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Pagliari duro sull’esclusione del Rimini: “Inconcepibile, servono controlli più severi”

Pagliari duro sull’esclusione del Rimini: “Inconcepibile, servono controlli più severi”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano/Tuttolegapro.com
Daniel Uccellieri
Oggi alle 18:34Serie C
Daniel Uccellieri
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TMW Radio / A Tutta C
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Intervenuto nel corso dell’appuntamento pomeridiano con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio, l’allenatore Giovanni Pagliari ha commentato la notizia di giornata, l'eslucione del Rimini.

Mister, si parlava proprio del Rimini: era una settimana che circolavano voci, e alla fine è successo. Un’altra esclusione a stagione in corso, questa volta addirittura prima di Natale.
"Mi dispiace molto, perché Rimini è una piazza eccezionale e ci sono anche alcuni ragazzi che ho allenato. E mi dispiace per chi lavora intorno alla squadra: non solo i calciatori, ma anche le famiglie, gli impiegati, persone che non vengono mai nominate. È un film già visto e non dovrebbe mai succedere. Lo scorso anno è capitato molto più avanti, ora siamo a novembre: non dico che falsi il campionato, ma di sicuro crea danni e non è giusto".

Infatti si parla proprio di classifica falsata: diverse squadre si ritrovano con punti in meno rispetto a quelli conquistati sul campo. Le continua a sorprendere che vengano autorizzati certi passaggi di proprietà?
"Mi faccio le stesse domande vostre. È inconcepibile, vergognoso. Non può iniziare una stagione una società che ha tre o quattro dipendenti e non dà garanzie per sostenere una Serie C, tanto più in una piazza come Rimini. Servono controlli molto più rigidi e leggi più severe. Così non va bene, e temo che non sarà l’unica società ad avere problemi".

Torniamo a temi più piacevoli: parliamo di campo, e in particolare di una piazza che lei conosce molto bene, il Perugia. Da quando è arrivato Tedesco in panchina le cose stanno andando meglio.
"Sì, ha fatto nove punti in cinque partite, ha ritrovato entusiasmo. Ho visto la gara in rimonta con la Vis Pesaro: ha ricreato un ambiente positivo e rimesso in pista giocatori che prima non rendevano. Ci voleva una figura come la sua, anche per dare serenità alla piazza. Perugia ha ancora da lottare dopo aver perso tante partite all’inizio, ma la strada è quella giusta: non merita di combattere per salvarsi".

Ora arriva uno scontro diretto importante contro la Juventus Next Gen.
"Partita difficile, ma anche la Juventus sta facendo fatica, pur avendo giovani forti. L’anno scorso, però, fecero un grande rush finale. Anche il Pontedera ha perso i tre punti: ora è tutto molto più aperto. Un mese fa la situazione era complessa, oggi invece è molto più gestibile. Il nuovo tecnico ha dato continuità ed entusiasmo".

Approfitto del tema: parlavamo prima delle seconde squadre. C’è chi sostiene che tolgano spazio a realtà storiche. Ma poi realtà storiche, come il Rimini, vengono escluse a novembre… Forse andrebbe ridotto anche il numero di squadre in Serie C?
"Io sono favorevole alle seconde squadre. In Europa ci sono da anni e funzionano. In Italia ogni novità viene vista male. Le seconde squadre danno spazio ai giovani: quando ero alla Recanatese abbiamo affrontato la Juventus e ho visto ragazzi come Yildiz e Iling-Junior crescere tantissimo. Forse bisogna ridurre il numero di squadre e dare valore a quelle davvero solide. Meglio meno società, ma affidabili. E se qualcuno deve fare un campionato più basso, meglio farlo bene che fare male una categoria superiore. Non risolveremo tutti i problemi, ma molti sì".

Fra le squadre che hanno perso punti c’è anche l’Arezzo, che resta primo ma ora è appaiato al Ravenna. L’Arezzo resta comunque la squadra più forte del girone B?
"Per me sì. È una squadra costruita molto bene, con una rosa ampia e forte. Questi tre punti persi possono essere uno stimolo in più: nel calcio, quando ti senti troppo bravo, rischi di sbagliare. Hanno programmazione, idee chiare e continuità: sono la favorita del girone"

La continuità è davvero una delle loro armi vincenti.
"Esatto. Cristian ha iniziato l’anno scorso e la società gli ha dato fiducia. Spesso nel calcio si cambia troppo presto: invece se credi in un allenatore gli devi dare il tempo di lavorare. A Arezzo hanno programmato con serietà, e alla lunga la programmazione batte sempre l’improvvisazione".

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