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Immobile era l'attaccante perfetto per Inzaghi. Non lo è per Mancini, può esserlo per Sarri?

Immobile era l'attaccante perfetto per Inzaghi. Non lo è per Mancini, può esserlo per Sarri? TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 13 settembre 2021, 16:30Il corsivo
di Ivan Cardia

"Non siete molto normali. Per alcuni contano i numeri, per Ciro sembra di no". Maurizio Sarri non ha usato mezzi termini per difendere Ciro Immobile. Ammesso che questi ne abbia davvero bisogno: i numeri parlano per lui. In questo campionato, peraltro, sono già ottimi: quattro gol in tre giornate. Una media che il 90 per cento degli attaccanti della Serie A firmerebbe, col sangue, pur di averla. Dato che, però, ogni volta che la Lazio inciampa, e contro il Milan oggettivamente non ha strusciato palla, si torna a parlare (anche) di Immobile, è arrivata la difesa, d'ufficio ma convinta, del suo allenatore. Il cannoniere di Torre Annunziata non è certo nuovo a doversi confrontare con le critiche. Se ne parlava persino mentre l'Italia tornava a vincere l'Europeo, cinquantatré anni dopo e con lui titolare lì davanti. Figuriamoci. Contro i rossoneri, a onor del vero, ha offerto una prova deludente. Da inquadrarsi in quella di una squadra in evidente costruzione e con qualche incertezza di fondo (non ci sarà troppa fantasia in campo per chi è passato dal 3-5-2 al 4-3-3?), di fronte a un gruppo con una identità molto più radicata e un tecnico che ha letto la partita molto meglio del celebrato dirimpettaio. Ma oltre a questo c'è di più.

Immobile non è l'attaccante per il gioco di Mancini. E forse neanche di Sarri. Le critiche al Ciro nazionale d'azzurro vestito, pur ingenerose nel contesto generale, partono da un paio di verità. La prima: potendo scegliere in quale settore l'Italia dovrebbe/potrebbe fare un upgrade, chiunque indicherebbe il ruolo di centravanti. Forse un'urgenza più sentita che reale, ma il resto della squadra sembra essere andato (parecchio?) più avanti rispetto alla staffetta Immobile/Belotti. La seconda: è incredibile lo scarto tra quanto lo stesso Immobile riesca a segnare nella Lazio e quanto non riesca a ripetersi in azzurro. Dato che nessuno può credere davvero che sia "scarso" (benedetti numeri: si parla della Scarpa d'Oro!) e si sbatte talmente tanto da non far nemmeno ipotizzare alcun dubbio circa l'impegno (forse la sente anche troppo, ma all'analisi psicologica a distanza non ci siamo arrivati e non ci vogliamo neanche arrivare), s'arriva alla terza opzione, forse l'unica credibile. E cioè che Immobile, centravanti prolifico ma dalle caratteristiche molto particolari, perfetto per il gioco veloce e verticale di Simone Inzaghi, che gli chiedeva soprattutto di attaccare la profondità e puntare la porta, non sia l'attaccante giusto per quello di Roberto Mancini. Si parla, giova ricordarlo, dello stesso allenatore che chiedeva a Icardi (!) di tornare a recuperare il pallone e aiutare di più i compagni nella manovra. Immobile non è certo l'argentino, ma non è comunque quel tipo di centravanti lì, quello che il Mancio vorrebbe e per ora non ha. Un centravanti, a metà fra bomber e regista avanzato, che idealmente potrebbe gradire anche Maurizio Sarri, il cui gioco (querelle personali a parte) è molto simile all'approdo al quale anela l'Italia di Mancini. O viceversa, a seconda dei momenti.

Ma può esserlo? Detto tutto questo, c'è ancora dell'altro. Perché Sarri, a differenza di Mancini, può lavorare ogni giorno con Immobile. Al cui bagaglio tecnico e tattico manca proprio quello che il toscano potrebbe trasmettergli. Imparare a giocare di più spalle alla porta, a cucire le geometrie dei suoi, a essere un punto di riferimento non solo per orchestrare o finalizzare una manovra veloce, ma pure farla partire. Immobile alla Higuain, in sostanza, ma prima ancora che nei gol, che comunque alla Lazio 36 centri non li schiferebbero mica. In questo senso, se oggi il bomber e l'allenatore sono all'inizio di un'avventura che non ha solo presupposti positivi, e Sarri del resto deve ancora inquadrare in toto la sua squadra, per Immobile può essere una clamorosa occasione di crescere. In ottica futura, persino di allungarsi la carriera, preparandosi a quando non avrà più lo spunto per bruciare qualsiasi difensore e non potrà affidarsi solo alle sue doti da rapinatore d'area (di cui tra le altre cose dispone fino a un certo punto). I gol li sa segnare: è un'ottima base di partenza. Per tutto il resto, Sarri può essere un'ottima scuola. E se oggi non sembrano fatti l'uno per l'altro, nulla vieta che lo siano domani.

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