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Gorgone: "FVS diminuisce gli errori arbitrali. Utopistico però aspettarsi il VAR come in A"

Gorgone: "FVS diminuisce gli errori arbitrali. Utopistico però aspettarsi il VAR come in A"TUTTO mercato WEB
© foto di Stefano Scarpetti
Oggi alle 19:34Serie C
Tommaso Maschio
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TMW Radio / A Tutta C
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L’allenatore Giorgio Gorgone è intervenuto ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione A Tutta C, in onda anche su Il 61, per parlare della situazione in Serie C a partire dalle polemiche arbitrali che proseguono nonostante l’introduzione di quel Football Video Support (FVS) che sta incontrando qualche difficoltà d’applicazione.

Mister Gorgone, partiamo dalle polemiche arbitrali. C'è la sensazione che l'entusiasmo iniziale per l'FVS (il supporto video per gli arbitri) sia già finito, nonostante si tratti di arbitri giovani che stanno imparando a usare uno strumento nuovo. Lei che ne pensa?
“Ricordo che l'anno scorso si parlava di dare un supporto in più all'arbitro, come un iPad per il quarto uomo, per diminuire gli errori. È stato fatto. Il problema è che con poche telecamere, le chiamate a volte diventano troppe e rallentano la partita, e le immagini non sono sempre chiarissime. Io sono a favore perché comunque diminuisce qualche errore, ma aspettarsi un sistema come in Serie A è utopistico, lì hanno il doppio delle telecamere. A volte nascono fraintendimenti, come sul fallo in Sambenedettese-Ravenna: in dinamica sembrava più grave, ma l'arbitro ha dato solo giallo. Comunque, l'FVS dà qualcosa in più, ad esempio per rivedere un gol. Il gioco diventa un po' "pastoso" e i recuperi si allungano, ma con le attuali disponibilità (solo 4 telecamere) è normale. Non ha smorzato le polemiche, ma nel nostro paese per farlo bisognerebbe smettere di fare qualsiasi cosa”.

Passiamo al campo. Nel Girone B, Arezzo, Ravenna e Ascoli sembrano aver preso il largo. La corsa a tre è già definita?
“Effettivamente hanno preso il largo, stanno facendo grandi risultati e si stanno distaccando. La Ternana ha le potenzialità per risalire, come la Juventus Next Gen o la Vis Pesaro dello scorso anno, ma oggi ci sono già 14-15 punti di distacco. Il campionato è ancora lungo, ma Arezzo e Ascoli sono le grandi pretendenti, hanno fatto un grande lavoro. Oggi la lotta è abbastanza definita. Si sono perse per strada squadre come Torres e Perugia, che all'inizio erano considerate rivali, e questo semplifica le cose per le prime”.

Lei ha lavorato a lungo con Roberto Stellone, ora allenatore della Vis Pesaro. Cosa sta succedendo alla squadra, che con solo 9 punti in 9 giornate sta faticando più del previsto?
“Purtroppo il risultato determina tutti i giudizi. Io ho visto la partita a Campo Basso e la Vis Pesaro avrebbe potuto vincerla, ma ha rischiato anche di perderla. In queste nove partite ha fatto una vittoria, ma avrebbe potuto averne tre. Se avesse quei 4 punti in più, oggi avrebbe 13 punti e sarebbe in posizione di metà classifica. A volte l'anno scorso è riuscita a incarnare le partite, quest'anno no. Non credo che la Vis Pesaro possa stare in quella posizione a lungo, credo che possa risalire. Certo, una partenza del genere ti distacca già dalle prime”.

Una nota positiva paradossale è l'ultima in classifica, il Rimini, che nonostante i -2 punti in classifica sta dimostrando grande carattere. La sensazione è che le difficoltà estreme dell'estate si siano trasformate in benzina. Lei che impressione ha?
“Sì, esatto. In una situazione del genere una squadra può o ricompattarsi o mollare definitivamente. Merito loro, merito ai ragazzi e all'allenatore. Hanno una squadra di tutto rispetto, con giocatori importanti rimasti come Lepri, Bellotti, De Vitis e nonostante siano andati via Langella, Megalitis,. Non è una squadra di sprovveduti. Hanno tirato fuori quel qualcosa in più che oggi li porterebbe a essere a metà classifica. È anche merito dell'allenatore, non era facile tenere unito il gruppo in un momento così complicato. Il campionato è lungo, speriamo che le cose si sistemino, perché iniziare con difficoltà così grandi può dare una spinta, ma a lungo andare, se i problemi non si risolvono, potrebbe logorare a livello nervoso. Per ora è una squadra competitiva”.

Ultimo flash, da allenatore: quanto incidono sul collettivo le voci continue, come quelle sul Livorno, che mettono in discussione il proprio allenatore?
“Effettivamente incidono. Ma ormai è una cosa che fa parte del "giochino", bisogna esserne consapevoli. Capita continuamente, a volte di più sui social, a volte di meno, ma è diventato un costume del nostro calcio. Quando stai dentro, questa cosa potrebbe creare degli alibi se non riesci a estraniarti. Sappiamo tutti che l'allenatore è il ruolo più bersagliato e più semplice da cambiare. È una situazione complicata, soprattutto in piazze esigenti come il Livorno. Bisogna sempre chiarire le aspettative, che siano reali. Aspettative troppo alte possono mettere una pressione enorme, mentre squadre come il Ravenna, senza quelle pressioni, hanno un'energia diversa. Se l'aspettativa è troppo alta, se ne pagano le conseguenze”.

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