Inter ancora in corsa per lo Scudetto! Pali, rimpianti e tante polemiche: Juve battuta 1-0

Un Derby d'Italia che definire imprevedibile per il canovaccio proposto è riduttivo. Un episodio che ha fatto e non poco discutere durante la partita, figurarsi dopo... Uno 0-1 che impone delle riflessioni per come è maturato, delle analisi. Tanti i ragionamenti da fare ma partiamo dalla notizia più importante: l'Inter è ancora in corsa per la conquista dello Scudetto, nel momento più difficile della sua stagione la squadra di Inzaghi ha vinto allo Stadium portandosi a -3 da Milan e Napoli. La Juve, dall'altro lato, può definitivamente dire addio al sogno Scudetto e anzi non deve dare per scontato il quarto posto: a sorpresa, la rivale numero uno è la Roma di Mourinho, squadra quinta in classifica che si trova a -5 e che a Genova contro la Samp ha conquistato il decimo risultato consecutivo.

La lunghissima striscia positiva della Juve s'è invece fermata stasera. E sul come s'è fermata - passando dalla notizia all'analisi - c'è da aprire una parentesi. Perché la squadra di Allegri ha giocato meglio, a tratti molto meglio degli avversari. Ha costruito occasioni da rete ha raffica, ha colpito due legni, ma alla fine ha perso per un rigore concesso solo dopo l'on field review. E ripetuto solo dopo un altro on field review e dopo un gol di Calhanoglu che era stato inizialmente annullato per fallo in attacco.

In sintesi, questo l'episodio che ha deciso la partita: al 45esimo, Irrati lascia inizialmente proseguire per un pestone in area di Morata su Dumfries, ma viene richiamato al VAR e concede il penalty. Sul dischetto si presenta Calhanoglu, che calcia su Szczesny ma poi ribadisce in rete. Irrati lo annulla: fallo in attacco. La Juve esulta, ma ben presto protesta perché Irrati viene di nuovo chiamato al VAR per valutare il fallo. In realtà, viene valutato irregolare l'ingresso anticipato in area di De Ligt, che impatta sull'azione, e il rigore viene fatto ribattere. Allegri lancia via la giacca infuriato, Calhanoglu questa volta non sbaglia. Il tutto in cinque minuti, i cinque minuti che hanno deciso la partita. E apriranno ora polemiche animate.

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