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Inter, pro e contro della conferma di Inzaghi. Se sarà addio, la suggestione è un grande ritorno

Inter, pro e contro della conferma di Inzaghi. Se sarà addio, la suggestione è un grande ritornoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 24 marzo 2023, 08:00Serie A
di Ivan Cardia

La stagione dell'Inter è un cliffhanger dietro l'altro, una lunga serie di episodi che tengono col fiato sospeso. Non sai mai cosa riservi il domani, a un passo falso può fare seguito un grande traguardo raggiunto e viceversa. In queste montagne russe, mancano punti fermi e spesso anche equilibrio nelle analisi. Così, uno dei temi è diventata col passare delle settimane la panchina di Simone Inzaghi. A proposito di punti fermi, la società nerazzurra ne ha messo uno a giugno dell'anno scorso: il tecnico piacentino ha infatti rinnovato il contratto fino al 2024. Non è una cosa secondaria quando si parli di futuro. Ma non è neanche l'unica sul piatto della bilancia.

Avanti con Inzaghi? I pro… Il contratto è, comunque, la prima delle ragioni che spingono alla conferma del tecnico. Non era scontato che la società rinnovasse la fiducia dopo una stagione caratterizzata da due trofei - Coppa Italia e Supercoppa - ma anche dalla cocente delusione per uno scudetto che per molti l'Inter ha lasciato per strada. Di per sé, tornare sui propri passi avrebbe del clamoroso. In più, Inzaghi può vantare (e lo ha fatto concretamente) la qualificazione ai quarti di finale della Champions League, e un tabellone che a questo punto può far immaginare qualsiasi cosa. La squadra, nonostante i diversi infortuni e Juve permettendo, è tuttora al terzo posto in campionato: uno scenario con l'Inter finalista, o anche semifinalista di Champions e comunque qualificata alla prossima edizione della competizione avrebbe come logica conseguenza la conferma. Senza considerare il quadro complessivo di una società che ha sì fatto degli sforzi per restare competitiva sul campo, ma su cui aleggia una costante incertezza del domani.

… e i contro. Proprio il mercato dell'anno scorso milita tra le motivazioni che potrebbero portare a un cambio in panchina. La rosa di questa stagione, al netto del lungo infortunio di Lukaku, è più forte di quella dell'annata precedente. Non essere neanche lontanamente in corsa per lo scudetto è un minus, aver perso una gara ogni tre (nove sconfitte su ventisette giornate di campionato) è considerato inaccettabile dalle parti di viale della Liberazione. A Inzaghi, oltre a una certa rigidità tattica di cui si doveva pur essere consapevoli, viene poi contestato lo scarso impiego dei giovani, soprattutto Asllani che è un patrimonio dell'Inter e non gioca da ormai troppo tempo. Intendiamoci: una certa insoddisfazione si può ipotizzare anche lato allenatore, i sassolini volati via dalle scarpe post Porto stanno lì a testimoniarlo. Se non è stato davvero lasciato solo, in alcune occasioni Inzaghi ci si è quantomeno sentito e i matrimoni, da che mondo è mondo, si fanno ma si rinnovano anche in due. Alla fine, si torna lì: deciderà la Champions. Con lo scenario ipotizzato prima, sarebbe difficile pensare a un cambio di manico, per quanto oggi le sensazioni possano suggerire questa direzione. Viceversa, con l'Inter piazzata al di sotto del quarto posto (cosa che nessuno si augura per i pesanti risvolti economici che avrebbe) la svolta sarebbe inevitabile. Nel mezzo, tutte le variabili di un finale di stagione con tante, troppe incertezze per dire che una decisione è già stata presa.

E in caso di cambio? I nomi, circolati sin da inizio stagione, sono tanti. Non è un mistero che alla dirigenza piacciano profili come Roberto De Zerbi o Thiago Motta, anche Vincenzo Italiano mentre sono calate nel corso dei mesi le quotazioni di un'ipotesi Stankovic. Da qualche giorno, però, la suggestione forte è un'altra. Antonio Conte è in aperta rottura con il Tottenham: in Inghilterra danno per imminente un accordo per la separazione, che nella migliore delle ipotesi arriverà comunque a fine stagione. Il rapporto di odi et amo con Marotta, complici le vicende personali del tecnico salentino, è sempre rimasto costante. Dal grande ex, che abbandonò la barca per la poca chiarezza sugli obiettivi e di quella scelta si è forse anche pentito, filtra una certa disponibilità a rimettere in discussione anche l'onere economico che comporterebbe un suo ritorno. Quella di Conte è un'ombra pesante per chiunque in Serie A, ma soprattutto per l'attuale allenatore dell'Inter.

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