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Carlo Nesti: "Ma cos'erano mai quei favolosi derby Juve-Toro?"

Carlo Nesti: "Ma cos'erano mai quei favolosi derby Juve-Toro?"TUTTO mercato WEB
lunedì 6 ottobre 2025, 12:56La scheda di Carlo Nesti
Carlo Nesti

6-11-2025
Carlo Nesti: "Ma cos'erano mai quei favolosi derby Juve-Toro?"

Recentemente, ho scritto un libro autobiografico, che si intitola "La vita è rotonda". Ho sfruttato al massimo un meccanismo mentale, che appartiene a ciascuno di noi, anche se, a volte, non ce ne rendiamo conto. Quando ricordiamo, in modo particolare, una partita di calcio, perché la squadra del cuore ha vinto, riusciamo a rammentare anche che cosa avevamo fatto quel giorno, con chi eravamo, dove eravamo, e persino chi eravamo.

Quando giunge il derby di Torino, fermo restando che non ha più nulla a che fare con i derby di un tempo, a causa delle differenze economiche fra i club, e dalla ghettizzazione dei tifosi in trasferta, mi vengono in mente 2 situazioni, vissute prima, e dopo, avere cominciato a lavorare.

Prima di avere cominciato, andavo allo Stadio Comunale in prossimità di quella metà degli anni 70, che ha cambiato la storia del calcio cittadino, con Juve e Toro ai vertici della classifica.

Non esistevano posti numerati, se non in tribuna, per cui era assolutamente impressionante la calca umana, che si viveva nei distinti centrali, nelle curve e nei parterre. Però, stavi vicino a chi volevi, e non a estranei. Sono convinto che, certe volte, si sia andati ben oltre i 75.000 posti della capienza ufficiale.

Si stava appiccicati l'uno all'altro, ed io ero troppo bambino per pensare che qualche uomo e qualche donna, in quel periodo, possano avere addirittura fatto l'amore, in una ammucchiata dantesca. Scherzi a parte, credetemi: eravamo tanto abbracciati reciprocamente, a volte persino tifosi juventini con tifosi granata, che poteva accadere di tutto!

Ciò, di cui non ci rendevamo conto, era come fosse possibile che, per tanto tempo, grazie a Dio, non si registrasse un incidente, visto che c'erano giovani, addirittura, aggrappati ai tabelloni pubblicitari, o ai pilastri dei riflettori.

Per una tacita intesa, e questo lo scoprirò più tardi dalla tribuna, avendo i distinti centrali di fronte, le 2 tifoserie si dividevano, esattamente, a metà quel settore, Era come se esistesse una linea di demarcazione, in mezzo ai distinti centrali, fra bianconeri e granata: bianconeri schierati verso la Curva Filadelfia, e granata schierati verso la Curva Maratona.

Tutto ciò era uno schiaffo alla sicurezza e alla comodità. Però, vissuto da un ragazzo come me, che aveva meno di 20 anni, era una goduria infinita. E più si arrivava prima allo Stadio, dandoci l'appuntamento sotto la mitica Torre Maratona, e più si toccava con mano lo spessore dell'attesa. Potevano essere anche 3 ore prima, magari con gli ombrelli sotto la pioggia, come in una sterminata fungaia, ma quanto passavano in fretta i minuti, fantasticando tutti insieme su quello, che sarebbe avvenuto sul terreno di gioco!

L'altro ricordo, legato ai derby, questa volta da metà degli anni 70 in avanti, e cioè dallo scudetto torinista in poi, è ambientato nella redazione di "Tuttosport", a Torino, in via Villar.

Io ero una "recluta", e quindi dovevo stare molto attento a parlare. Però, rammento perfettamente l'esistenza di 2 Curve virtuali. La Curva Filadelfia, quella bianconera, rappresentata da Vladimiro Caminiti, Roberto Beccantini e Marco Bernardini, e la Curva Maratona, quella granata (a dimostrazione di un'epoca, nella quale la città di Torino era veramente più granata che bianconera), formata da Gianni Romeo, Roberto Baruffaldi, Gino Bacci, Giampaolo Brighenti ed Enzo Belforte.

Ai posti di comando, Giampaolo Ormezzano, come si sa, era calorosamente torinista, mentre il mio punto di riferimento, Pier Cesare Baretti, era neutrale, e non è certamente un caso che, leggendolo, osservandolo e ascoltandolo, io abbia fatto qualsiasi cosa per potergli somigliare.

Era l'epoca in cui chiunque, una volta scritto l'articolo, innanzitutto lo portava ai capi servizio, che lo leggevano, ed eventualmente lo correggevano, collaborando nella titolazione. Quindi, il pezzo veniva trasportato in tipografia, dove una macchina gigantesca, che oggi potrebbe sembrare ad un animale preistorico, trasformava il testo scritto in colonnine di piombo.

Si lavorava, in tandem, un giornalista e un tipografo, per ciascuna pagina. Era la normalità, per il giornalista, sporcarsi le mani di grasso, per contribuire alla realizzazione della pagina stessa. Ed era proprio il giornalista, per accelerare le operazioni, ad andare spesso a raccogliere quelle colonnine, e a portarle in pagina, dove il tipografo cominciava ad impostare il lavoro.

Oltre un vetro, come in una sorta di paradiso, vedevamo le rotative. Paradiso, perché, nel momento in cui si arrivava fin laggiù, significava che la pagina era finita, e che si poteva tornare a casa, magari anche in anticipo rispetto al previsto. Giusto in tempo per raggiungere gli amici in discoteca.

Erano i tempi della “febbre del sabato sera”. Ed io lo ammetto, molto lontano, anche troppo, dalla politica dilagante, in quel periodo di fine Brigate Rosse, ero uno spensierato "travoltista", appassionato molto più della disco-music, che non di Nietzsche o Marx. È stato un grave difetto, nella mia formazione culturale, ma, se non altro, mi ha consentito di conservare la purezza della passione per il gioco, senza alcun inquinamento.

Destino ha voluto, che io vivessi proprio la transizione dal piombo ai computer. E sono entrato in Rai, nella fase in cui stava imponendosi la prima informatica nelle redazioni, al principio degli anni 80. È stata, per me, un po' come la differenza fra chi può avere percorso le strade in bicicletta, e chi può averle percorse in automobile, fra chi ha combattuto la prima guerra mondiale, e chi ha combattuto la seconda guerra mondiale. Io ho vissuto, in bicicletta, la prima guerra mondiale: fate voi…

Sono felice di avere vissuto i derby così, prima da sportivo, e poi da giornalista. Perché allora i giocatori erano i primi tifosi della maglia che indossavano. Ed io ero il primo tifoso di me stesso, talmente tifoso e smanioso di svolgere questo mestiere, da anteporre l'amore per il calcio di Torino, in generale, al tifo per la Juve o per il Toro.

Lo so. Difficile capirlo, difficile accettarlo, e difficile replicarlo. Però, chi è intelligente può assimilare una cosa: che tutti abbiamo delle priorità, nella vita, e quando una persona antepone la moderazione, la tecnica e l'imparzialità al tifo, è chiaro che, col tempo, trasforma quel tifo in simpatia. È un sentimento diverso, molto più in linea con i valori della cultura sportiva, e più aperto a squadre diverse, dirigenti diversi, allenatori diversi, e giocatori diversi. Una prospettiva... democratica.

4-11-2025
Carlo Nesti: "La Juventus non è ancora "europea", perché..."

Juventus-Sporting in 4 punti.

1 - Credetemi: non sono certamente felice, nel ricordare una mia previsione di luglio azzeccata. Questa squadra potrà dire sicuramente la sua in campionato, visto l'attuale livellamento in basso delle grandi, ma in Europa, con 3 punti in 4 partite, è necessario ben altro. Lo Sporting, ad esempio, è stato anche aiutato dalla fortuna, ma ha utilizzato risorse, che in questo momento la Juventus non ha. Possesso di palla quasi narcotizzante, intensità elevata, pressing alto, e quattro giocatori dotati. Araujo, Hjulmand, che servirebbe eccome a centrocampo a Spalletti, Goncalves e Trincao.

2 - Ben lungi da me la presunzione di sostituirmi a Spalletti, autore di ottime mosse a Cremona. Col senno di poi, mi permetto di dire che avrei preferito il modulo 3-5-2. Perché? Perché lo Sporting ha creato molta densità in mezzo al campo, schierando 4 giocatori contro 2, Locatelli e Thuram, ancora fuori condizione. Mi sarebbero piaciuti di più i 3 mediani, McKennie, che, d'altro canto, era in difficoltà a destra, Locatelli e Thuram, con Cambiaso e Kostic sulle fasce.

3 - Nel primo tempo, la reazione della Juventus al gol subito è stata perentoria, con la rete di Vlahovic, le 2 parate di Silva su di lui, gli strappi di Conceicao e Yildiz, e momenti di gioco non solo vigorosi, ma anche ispirati. Nella ripresa, la squadra ha subito un vistoso calo psicofisico, risvegliandosi solo nel finale: troppo tardi.

4 - Migliore in campo, ancora una volta, il Signor Vlahovic, salvo che quello, che stiamo ammirando, non sia un prodigio dell'intelligenza artificiale. E, a proposito di intelligenza, sua e del procuratore... Ma dove potrebbe trovarsi meglio Dusan, ora che è diventato il beniamino del pubblico, se non proprio a Torino? Come? Prolungando il contratto, ma con un pizzico di buon senso, e cioè, riducendosi l'ingaggio. Un pizzico di buon senso, ho detto. Appunto... merce rara...

2-11-2025
Carlo Nesti: "Juventus: ecco le 5 nuove mosse di Spalletti"

Cremonese-Juventus in 4 punti.

1 - Secondo le regole del buon senso, cosa si poteva chiedere ai bianconeri, con Spalletti appena insediato? Ripetere la prestazione effervescente, assicurata contro l'Udinese, ed, eventualmente, recepire già qualche nuova indicazione del tecnico. Ebbene, direi che la squadra ha fatto anche di più, soprattutto considerando le assenze degli unici 2 campioni della rosa: Bremer e Yildiz.

2 - A parità di possesso palla, 2 gol, 15 tiri, 5 nello specchio della porta, e un palo: le tante occasioni, sulle quali Spalletti si aspettava maggiore concretezza, Ma, in particolare, un primo tempo giocato dalla Juventus in assoluta sicurezza, anche grazie al gol segnato dopo appena un 1 minuto e mezzo, e con piglio offensivo, annullando qualsiasi pericolo avversario. Nella ripresa, ha pesato il timore di non riuscire a chiudere la partita, tanto nell'approccio, quanto nell'epilogo, e la formazione ha perso le distanze fra i reparti, rischiando qualcosa.

3 - Spalletti, forse anche troppo nervoso nel finale, e consapevole del peso della maglia per molti giocatori, era già noto per le sue intuizioni tattiche, da Totti centravanti, a Brozovic regista. Pure nella Juventus, al pronti via, non si è smentito. La difesa a 4, in fase di copertura, e a 3 in fase di impostazione: quindi, 3 e mezzo, in un 3-5-2, oppure 3-4-2 (McKennie e Openda)-1. Il centrocampo finalmente a tre mediani, per garantire equilibrio alla squadra. Il problema della fascia destra risolto con Cambiaso, rilanciando a sinistra Kostic, sulle tracce del traghettatore Brambilla. In attacco, nella ripresa, McKennie seconda punta, con Conceicao a destra. La sorpresa è stata Koopmeiners. Aveva giocato, senza esiti positivi, praticamente in tutti i ruoli, meno quelli di portiere e difensore. Spalletti lo ha impiegato proprio da difensore centrale sinistro, come negli esordi giovanili, e ha disputato una gara sufficiente.

4 - Le mie pagelle sono molto incoraggianti per Vlahovic, del tutto rigenerato, ma non solo. I gol hanno premiato, non a caso, i due esterni, Kostic e Cambiaso, padroni delle 2 fasce. Locatelli, McKennie, e per quanto ha giocato Conceicao, sono stati anche loro convincenti. Meno bene Gatti (peccato per il duello perso con Vardy), Thuram (McKennie è stato più incursore di lui), e Openda (volenteroso, ma spesso impreciso).

30-10-2025
Carlo Nesti: "Yildiz (finalmente al centro!), Vlahovic e Gatti oltre la crisi"

Juventus-Udinese in 4 punti.

1 - Il dottor Brambilla non è un "cummenda" milanese. È una persona di buon senso, esperta di calcio, che, quando faceva parte della "mia" Under 21, vedeva molto bene il gioco, essendo un promettente play maker. Il destino non gli ha regalato quanto meritava, ma è bastato un allenamento, per inquadrare le necessità. Chissà quante volte, da spettatore, come tanti tifosi, come tanti di noi, si è chiesto: "Ma se fossi allenatore della prima squadra, in che modo la schiererei?". Quindi, forse, aveva già la risposta, prima che accadesse. E i giocatori... lo hanno seguito... lui, lo hanno seguito...

2 - A trascinare una Juventus, a tratti, anche spettacolare, 3 autentici mattatori, che hanno interpretato la smania di riscatto del popolo bianconero, e che, non a caso, sono stati gli autori dei gol. Vlahovic, tornato ad essere lo sfondatore indomabile, che tutti avevano immaginato al suo arrivo da Firenze. Yildiz, finalmente al centro del villaggio, dietro le punte, disposto al sacrificio in fase di copertura, e inesauribile, nonostante le botte eccessive degli avversari. Gatti, un leader in una squadra, dove quasi mai è stato riconosciuto come tale, e, francamente, non ne conosco il motivo.

3 - Dopo 4 partite senza reti segnate, sono arrivati 3 gol, e 23 tiri, dei quali ben 10 nello specchio della porta. Se non fosse stato per le 9 parate di un eccezionale Okoye, sarebbe finita 6-1, per quanto Di Gregorio abbia tremato, poco prima del 3-1. Per la verità, il temperamento della Juventus si era già visto contro Inter, Borussia Dortmund e Real Madrid, ma ieri sera, per la prima volta, hanno stupito giocate in verticale, e ad un tocco. Nel primo tempo, indubbiamente, la difesa alta, e troppo sbadata dell'Udinese, ha favorito le combinazioni in profondità di Yildiz e Vlahovic, ma anche gli inserimenti di Kalulu, l'esuberanza di McKennie, e i suggerimenti di Cambiaso e Kostic, del quale qualcuno si è ricordato l'esistenza, sono stati determinanti.

4 - Va tutto benissimo, per carità, con una Juventus ritrovata, ma è possibile che, in appena 4 giorni, solo con un cambio di allenatore, colpevole sì, ma in minima parte rispetto alla società, una squadra si ricordi improvvisamente come si gioca a pallone? C'è differenza, da una partita all'altra, fra "chi gioca", e basta, e "chi vuol giocare"? È solo una innocente domanda, che, tanto, non avrà mai risposta. Mah... mistero...

27-10-2025
Carlo Nesti: "Otto partite senza vittorie: BIANCO - NERI... PER CASO"

Lazio-Juventus in 4 punti.

1 - Per la Juventus, cifre inquietanti. Dopo 5 pareggi, 3 sconfitte consecutive, e 4 partite senza gol segnati. Dicono che il gioco moderno sia aggressività, intensità e fisicità. Ieri sera, francamente, ho visto solo isterismi, scorrettezze e simulazioni, con 29 falli complessivi. Se questo tipo di gioco, oltretutto, è interpretato da elementi limitati tecnicamente, per me, non non è più calcio, è un altro sport. Forse, calcio fiorentino (Pioli non c'entra... c'entra il XIII secolo). Conceicao (rigore negato, su di lui) è l'esempio di come i Caterpillar di oggi possano schiacciare un "uccellino" (do you remember Hamrin?), che, un tempo, avrebbe fatto perdere la testa ai difensori.

2 - La Juventus poteva anche meritare il pareggio per lo sforzo offensivo profuso, ma le prestazioni si valutano con le occasioni create, e con i gol. La Lazio ha realizzato una rete, e ha tirato 3 volte nello specchio della porta. La Juventus non ha segnato nessuna rete, e ha tirato appena 2 volte in più nello specchio della porta. Troppo poco. Quattro attaccanti schierati e, pensate un po', Thuram, partito dalla panchina, giocatore più pericoloso, cioè non un attaccante, ma un centrocampista. Questo non ha senso.

3 - A Tudor, io per primo, ho sempre chiesto una maggiore elasticità tattica, al di là del rigido 3-4-2-1. O.k., ma se decidi di non essere più integralista, lo fai a luglio, educando i giocatori a questa variabilità. A Roma, con la squadra tesissima, e bisognosa di uno spartito chiaro e semplice, abbiamo visto 5 moduli differenti in 90 minuti: 3-5-2, 4-4-2, 3-4-1-2, 4-2-3-1 e 2-3-5. Da un opposto all'altro. Spalletti, Mancini e Palladino sono in riva al fiume, ma, inorridito dagli sprechi, guardare un po'... vorrei Brambilla (Next Gen, nuovo Rabitti). L'unico, che non ha perso la testa, è Locatelli, imprescindibile in mezzo al campo. So bene che, nelle grandi Juventus del passato, sarebbe stato da panchina. Ma la Juventus di oggi è ben altro, e ha bisogno di lui.

4 - Bianco- Neri per caso, purtroppo, sull'orlo di una crisi di nervi. Il retropassaggio sanguinoso di David. I rimproveri di Tudor a Cambiaso, che per 25 minuti era stato il più pericoloso sulla fascia sinistra, pur patendo Eriksen. Le crisi esistenziali, la scorsa stagione, di Douglas Luiz, Koopmeiners e Vlahovic, e adesso di David e Openda. Tutti misteri. Tutti da psicanalisi, più che da fondamentali. E spero tanto che non stia entrando in crisi esistenziale anche un giovane, l'unico di talento, che si chiama Yildiz. Si sta rendendo conto, forse, di dove è capitato, e... di dove potrebbe andare?

25-10-2025
Carlo Nesti: "Napoli-Inter: è "La dura legge del gol" - Firmato: 883"

Napoli premiato dalla tattica. Inter punita dagli episodi (e dalla direzione di gara, compresi arbitro, assistenti, Var, e chi più ne ha, più ne metta). Il calcio è anche così. Non sempre c'entrano i meriti.

La squadra di Conte si apre la strada con un rigore, che non c'è. Mariani vede giusto, nel non concederlo. Un assistente, e il Var, lo costringono a sbagliare, e a decretarlo. Chi dovrebbe aiutarti a vedere bene, ti costringe a vedere male. Pazzesco.

Per De Bruyne, temo un grave infortunio. Ma quella, che è una disgrazia, si trasforma in una opportunità. Il Napoli si ritrova in modalità-scudetto, si schiera con il 4-5-1, e accentua il copione difesa-contropiede. Spinazzola sale, Mc Tominay si accentra, e torna ad essere un grande centravanti. Pardon... bomber.

L'Inter reagisce, ma c'è una fiammata, che stronca i nerazzurri in zona-gol. Conte e Lautaro si mandano aff.. in mondovisione. Mancano ancora 30 minuti. Tuttavia, il Napoli si catapulta, e si esalta, mentre l'Inter si sbilancia, e si spegne.

Le partite sono un romanzo, fatto di episodi. Qui, di bella scrittura ne ho vista poca. Di episodi molti. Anche troppi, sull'orlo di una crisi di nervi.

23-10-2025
Carlo Nesti: "Juve: a Madrid, più sfortuna, o più... Openda?"

Real Madrid-Juventus in 4 punti (versione testuale del video, che trovate su Youtube)

1 - Prestazione nettamente migliore della Juventus, rispetto a tante altre, considerando la cruda realtà del ranking UEFA: Real Madrid numero 1, Juve numero 27. Buona la prima parte del primo tempo, ottima la prima parte del secondo tempo, e poi... ci vuole un po' di fortuna, quella che non ha avuto Vlahovic, davanti a Courtois. Da sottolineare anche il finale, che ha spaventato i padroni di casa. In mezzo, sarebbe ingiusto non considerare quasi il 70 per 100, 28 tiri, 10 nello specchio della porta, del Real Madrid: il loro "minimo garantito", al netto dei rischi corsi. La classifica, purtroppo, dice Juventus 25 punti, fuori dai play off, dopo 7 partite senza vittorie, e 3 senza gol.

2 - La legge del calcio, a livello individuale, è spietata. Laddove non arriva il gioco di squadra, ecco che emergono i campioni. Pensiamo ai 2 attacchi. Da una parte, Bellingham, che ha segnato, Mbappé e Vinicius. Dall'altra Vlahovic, che pure non ha demeritato, David e Openda. Eh sì, Openda...

3 - Con 26 posizioni, nel ranking UEFA, di differenza, se vuoi vincere, o pareggiare, contro il Real Madrid, devi sperare che nessun giocatore scenda sotto il 6 in pagella. Io non avrei mai chiesto di più a Di Gregorio, con 3 parate eccezionali, ma anche a Gatti, troppo sottovalutato, e a Kalulu, in grado di svincolarsi da Vinicius, e inguaiare Carreras. Però, continuano a essere 2 i dispersi. Cambiaso, schiacciato da Brahim Diaz, e Koopmeiners, provato nell'ennesimo nuovo ruolo di playmaker. Troppo pochi 29 tocchi, contro i 62 di Thuram, e i 40 di Mc Kennie, quando, in quella posizione (e Locatelli in panchina!), dovresti essere il fulcro della manovra. Yildiz attraversa un periodo di appannamento, e ci sta, visto che deve giocare sempre, ma mi pongo una domanda. Il modulo, stavolta, era quello giusto, il 3-5-2, ma il turco non doveva giocare da seconda punta? Ho controllato la grafica Sofascore: perché ancora a sinistra, e perché ancora lontano dalla porta? A Madrid, non era questo il suo compito.

4 - Niente alibi, perché c'era all'80' una trattenuta di Conceicao, nei riguardi di Vinicius, lanciato verso Di Gregorio. Tuttavia, al 61', c'è stata anche un'entrataccia di Brahim Diaz su Thuram, che poteva essere da cartellino rosso (ovviamente, non al Bernabeu...). Se fosse accaduto: sliding doors. Nell'ultima mezz'ora, il Real Madrid avrebbe giocato in 10 contro 11. Thuram sarebbe rimasto in campo. E Conceicao avrebbe preso il posto di Koopmeiners. Le porte girevoli, stavolta, non hanno aiutato i bianconeri.

21-10-2025
Carlo Nesti: "Ma per qualcuno... ha ancora un significato la parola NAZIONALE?"

Non capisco un problema di fondo. Abbiamo scavato, in maniera esagerata, un fossato profondo chilometri, nel calcio, fra valore economico dei club, e valore economico della Nazionale, così come nel tennis, fra valore economico degli Slam, o delle Finals, e valore economico della Coppa Davis. Ma guardate che non è che da una parte guadagni 100, e dall’altra guadagni 0! Se vinci in maglia azzurra, ormai, ti assicuri dei ritorni di immagine, a livello televisivo e pubblicitario, eccezionali, anche perché ti mandano in onda, almeno alla fine, le televisioni in chiaro. Quindi, si tratta di scegliere fra chi ti paga molto, e chi ti paga meno, ma non niente! Detto questo, ci sono cose, nella vita, che non hanno prezzo, e che fanno parte della cultura sportiva, se vogliamo ancora tentare di insegnarla nelle scuole. La Nazionale, e cioè la maglia azzurra, è onore, è storia, è tradizione, è passione senza lucro, è rimasta una delle poche cose, in grado di unire il paese. Solo che oggi la carenza di valori esistenziali di troppi fa sì che, appena si parla di certe cose, si passa per retorici, demagogici e anacronistici. Se a queste persone va bene, un mondo svuotato di certi valori, se lo tengano. Io mi tengo il mio.

20-10-2025
Carlo Nesti: "Juve: Koopmeiners e David vengono imposti dall'alto?"

Como-Juventus in 4 punti (versione testuale del video, che trovate su Youtube).

1 - "Un grande futuro, dietro le spalle" (Vittorio Gassman). Spiace dirlo, ma questa Juventus è quella dell'anno scorso. Mediamente, 9-10 giocatori su 11 sono sempre gli stessi. Ri-manca un difensore fondamentale come Bremer. I nuovi acquisti, che dovevano colmare le lacune, non esistono. Si è tornati, nella circostanza meno opportuna, a quel modulo 4-2-3-1 tanto caro a Thiago Motta (fino al giugno 2027, 20 milioni lordi). Sembra una squadra in fotocopia, con una differenza: il fatto, per fortuna, di giocare un po' più in verticale. È giusto cominciare a decifrare la freddezza fra Tudor (fino al giugno 2027, 8 milioni lordi) e Comolli, con l'imposizione dall'alto di Koopmeiners e David, vista la certezza di perdere Vlahovic senza introiti? Una cosa è certa: nella costruzione della squadra, ci sono pochi giocatori a destra, pochi in mezzo, e troppi in avanti.

2 - La fase difensiva. Considerando l'indebolimento del reparto, a causa dell'assenza di Bremer, a me sembrava logico continuare a giocare con 3 difensori centrali, cioè con una cerniera più protettiva nei riguardi del portiere. Non è vero che era necessario schierarsi a 4, perchè Fabregas ha impiegato sulle fasce laterali solo Vojvoda e Alberto Moreno, affrontabili più alti, nel 3-5-2, con Cambiaso e Kalulu. Verso Di Gregorio, mi auguro di non vedere più certi retropassaggi, veramente, da infarto. Kelly, 91 palloni toccati, è stato l'unico baluardo della difesa, piaccia o no. Anche perché al suo fianco Rugani, appena 37 palloni toccati, non è stato all'altezza. Ma non era Gatti, se non altro per fisicità, il sostituto ideale di Bremer? L'alternativa era Kalulu, ma poi, chi avrebbe giocato a destra? Arrivare a rimpiangere Savona sarebbe tragicomico.

3 - Più che un vero e proprio gioco di squadra (Locatelli continuo, Thuram intermittente), ho visto solo 2 giocatori destabilizzanti, per la difesa del Como. A destra Conceicao, e a sinistra Yildiz (mal sostenuto da Cambiaso), ma solo nel primo tempo. Enfatizzare la vittoria di Nico Paz, nel duello con il turco, è un espediente di noi giornalisti per caricare la partita. Il futuro gioiello del Real Madrid, ieri, viaggiava su una Formula 1 (il collettivo di Fabregas), mentre il fantasista juventino viaggiava su una Formula 3: contesti molto differenti. Se Koopmeiners ha tirato 5 volte verso la porta, e David (gioco di raccordo, e stop) 0 volte (sconcertante), vuol dire che Tudor ha sbagliato formazione, lasciando dall'inizio, in panchina, Vlahovic.

4 - Azione corale. Per la prima metà del primo tempo, il Como, con il pressing alto, ha impedito alla Juventus di uscire dalla sua metacampo. In proporzione, da parte dei bianconeri, 8 passaggi nella propria metacampo, e appena 1 nella metacampo avversaria: schiacciati. Già l'anno scorso, e i giocatori sono quelli, si era cercato di addestrarli all'aggressività, spostando il baricentro in avanti. Tuttavia, appena ci si trovava alle prese con rivali più organizzati, e giochisti, la formazione andava in crisi, salvo colpire in contropiede, o attendere il loro calo di intensità. Ieri, il Como ha perso terreno nella ripresa, ma non è cambiato niente. Se ci sono limiti tecnici o tattici, a volte, si sopperisce con il carattere, ma le scariche di adrenalina, viste nei finali di gara, contro Inter e Borussia, non possono sempre sortire miracoli.

16-10-2025
Carlo Nesti: "Il popolo granata: contestare o incitare?"

La sensazione nitida, che si ha dopo questa prima parte negativa del campionato, è la stessa che si poteva prevedere già in estate, quando per l'ennesima volta sono stati ceduti i "gioielli della corona (... di spine)", e cioè Milinkovic Savic e Ricci, dopo i Buongiorno e Bellanova del 2024.

Il Toro potrebbe anche vincere una partita per 6-0, contro un grande avversario, e magari dare spettacolo, sul piano del gioco, ma ormai non cambierebbe più nulla, nel rapporto fra la maggioranza della tifoseria, e il presidente Cairo. La diffidenza, lo scetticismo, lo sconforto, la rabbia... sono sentimenti che hanno scavato un solco, fra i sostenitori granata e il massimo dirigente. E questo aspetto potrebbe essere pericoloso, per l'andamento della squadra in campionato.

Siccome la contestazione avviene all'interno dello Stadio Grande Torino, e siccome la formazione ha evidenti limiti, in particolare in difesa, non avere il completo appoggio del proprio pubblico, nella lotta per la salvezza, rappresenterebbe un ulteriore handicap. Personalmente, mi sento di dire che sarebbe più giusto trovare un compromesso, fra la contestazione nei riguardi di Cairo, e l'appoggio nei riguardi della squadra, nel senso di contestare fuori dallo stadio, e non dentro lo stadio.

La mia, tuttavia, è semplicemente una opinione, che certamente non cambierà la sacra volontà dei tifosi, ormai esasperati, al punto da scrivere nei social frasi tipo "Cairo ci ha portato via anche la speranza", oppure "Cairo è la nostra peggiore disgrazia dopo Superga". E stiamo parlando del presidente più longevo, e virtuoso, ma solo a livello di bilanci, della storia torinista. Espressioni molto pesanti e significative.

Io ritengo Cairo un grande imprenditore, e una persona furba e intelligente, per cui non mi capacito per come sta gestendo questo periodo. Ancora una volta, dimostra di non avere capito qual è lo spirito del tifoso granata, e quali sono i suoi valori. Se c'è un errore, che si può commettere in un frangente come quello attuale, è abolire la sincerità, e continuare a fare finta di niente.

Ad esempio, dire che i tifosi che incrocia per strada lo ringraziano, oppure che soltanto una parte modesta della tifoseria ce l'ha con lui, oppure che il rumore della contestazione rappresenta un semplice problema di acufene (fra le risate di decine di imbecilli). Ma perché prendere in giro i tifosi con queste frasi?

Sono già tifosi frustrati, per tutte le vicende della squadra, consapevoli che il prossimo anno, nel 2026, ne saranno passati 50 dall'ultimo scudetto granata. Consapevoli che, nel futuro, soltanto lo sbarco dal cielo di uno sceicco arabo potrà rinnovare la leggenda. E pazienza, se nessuno rivivrà quel 16 maggio 1976, che resta "il giorno della liberazione", per chi era allo stadio quel pomeriggio, in cui Superga tornò ad essere una collina. Una collina... e basta.

7-10-2025
Carlo Nesti: "Nazionale: quali sono i 5 azzurri di valore mondiale?"

Questo è l’elenco dei giocatori italiani, in ordine alfabetico, convocabili in Nazionale. È stato compilato con i followers del NESTI Channel, a cominciare dall’agosto 2025. L’asterisco indica gli elementi, che sono stati selezionati da Gattuso.

Una domanda per voi: quali sono i primi 5, in questo momento, di valore internazionale?

Secondo me, sono

1 – Donnarumma
Unico rappresentante tricolore, inserito nella lista dei pretendenti al Pallone d’Oro.

2 – Dimarco
Quando è in forma, è un giocatore totale, in grado di regalare assist, e garantire gol.

3 – Barella
Con il tempo, si è evoluto da cursore a fulcro del gioco, capace di trascinare la squadra.

4 – Tonali
L’esperienza inglese lo ha migliorato sia nella personalità, sia nella continuità, da play maker.

5 – Politano (infortunato)
L’infortunio interrompe il periodo migliore della sua carriera, da esterno universale.

PORTIERI
Carnesecchi. *
Di Gregorio.
Donnarumma.*
Meret. *
Perin.
Vicario. *

DIFENSORI CENTRALI
Acerbi.
Baschirotto.
Bastoni. *
Buongiorno.
Calafiori. *
Comuzzo.
Coppola. *
Gabbia. *
Gatti.
Leoni.
Mancini. *
Marianucci.
Natali.
Okoli.
Ranieri.
Rugani.
Scalvìni.

ESTERNI DESTRI BASSI
Del Prato.
Di Lorenzo. *
Bellanova.
Zappacosta.
Zortea.

ESTERNI SINISTRI BASSI
Dimarco. *
Cambiaso. *
Spinazzola. *
Udogie. *

CENTROCAMPISTI
Barella. *
Casadei.
Cristante. *
Esposito Salvatore (Spezia).
Fabbian.
Frattesi. *
Locatelli. *
Mandragora.
Nicolussi Caviglia. *
Pisilli.
Pobega.
Ricci.
Rovella.
Tonali. *

ESTERNI DESTRI ALTI
Koleosho.
Orsolini. *
Politano.

ESTERNI SINISTRI ALTI
Cambiaghi. *
Cancellieri.
El Shaarawy.
Grifo.
Raspadori. *
Zaccagni. *

TREQUARTISTI
Baldanzi.
Esposito Sebastiano.
Fazzini.
Maldini.
Oristanio.
Pellegrini.
Zaniolo.

ATTACCANTI
Camarda.
Chiesa
Colombo.
Esposito Francesco Pio (Inter). *
Esposito Sebastiano (Cagliari).
Retegui. *
Kean. *
Piccoli.
Pinamonti.
Scamacca.

6-10-2025
Carlo Nesti: "Juve-pareggite: ma non sarà mica il castigo di Thiago Motta?"

Juventus-Milan in 4 punti.

1- Fischi allo Stadium, ma credetemi, io mi aspettavo più o meno una partita così. Tudor e Allegri, infatti, sono allenatori pragmatici, e la loro priorità era quella di non perdere. È ovvio che il rigore per il Milan, dopo appena 8 minuti del secondo tempo, avrebbe sparigliato le carte, ma Pulisic ha tradito il suo momento di forma. Quindi, 5 pareggi di fila, ma contro 4 avversari di pari forza, se non più forti. Riecco la pareggiate. Ma non sarà mica un castigo, da parte di Thiago Motta?

2 - Veramente demoralizzante avere tre centravanti, e non sapere chi scegliere. David si è mangiato un altro goal. Openda è un punto interrogativo. Vlahovic ha perso posizioni, stranamente, nella gerarchia di Tudor, dopo avere segnato a raffica. Non ha proprio senso scoprire, a fine partita, che le conclusioni più pericolose sono state rappresentate da 4 tiri di Gatti, e 2 tiri di McKennie. Degli attaccanti, e dei centravanti, nessuna traccia.

3 - Ribadisco la mia tesi. Se hai 9/11 dello scorso campionato... se il mercato non ha ovviato ai tuoi limiti... se hai un gioco che non è moderno, bensì tradizionale... ti devi affidare, soprattutto, agli uomini base, agli insostituibili, che, per me, sono Bremer, Locatelli, Thuram e Yildiz. Contro il Milan, ne mancavano 2, Bremer e Thuram. Yildiz è stato avvicendato a 20 minuti dalla fine, e con lui è stato sostituito l'unico creativo in campo, e cioè Conceicao. Discutibile.

4 - L'effetto positivo di questi cambi, comunque, è stato, finalmente, potere passare a un altro modulo, e cioè il 3-5-2. Io credo che questa squadra debba giocare sempre con 3 centrocampisti interni, che sono quelli visti nel finale, vale a dire Locatelli, Thuram e McKennie. Questo per proteggere la difesa, e per non regalare, sistematicamente, il centrocampo agli avversari. Il punto qual è? Dietro di loro, quali sono i sostituti? Non ci sono, perché non considero tale, purtroppo, Koopmeiners, che ha fallito troppe volte, e in tutte le posizioni. Per questo, bisogna aspettare gennaio, perché possano arrivare i rinforzi. Io, tuttavia, non mi vergognerei di attingere dalla Next Gen (Owusu), o di arruolare uno svincolato (Pjanic).

2-10-2025
Carlo Nesti: "Juve - Centrocampo-no: perché non virare sul 4-3-3?"

Tocco con mano, nei social, la delusione dei tifosi bianconeri. Però, come già sottolineato altre volte, voglio ricordare un aspetto fondamentale.

Anche ieri, in campo, c'erano 10/11 della Juventus dello scorso campionato, oltretutto, senza Bremer e senza Thuram, cioè 2 assenti non da poco. Da un anno all'altro, è difficile che una squadra media, come quella della passata annata, diventi una grande squadra, soprattutto, se la campagna acquisti non colma determinate lacune.

Ci sono, a mio giudizio, 4 giocatori indispensabili, che sono Bremer, Thuram, Locatelli, piaccia o no, e Yildiz. Ieri ne mancavano 2 su 4, e quindi la Juventus è sicuramente partita, per così dire, ad handicap.

Una squadra che, a me, sembra spesso un castello di carte. Perché? Perché per stare su avrebbe bisogno di un centrocampo più robusto, ma a centrocampo, nella rosa, troviamo 2 titolari, che sono Locatelli e Thuram, un jolly, impiegato dappertutto, e cioè McKennie, e basta. Basta, perché Koopmainers ha confermato anche ieri di essere, in qualsiasi ruolo, un fantasma, Miretti è lungodegente, e Adzic è un trequartista.

I nodi, prima o dopo, vengono al pettine. Si è passati da un errore palese di mercato, ad un altro errore evidente di mercato nell'arco di 12 mesi. Un anno fa, è cominciata la stagione con un solo centravanti, per giocare su 3 fronti e cioè Vlahovic.

Quest'anno, invece, ci sono addirittura 3 centravanti, e devo dire che fra i 3, in questo momento, non saprei neppure chi scegliere, perché David, un giocatore da 25 gol a stagione, ha sbagliato veramente un un gol clamoroso. Quindi serviva un centravanti in meno, e un mediano in più: rimediare, a gennaio, potrebbe essere anche troppo tardi.

Esclusivamente per alimentare il dibattito, e senza nessuna pretesa, formulo una proposta, e mi chiedo... Ma non si potrebbe giocare anche in un altro modo, tatticamente, per irrobustire il centrocampo? E allora, nella mia fantasia, ma solo in quella, propongo un 4-3-3, con

Di Gregorio in porta;

Kalulu, Bremer, Gatti e Cambiaso in difesa;

Locatelli, Thuram e McKennie (attualmente, senza riserve valide, per un grave difetto di costruzione della squadra);

Conceicao, Vlahovic e Yildiz.

29-9-2025
Carlo Nesti: "#Tudorout? Per favore, prima valutiamo la rosa, e gli acquisti"

Nei social, si fa largo l'hashtag #Tudorout. Non mi sogno minimamente, nell'era del Web, di contestare la libertà di pensiero di chiunque, purché manifestata in modo educato. Quindi, in questi casi, mi soccorre ancora di più l'antica abitudine di esprimere opinioni moderate, evidenziando i "pro" e i "contro" di situazioni, squadre e personaggi.

La mia premessa riguarda il fatto che, nel calcio, prima ancora di giudicare gli allenatori, bisogna fare i conti con il materiale umano a disposizione. La Juve, mediamente, schiera, per 9 undicesimi, i giocatori della scorsa stagione, che tutti quanti avevano, e avevamo, valutato soltanto di valore medio, salvo Bremer, Yildiz, e un Thuram, ancora sulla via per diventare un campione.

Per ovviare a questi difetti, era necessario confidare negli acquisti, e nei margini di miglioramento di alcuni elementi, come Di Gregorio, Cambiaso, Conceicao e Vlahovic. Purtroppo, per il momento, 3 acquisti su 4 non stanno facendo la differenza, e cioè Joao Mario, David e Openda, in attesa di conoscere meglio le virtù di Zhegrova. In una situazione di questo genere, qualunque allenatore si sarebbe trovato in difficoltà.

Fatta la premessa, credo che Tudor sia stato fondamentale, nel rigenerare uno spogliatoio, terremotato dalla gestione Motta. Ha trasmesso fiducia, temperamento, juventinità, e uno spirito di gruppo, che si è visto nei finali adrenalinici contro l'Inter, e contro il Borussia Dortmund.

Chi si aspettava da Tudor lo spettacolo, deve tenere conto non solo di quel valore medio dei giocatori, di cui parlavo in precedenza, ma anche del fatto che l'allenatore, pure nelle sue esperienze precedenti, si era sempre rivelato un tecnico tradizionale, pragmatico e risultatista.

Chiedergli, con questa filosofia, un gioco europeista, con la difesa alta, la squadra riversata nella metà campo avversaria, e l'aggressività per 90 minuti, significa non avere capito quello che aveva già dimostrato, nella fase finale della scorsa annata.

Oltretutto, chi a Torino ha cercato di imporre una svolta tattica rivoluzionaria, da Maifredi a Sarri, che pure ha vinto uno scudetto, si è sempre scontrato con l'impossibilità di godere di tempi lunghi, per questo tipo di addestramento dei giocatori. A Torino, infatti, l'esigenza del risultato è, storicamente, pressante.

Tudor, inoltre, è, tatticamente, un integralista, ed io mi sono sempre dissociato da questa categoria di allenatori, pur apprezzando esempi sontuosi, come quello, tanto per fare un nome, di Arrigo Sacchi. Il tecnico croato è partito con un'idea in testa, quella del 3-4-2-1, e non l'ha mai cambiata, salvo un 3-5-2, nel campionato in corso, messo a disposizione, inutilmente, di Koopmeiners, finto trequartista.

Per obiettività bisogna ricordare che Tudor, nei finali di alcuni incontri, come quelli più recenti, ha sfruttato moltissimo i cambi, ed è arrivato a giocare addirittura con 5 uomini avanzati. Il punto, però, è che una volta chiamato ad attuare un modulo diverso dal 3-4-2-1, dall'inizio delle partite, ha sempre preferito rimanere fedele alla propria linea, anche a costo di non valutare altre soluzioni, che sarebbero state sicuramente utili, per sfruttare meglio le risorse dei giocatori.

In conclusione, ritengo che, ferma restando la più totale legittimità delle critiche, sia piuttosto prematuro, dopo appena 5 giornate di campionato, e 1 partita di Champions League, esprimere un giudizio definitivo.

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