FOCUS TMW - La nuova Champions aiuta (anche) le italiane. Alla Juve potrebbe bastare il 6° posto

Cosa cambia per le italiane nella nuova Champions League? Poco, ma non nulla. Perché, al netto delle dieci partite garantite - invece delle sei che attualmente sono garantite - e la modalità campionato che porta a un'immensa classifica, dall'altro lato le differenze sono relativamente poche, almeno per quanto riguarda l'ingresso dei nostri club. Perché saranno ancora quattro i club che l'Italia porterà nella massima competizione continentale, non uno di meno. La Superlega però un effetto lo ha avuto. Al netto di avere probabilmente più incassi - e più dividendi distribuiti dalla UEFA per la Champions - c'è anche una situazione che andrebbe rilevata.

Due posti al ranking più alto.
Cosa significa? Che oltre ai trentadue che si qualificano attualmente, ci saranno quattro club in più. Uno che arriverà dal percorso dei campioni, uno in base al ranking della terza classificata del quinto campionato (che verosimilmente sarebbe la Francia), ma due in base al ranking UEFA delle singole squadre che si qualificano all'Europa. Cosa significa? Basta che un club si qualifichi in Europa - quindi alla Conference League - per potere arrivare eventualmente a un ripescaggio.

Il caso Juventus.
Le prime dieci posizioni UEFA sono occupate oggi da Bayern Monaco, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Real Madrid, Paris Saint Germain, Barcellona, Juventus, Manchester United e Atletico Madrid. Le prime due non avranno problemi a raggiungere la prossima Champions, così come Real Madrid e PSG. Di fatto in bilico ci sono Liverpool (che ci andrà al 90%), il Chelsea e il Barcellona, prima della Juventus. Se due su tre dovessero essere promosse, allora alla Juve basterebbe arrivare in Conference League per essere ripescata in Champions in base al ranking. Un modo per premiare chi sta facendo bene nelle competizioni europee. O meglio, come auspicava Agnelli, per avere comunque una sorta di salvagente dopo tanti anni di buone cose.