Emerson Royal: "Vedevo il Milan perché amavo Ronaldinho. Kakà modello per noi brasiliani"
"A chi ho pensato quando ho firmato per il Milan? A mio figlio e a mia moglie. Mio figlio mi ha cambiato la vita e anche mia moglie fa sempre di tutto per stare vicino a me. Sono le due persone a cui penso di più. Ho anche mia madre e i miei fratelli, ma le più importanti sono mia moglie e mio figlio". Emerson Royal, ultimo acquisto ufficializzato dal Milan, si è raccontato così ai microfoni di Milan TV: "Ho sempre sognato di essere padre, amo molto mio figlio, vorrei star sempre con lui. C'è una rapporto tra noi che non si può spiegare. Anche mia moglie mi dà molto amore e mi ha regalato mio figlio. Si chiama Claudio, mentre mia moglie Stella".
Sulle partite contro il Milan con il Tottenham: "Quando entrai a San Siro provai una grande emozione perché è uno stadio bellissimo, pieno di tifosi. Prima della partita guardavo i tifosi e speravo un giorno di poter giocare per loro. Ora sono qui al Milan e voglio vivere di nuovo quell'atmosfera, ora però con la maglia rossonera. Sono qui per fare la differenza".
Sul numero 22: "Il 22 è di Kakà. Indossare questo numero è una grandissima responsabilità. Ma io l'ho preso, voglio fare la storia come Kakà. Per noi brasiliani Kakà è un modello e quando ho saputo che indossava il 22 non ci ho pensato due volte e l'ho scelto perché voglio fare bene come lui".
Sul giocare nel Milan: "Per noi brasiliani il Milan è come se fosse una nostra squadra, una squadra brasiliana. Per questo ho sempre sognato di giocare qui. Come si possono dimenticare le magie di Ronaldinho, vedono molte partite del Milan perché amavo Ronaldinho. So che ai tifosi piacciono molto i brasiliani, il club somiglia molto ai club brasiliani, quindi ho tutta la fiducia della squadra e dei tifosi per fare bene il mio lavoro".
Sulla lingua: "Non parlo ancora italiano, per questo avere persone come Fonseca e Leao che parlano portoghese mi possono aiutare molto. Devo imparare l'italiano il prima possibile per parlare con i miei compagni. Io sono fatto così, mi piace parlare, fare battute, mi piace ballare e fare tante cose. E per farlo bene devo parlare l'italiano".
Sulla Serie A: "Quando sono andato via dal Brasile per andare in Spagna ho trovato un calcio un po' diverso. In Spagna il calcio è tecnico, in Inghilterra invece è più fisico. Ora arrivo in Italia dove il calcio è più tattico, credo che le cose che ho imparato nella mie esperienze in Brasile, Spagna e Inghilterra mi possono aiutare a fare bene qui. So che è un campionato difficile, ma vengo per lottare e cercare di vincere".