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Allegri non l'ha sempre pensata così: da El Shaarawy a Kean, quanti giovanissimi lanciati

Allegri non l'ha sempre pensata così: da El Shaarawy a Kean, quanti giovanissimi lanciatiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 5 novembre 2021, 14:53Serie A
di Ivan Cardia

Matias Soulé è troppo giovane. Da questo punto di vista, si può anche essere d'accordo con Massimiliano Allegri, che però ha tratteggiato un percorso fin troppo lungo perché un ragazzo possa essere considerato "da Juventus". I primi passi nella seconda squadra in Serie C, poi qualche stagione in B, un prestito in A e infine l'approdo in bianconero a 25-26 anni. Una trafila piuttosto lunga, nella quale il rischio di perdersi sembra almeno pari a quello di bruciarsi con una falsa partenza. Del resto, in passato lo stesso allenatore bianconero ha avuto tutt'altro approccio con i giovani.

Da El Shaarawy a Pogba. Se l'esperienza di Cagliari va tenuta da parte, già al Milan il livornese è stato un "lanciatore" di talenti, da Calabria a Locatelli. Su tutti, però, Stephan El Shaarawy: nella stagione 2010-2011, il Faraone aveva appena vent'anni e veniva da una sola stagione in Serie B, al Padova. Con Allegri, giocò 28 partite (con 4 gol), nel suo primo anno al Milan. Ancora più emblematica la successiva gestione alla Juventus. Paul Pogba aveva diciannove anni e sette partite da professionista alle spalle, quando Max lo lanciò come titolare della Vecchia Signora.

Discorso simile per Kingsley Coman, diciottenne e con appena quattro partite al PSG prima delle venti presenze con la Juve di Allegri versione 2014-2015. Ultimo non ultimo, Moise Kean, che oggi fatica a trovare spazio: tre stagioni fa, quando l'attaccante italiano aveva diciassette anni e un campionato (andato così così) a Verona nella sua carriera, Allegri trovò il modo di fargli giocare ben 17 partite in stagione, risultando decisivo nel finale in più di un'occasione. Era molto meno cauto, un tempo, con i suoi "ragazzini".

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