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Mercato bloccato in A? A gennaio non rischia (quasi) nessuno. A luglio…

Mercato bloccato in A? A gennaio non rischia (quasi) nessuno. A luglio…
© foto di Federico De Luca 2025
Ivan Cardia
Oggi alle 21:25Serie A
Ivan Cardia

La stretta sui controlli dalla Figc spaventa la Serie A. Come ha raccontato Il Messaggero oggi, diversi club del massimo campionato potrebbero avere difficoltà a rientrare nei parametri previsti a livello federale e rischiare il blocco del mercato come avvenuto alla Lazio, ma questo discorso vale da giugno 2026 in poi. Dall’estate, infatti, l’indicatore del costo del lavoro allargato - che in estrema sintesi valuta l’incidenza dei costi per il personale rispetto al fatturato - si abbasserà a 0.7, come peraltro previsto dalle licenze UEFA. Saranno esclusi, come deciso in consiglio federale lunedì 24 novembre, i costi per gli under 23 italiani, nell’ottica di incentivare gli investimenti sui vivai. Il tema, però, si pone appunto dalla prossima estate in poi.

A gennaio, invece, rimarrà in vigore il limite attuale, lo 0.8 che ha già fermato la Lazio (insieme agli altri due indici, liquidità e indebitamento, che da giugno non saranno più presi in considerazione sotto questo profilo). I biancocelesti difficilmente riusciranno a sbloccare il proprio mercato invernale, con buona pace di Sarri ma, delle squadre citate dal quotidiano romano, la maggior parte in realtà non dovrebbe incappare in problematiche. Atalanta, Fiorentina, Torino e Genoa risultano essere in regola. L’unica potenzialmente a rischio, infatti, sembra essere il Napoli di Aurelio De Laurentiis. In caso, peraltro, un eventuale blocco del mercato sarebbe risolvibile in vari modi: versamenti in conto futuro aumento di capitale; aumento di capitale integralmente sottoscritto e versato e da effettuarsi esclusivamente in denaro; versamenti in conto copertura perdite; finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci. Anche dal club campione d’Italia, però, sembra filtrare tranquillità in tal senso.

Discorso diverso riguarda l’estate, quando effettivamente sembra che i nuovi parametri possano mettere in difficoltà mezza Serie A. E il quadro - che peraltro sarà valutato dalla nuova commissione governativa, non dalla Covisoc non più operante - rischia di essere addirittura peggiore rispetto a quello indicato dal quotidiano capitolino: a oggi, infatti, sarebbero dieci le società del massimo campionato in difficoltà nel rispettare il limite dello 0.7 fissato per l’indicatore del costo del lavoro allargato. Fermo restando - non è una precisazione secondaria - che in diversi casi potrebbero bastare piccoli aggiustamenti per evitare problemi.

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