Fiorentina, Pioli: "Mi aspetto altri due innesti. La Champions sia il nostro traguardo"

Lunga intervista a Repubblica per Stefano Pioli, allenatore della Fiorentina, che tra le altre cose ha parlato del gruppo che vuole plasmare in viola: "Più di prima chiedo un atteggiamento mentale giusto ai giocatori. Conta più l'attitudine della qualità, per tagliare traguardi prestigiosi. Non mi interessa che i calciatori vadano a mangiare la pizza insieme, pretendo che in campo facciano quello che gli chiedo. Qui ho trovato un gruppo sano, quindi partiamo avvantaggiati".
Pioli torna in Italia dopo l'esperienza sulla panchina dell'Al Nassr, in Arabia, dove ha allenato Cristiano Ronaldo: "Solo lavorandoci si ha la percezione di quanto sia immenso, un'entità che smuove tutto ciò che ha intorno. Allenarlo è facile, non devi mai ricordargli niente. Avendo 40 anni si deve autogestire, sa bene cosa può o non può fare. La sua ossessione l'ho vista in Klose alla Lazio e in Ibra al Milan. Io amo arrivare al campo alle 7 e andarmene alle 18, anche un'uscita fuori con la famiglia va calcolata in base alle ore di riposo o all'alimentazione. Per questo solo in pochi diventano campioni".
E ancora, Pioli parla di come fosse la Serie A da lontano: "Torneo interessante e in salute, ci stiamo avvicinando alla Premier anche se non la eguaglieremo". C'è un volto nuovo in panchina che lo intriga più di altri: "Cuesta al Parma, mi farà effetto salutare un collega di 30 anni. Ammiro chi garantisce subito alti standard, io per arrivare ho dovuto fare una lunga gavetta". Quindi qualche parole sulla lotta Scudetto: "Il Napoli se la gioca con Inter e Milan, anche se Allegri non vuole che lo dica ha il grande vantaggio di non giocare le coppe". E sulla Nazionale: "Gattuso è l'uomo giusto. Anche io accostato? Mi ha fatto piacere ma in questo momento non è quello che voglio, amo la routine dei club. Credevo che Ranieri accettasse, per chiudere una carriera meravigliosa".
I ricordi di Pioli tornano poi al Milan, dove ha vinto lo Scudetto: "Una grande gioia, mi ha dato felicità e notorietà. Nessuna rivincita, ai livelli più alti sei sempre in discussione. Credo che mi commuoverò al ritorno a San Siro alla 7^ giornata, l'anno dello Scudetto si era creata un'atmosfera magica e il coro 'Pioli is on fire' mi ha divertito molto".
Conclusione sui principali temi 'singoli' di casa Fiorentina: "Ringrazio Commisso perché ha trattenuto giocatori forti e persone di spessore come Kean, De Gea, Gudmundsson, Fagioli e Gosens. La base del progetto nei prossimi due anni. Kean? Lo volevo al Milan, anche se c'era chi parlava male di lui. Nulla di vero, ragazzo serio che dà tutto. Ed è amico di Leao, sono due dal grande cuore. Dzeko? Un professore in campo. Fuori un esempio per i più giovani. Tridente? Dipenderà dagli altri otto, dall'avversario e dalla partita. Mercato? Mi aspetto un paio di innesti, la società sa cosa serve. Commisso mi piace, è schietto e diretto". E ancora si dettano obiettivi ("La Champions deve essere il nostro traguardo" e "So bene che la Fiorentina non vince dal 2001, è una responsabilità e uno stimolo"). A chi dedicherebbe la coppa? Spiega Pioli: "A Davide Astori, il mio capitano. Qui lo sento ancora più presente, non oso immaginare che effetto mi farebbe".
