Avv. D'Avirro a RFV sul processo a Gudmundsson: "Pensi a giocare, sennò vive male"
Per parlare del caso Gudmundsson e dei possibili rischi per la Fiorentina legati al processo per cattiva condotta sessuale, l'avvocato Nino D'Avirro ha parlato a Radio Firenzeviola, durante 'Viola amore mio', provando a spiegare la situazione: "Non sono esperto di diritto islandese ma posso rifarmi alla nostra procedura, analoga al codice di procedura penale che prevede l'archiviazione di un procedimento penale che nasce a seguito della querela o della denuncia della persona offesa. Vengono fatte delle indagini e, se alla fine il pubblico ministero decide che non ci sono sufficienti prove, si chiede l'archiviazione. La richiesta di archiviazione viene notificata alla persona offesa che ha presentato la querela alla denuncia, poi può fare opposizione in un'udienza nella quale il giudice delle indagini preliminari decide se l'ipotesi sia fondata. A quel punto il PM valuta il rinvio a giudizio. Fin qui sta accadendo in Islanda quello che accade anche in Italia, mi pare un meccanismo analogo: ci sarà stata una valutazione del giudice se l'opposizione fosse fondata o meno. E questo è importante. Il problema rilevante dal punto di vista penale è capire se l'opposizione è promossa dal privato, cioè dalla persona offesa. Se la pubblica accusa ha chiesto l'archiviazione, allora si ritiene che non esistano elementi per poter procedere: è un elemento a vantaggio e favorevole per il calciatore. Significa che il pubblico ministero non ha trovato motivi per procedere penalmente".
Sta alla parte offesa portare delle prove?
"Evidentemente il PM che aveva chiesto l'archiviazione aveva valutato non ci fossero elementi per proseguire dal punto di vista penale e quindi non crede nell'accusa. Il processo è partito in senso favorevole per l'imputato, quindi del calciatore, perché il pubblico ministero non crede alla fondatezza dell'accusa. Può darsi che non siano necessarie prove nuove e chi deve giudicare la veda diversa rispetto al PM. Sarà come accade da noi: penso che per forza le cose andranno alle lunghe".
Quindi non si aspetta una sentenza a breve.
"Sono processi particolarmente complessi, dovranno sentire testimoni e valutare tante cose, almeno qui in Italia. Probabilmente il processo un po' di tempo lo chiederà. Gudmundsson avrà un po' una Spada di Damocle ma come dicevo prima ha iniziato più che bene il processo".
Cosa si dice all'imputato in questi casi?
"A me è capitato spesso in Italia di trattare casi simili. Bisogna che il giocatore non ci pensi, che pensi ad altro: a giocare e a concentrarsi sul lavoro, perché sennò vive male".