenatore ha provato a risollevare il morale del gruppo ma anche lui ha grosse responsabilità per aver sbagliato formazione, modulo, strategia e sostituzioni. E poi i singoli. Un disastro. Da Christensen - che ha gravi colpe sulle due reti della Sampdoria - ad un irriconoscibile Ferrari passando per un attacco evanescente, un Caligara in costante affanno a cospetto dei mediani avversari e un Ghiglione che sta collezionando insufficienze palesando limiti tecnici in entrambe le fasi. E ora, dilapidato il vantaggio del doppio risultato a disposizione, occorrerà un miracolo sportivo in quell'Arechi che si preannuncia mezzo vuoto sia a causa della contestazione dei gruppi ultras, sia perchè si teme per l'ordine pubblico. La spaccatura in curva, la rabbia accumulata per l'annullamento del match col Frosinone, il senso di ingiustizia e la dura presa di posizione nei confronti della proprietà rappresentano elementi di discussione sul tavolo delle autorità competenti, pronte a presidiare le zone antistanti lo stadio già diverse ore prima dell'inizio del match. "A Salerno sarà rivolta", "Scateneremo l'inferno" e "La partita non finisce" sono tre degli slogan che hanno fatto accendere la spia dell'allarme, ancor di più perchè sono annunciate almeno 300 persone all'esterno in segno di "sdegno per un calcio che ha deciso a tavolino la nostra retrocessione a favore della Sampdoria". Insomma, tensione alle stelle e Governatore De Luca che, come detto, ha scritto a Lega e FIGC invitandoli ad "assumersi le responsabilità in caso di problematiche, se vogliono salvare la Sampdoria lo facciano ma non a scapito della nostra squadra di calcio". Veleni, sospetti e accuse che avevano indotto la stragrande maggioranza dei tifosi a lanciare un appello al club: "Se hanno deciso che dobbiamo retrocedere è necessario far fronte comune e non scendere in campo: restiamo tutti fuori, compresi giornalisti e politici, e trasformiamo questa farsa in un caso che farà parlare l'Europa".

Resta comunque l'amarezza per un epilogo che appare ormai scontato. Perchè la Salernitana avrebbe dovuto giocare col Frosinone il 19 maggio scorso garantendosi la permanenza in categoria a prescindere in virtù delle indagini sul Brescia. Ed è su questo che si baseranno i futuri ricorsi del pool legale capitanato dall'avvocato Francesco Fimmanò. Nel dettaglio, rispetto al dispositivo del 18 maggio, si contesta: rinvio sine die, rinvio senza squadre deferite o ufficialmente condannate e rinvio senza aver consultato il consiglio direttivo. Tra l'altro 24 ore prima della gara, con 30mila biglietti staccati e Marino che aveva appena finito di presentare la partita in conferenza stampa prima di un mese surreale e nel quale la Salernitana si allenava senza conoscere avversario e date. Del resto il precedente del 2019 parla chiaro: il TAR impose la disputa dello spareggio tra Salernitana e Venezia garantendo il ripescaggio se avessero accertato le inadempienze economiche del Palermo alla fine dell'iter giudiziario e non certo solo dopo il secondo appello. La Salernitana, in caso di retrocessione, arriverà fino al TAR e al Consiglio di Stato, con la richiesta di una B a 21 "perchè tutto quello che hanno fatto non ha nessun fondamento, ci sono regole chiare e il nostro unico avversario doveva essere il Frosinone". Il club, infine, è scontento dell'arbitraggio di Aureliano. Marino si è lamentato per il secondo gol della Sampdoria, nato da una punizione che non c'era (anzi, è Lochoshvili a subire il fallo). La società, invece, ha storto il naso per la gestione dei cartellini e per la scelta del fischietto bolognese di perdonare una serie di interventi irregolari ai danni di Amatucci per tutto il primo tempo.

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