Premier League, nuove regole sul rapporto costi-squadra. Ma niente tetto salariale
Come riferito da Sky Sports i club di Premier League hanno votato contro una proposta che avrebbe potuto introdurre un tetto salariale a partire dalla stagione 2026/27. Nella riunione tenutasi oggi i 20 club hanno votato su tre questioni principali: il rapporto costi-squadra, una proposta di sostenibilità e resilienza sistematica e una proposta di ancoraggio dall'alto al basso.
Quest’ultima avrebbe limitato la spesa per i costi della squadra a cinque volte l’importo che il club in fondo alla classifica riceve dalla Premier League in termini di denaro per trasmissioni e premi e avrebbe potuto introdurre un tetto salariale come parte delle sue regole. Solo sette club si sono espressi a favore del sistema di ancoraggio, 12 club hanno votato contro e uno ha scelto di non votare. Una decisione figlia anche di quanto annunciato da giocatori e procuratori che avevano avvertito nei giorni scorsi la Premier League che qualsiasi regola che includesse un tetto salariale sarebbe stata contestata in tribunale.
A partire dalla stagione 2026/27 i club di Premier League potranno spendere al massimo l’85% delle loro entrate per i costi della squadra (stipendi, trasferimenti ammortizzati e compensi agli agenti), una percentuale più alta di quella che i club che giocano le coppe europee può spendere secondo i vincoli della UEFA fissano il tetto di spesa al 70%. Se un club dovesse superare la linea rossa incorrerà in una sanzione sportiva che partirà da sei punti e aumenterà di un punto per ogni 6,5 milioni di sterline spese oltre questa soglia. I club potranno presentare ricorso sia contro le penalità pecuniarie che contro quelle in punti. Un club avrà sette giorni di tempo per contestare la decisione del consiglio, dopo aver prima scritto informalmente alla lega per cercare di risolvere la questione.













