Dalla vittoria della Coppa Italia all'inferno dell'esclusione. La parabola del Rimini
Era la stagione 2016-2017, e dopo la mancata iscrizione ai campionati professionistici causa fallimento, il Rimini ripartiva in sovrannumero dal campionato di Eccellenza, con l'ex calciatore Sergio Santarini come presidente e Alessandro Mastronicola in panchina; in rosa anche Adrian Ricchiuti, ed ecco che, nonostante i ritardi iniziali, il primo tassello del nuovo corso viene subito messo, perché arriva la promozione in Serie D, per altro anche con 98 punti all'attiuvo e 21 risultati utili consecutivi, 17 delle quali vittorie. Non solo, a questo si aggiungono anche le vittoria della Coppa Italia Dilettanti e della Supercoppa emiliano-romagnola.
La stagione in Serie D non inizia nel migliore dei modi, ma con l'arrivo - a dicembre del 2017 - di mister Gianluca Righetti in panchina, avviene la svolta, e con tre turni di anticipo rispetto al termine della regular season arriva anche la promozione in Serie C, dove nella stagione seguente, e con svariati allenatori a susseguirsi, arriva la salvezza tramite i playout contro la Virtus Verona. Tempi non facili per i romagnoli, che nel torneo segnato dalla pandemia Covid-19 vedono la retrocessione seguita alla sospensione dei campionati: undici giornate al termine dell'annata, ma sulla decisione della FIGC non si discute. Un anno ancora tra i dilettanti, poi il secondo e il nuovo ritorno in Serie C, con due stagioni terminate con la disputa dei playoff per la promozione in Serie B. Playoff che arrivano anche nel passato campionato, quando sotto la guida di Antonio Buscé - ora tecnico del Cosenza - il Rimini vince per la prima volta nella storia la Coppa Italia Serie C.
Tutto sembra volgere al meglio, ma l'addio del tecnico e i tentennamenti della dirigenza fanno invece capire che qualcosa che non va c'è. Arriva infatti una prima penalità per ritardi sugli adempimenti societari da parte della proprietà che aveva rilevato il club nel 2023, composta da Stefano Petracca e dalla moglie Stefania Di Salvo, poi la cessione alla Building Company di Giusy Scarcella con il resto che è storia nota: le quote del club sono sotto sequestro per mancati pagamenti al vecchio presidente, i debiti ammontano a 4 milioni e le penalità sono continue. Tanto che, al momento in cui salta l'acquisto del club da parte di Nicola Di Matteo, viene richiesta la messa in liquidazione della società. Il resto storia di oggi: Rimini ufficialmente escluso dal campionato di Serie C.













