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Roberto Beccantini sul futuro dell'Inter: "Zero titoli e fine di un ciclo dopo la finale che non c'è stata"

Roberto Beccantini sul futuro dell'Inter: "Zero titoli e fine di un ciclo dopo la finale che non c'è stata"TUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Marucci
lunedì 2 giugno 2025, 07:21Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte ROBERTO BECCANTINI - BECK IS BACK www.beckisback.it

Lo aveva promesso a Xana, la figlioletta falciata a 9 anni da un destino troppo cinico e troppo baro.
Luis Enrique, hombre vertical, allenatore signore e moderno. La prima Champions del Paris Saint-Qatar. Il 5-0 inflitto all’Inter è una valanga che va al di là del mio pronostico (Inter 51%, Paris 49%) e travolge gli argini delle statistiche.
Non c’è stata finale, a Monaco, non c’è stata partita. Due gol in venti minuti (l’ex Hakimi, su azione corale e assist di Doué; Doué, complice la schiena di Dimarco); quindi controllo palleggiato e, nella ripresa, come si dice a Bologna, il resto del Carlino, in contropiede o in transizione (fate voi): ancora Doué (classe 2005), Kvaratskhelia e Mayulu (2006).

Se, per paradosso, di Sommer non ricordo parate «vere» – o gol o traversa di Dembélé o bignè buttati, persino da Barcola – l’unica di Donnarumma risale al 75’ (su Thuram). Una mattanza. Una lezione. Con i Dorando Pietri di Inzagone tornato Inzaghino (scommettiamo?) annichiliti a tutti i livelli – strategico, tattico, tecnico, caratteriale – e pericolosi, parola grossa, esclusivamente sui corner.

Le idee di Luis Enrique. Pronti-via e palla in touche, tipo rugby, per agitare il vessillo dell’aggressività. Poi Dembélé «fisso» sul portiere, in modo da costringerlo a rilanci tormentati. Poi, attorno a Vitinha, tocchi e tacchi. Nessuno dei naufraghi interisti ha rimediato una scialuppa o almeno un salvagente, da Dimarco ad Acerbi, da Calha a Barella, da Lautaro a Thuram. Sul fronte opposto, viceversa, non uno che sia sceso sotto il 7, partendo dall’8 di Doué, Dembélé e Kvara, ora ala ora terzino (su Dumfries, lui che aprì la scatola del Barça).

Senza Mbappé, signore e signori. Non più un album di figurine. Al contrario. Corsari giovani, assatanati e telecomandati. Due finali perse: mister «Spiaze» raggiunge, così, Allegri, al quale, a Berlino, era stato fatale proprio Luis Enrique (alla testa del Barça di Leo, Neymar e del pistolero Suarez).

Seconda in Europa, seconda in campionato, seconda in Supercoppa, semifinalista in Coppa Italia: zero titoli, l’Inter; e, alla luce dell’età media, la sensazione che si sia chiuso un ciclo.

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