Che destino Vieira: quattro mesi fa poteva scegliere l'Inter, ora rischia al Genoa
"Mi fai una domanda così dopo la partita? E' un po' difficile. Capisco che è il tuo lavoro. Ma questa domanda per me non ha senso". Nella serata di ieri dopo la sconfitta interna contro la Cremonese l'allenatore del Genoa Patrick Vieira ha risposto così alla domanda circa il sentire o meno la fiducia della società. Il tecnico francese che s'è presentato in sala stampa dopo la sesta sconfitta in nove partite, dopo un ko pesantissimo e l'aperta contestazione dei suoi tifosi, anche dopo un'altra partita senza tre punti è stato confermato sulla panchina del Genoa. Però la prossima sfida contro il Sassuolo non potrà che essere decisiva anche perché la classifica parla chiaro: il Genoa è ultimo con tre punti.
Lo scorso anno Alberto Gilardino fu esonerato alla sosta di novembre per molto meno. Con un rendimento decisamente migliore. L'avvicendamento arrivò dopo dodici giornate, il Genoa aveva conquistato dieci punti e non occupava le ultime tre posizioni. Eppure la società rossoblù optò per un cambio in panchina e ingaggiò Patrick Vieira tra lo scetticismo generale. I risultati però confermarono la bontà di quella scelta: il manager francese s'inserì al meglio nelle spogliatoio e trascinò il Genoa verso una salvezza tranquilla.
I risultati lo premiarono talmente tanto che in estate, dopo il passo indietro di Simone Inzaghi, il suo nome è circolato anche in chiave Inter. Vieira non è stato cercato con la stessa insistenza di Cesc Fabregas, ma dei contatti prima dell'ingaggio di Chivu ci sono stati. E però proprio come il manager spagnolo Vieira decise che non era il momento giusto. Di non fare un passo che rischiava di essere più lungo della gamba.
Chissà se oggi la penserebbe allo stesso modo. Difficile dirlo, molto probabilmente no. Perché al Genoa la stagione va avanti secondo le più nere aspettative: tre punti in nove partite, zero vittorie e peggior attacco del torneo. La svolta poteva arrivare ieri e invece il Genoa oggi si trova ancor più nel profondo abisso. Tra quattro giorni a Reggio Emilia sarà sfida da dentro o fuori.











