Ante Coric è tornato: "A Malta inizio di una nuova fase. Avevo pensato di smettere"
La notte di Conference League ci ha regalato la favola Hamrun Spartans, prima squadra maltese a vincere una partita in una competizione europea. Tra i grandi protagonisti una delle più interessanti promesse degli anni scorsi, transitata anche in Italia: Ante Coric. Il croato ha segnato la rete del definitivo 3-1, tornando a gioire in Europa dopo 9 anni. Una liberazione per un grande talento inespresso, che ha passato momenti complicati che lo hanno anche portato a pensare al ritiro. Ai microfoni di Tuttomercatoweb si racconta:
Ante Coric, prima domanda: come stai?
"Alla grande. Ho trovato continuità, sto giocando anche 90' interi. Nell'ultima partita ero reduce da un problema e sono partito dalla panchina, alla fine sono entrato nei minuti finali e ho sfruttato un bel contropiede. L'aver segnato mi ha dato una gioia immensa, che non provavo da tempo. Non saprei nemmeno descriverla. E spero che sia l'inizio di una nuova fase della carriera".
L'ultimo tuo gol in Europa fu 9 anni fa
"Contro la Dinamo Tbilisi, era nelle qualificazioni. Ma un gol nel torneo vero e proprio, l'Europa League, l'ho segnato ancora prima, ormai 11 anni fa. E chi lo scorda: contro l'Astra Giurgiu, avevo 17 anni ed ero il più giovane giocatore del calcio croato ad aver segnato in una competizione europea. E in termini europei solo Lukaku e Tielemans furono più precoci. Ora il mio record croato è stato battuto".
Parli di una nuova fase della carriera. Malta è il posto ideale?
"La miglior scelta possibile. Qui ho trovato quello che cercavo: giocare con continuità, ritrovare il ritmo partita, ritrovare serenità. E mi sento amato, sento la fiducia di tutti. Vivere qui poi è bello, per il clima e la gente".
Cosa ti ha portato a Malta?
"Sono stato fermo a lungo, ho avuto un serio problema alla schiena che mi ha costretto a sottopormi a intervento chirurgico. Quando sono tornato ho avuto qualche chiamata, ma era evidente che i club non fossero sicuri del mio stati di salute. Insomma, si percepivano le perplessità. Al contrario quando il presidente dell'Hamrun Spartans mi ha chiamato e mi ha parlato di questa eventualità, mi ha fatto davvero sentire importante. Lui come l'allenatore. Mi hanno presentato un'offerta concreta e sebbene fossero consapevoli del tipo di operazione avuta mi hanno fatto il contratto il giorno dopo. Io dal canto mio mi sono detto: 'Perché no?'".
Hai avuto paura di non poter tornare a giocare?
"Sì, il pensiero c'era. Sono quegli infortuni che ti fanno valutare anche di appendere le scarpe al chiodo. Quando sono tornato in Croazia, avevo giocato tutte le partite col Rudes. Poi c'è stata l'opportunità di andare al Varazdin, speravo potesse essere un trampolino di lancio. Ho iniziato a provare dolore alla schiena, gli antidolorifici non funzionavano e un giorno non potevo alzarmi dal letto. Quando mi hanno controllato hanno disposto immediatamente per l'intervento chirurgico".
Possiamo dire che il problema ora è alle spalle
"Sì, da cinque mesi non sento nulla. Sto bene. Ma lo ammetto, è stato un periodo terribile e grazie alle persone vicine che mi hanno aiutato ne sono uscito".
Dove ti vedi fra un anno?
"Non voglio pensarci troppo. Ora sono a Malta e mi vedo a Malta, dove cerco di fare del mio meglio".
Il tuo nome in Italia è legato al tuo periodo alla Roma. Decisamente poco fortunato: tre presenze. Perché hai giocato così poco?
"Tante volte me l'hanno chiesto, non so trovare una risposta. Non ho avuto una chance e questo è un dato di fatto, ma perché non l'abbia avuta non lo so. Eppure quando ero arrivato parlavano di me come un grande talento. Mi ha portato Monchi che dopo quattro mesi è andato via. Già nel corso della prima stagione chiesi di andare in prestito, me lo negarono".
Come mai?
"Mi risposero: no, sei giovane, avrai la tua chance. Crediamo in te, in Bianda, in Justin Kluivert. Mi dicevano anche che mi allenavo bene, che ero un bravo ragazzo, di non preoccuparmi. Poi però il campo non lo vedevo. Se mi avessero detto: 'Ci dispiace, non sei da Roma' lo avrei capito e invece niente, a un certo punto nessuno parlava con me".
Il prestito è arrivato l'anno dopo, all'Almeria. Il primo di una lunga serie: VVV-Venlo, Olimpija, Zurigo. In Svizzera vinci pure il campionato
"A Zurigo ho fatto bene, speravo di essere riscattato ma Tiago Pinto ha chiesto troppi soldi. Evidentemente mi voleva dirottare in un club di suo gradimento, mentre con gli altri non si metteva nemmeno a parlare. A un certo punto mi ha fatto passare per un giocatore attaccato ai soldi, che non se ne voleva andare per quello. Cosa peraltro non vera".
Non c'è stato modo di confrontarsi?
"Macché. Non ho mai visto Tiago Pinto di persona".
E così sei rimasto un anno senza giocare, stagione 2022/23
"Terribile. Io e Bianda ad allenarci da soli, con il preparatore. Fine. Non c'era modo di parlare con nessuno. Mourinho ad esempio mai visto".
Cosa ti hanno lasciato queste esperienze?
"Amarezza, ma mi hanno fortificato. Sia il periodo alla Roma che gli infortuni. Sicuramente sono esperienze che mi hanno fortificato e ora sono felice".
La Roma la segui ancora?
"Sempre, sono rimasto un tifoso dei giallorossi e ho un gran ricordo dei suoi tifosi, eccezionali".













