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Milan, Pulisic spiega: "Ecco perché non sono andato in Nazionale. È la decisione migliore"

Milan, Pulisic spiega: "Ecco perché non sono andato in Nazionale. È la decisione migliore"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Andrea Piras
Oggi alle 11:15Serie A
Andrea Piras

Christian Pulisic è rimasto a Milanello a lavorare. Il derby nel mirino per il trequartista del Milan che sta recuperando da un problema fisico. E proprio sulla sua assenza dalla Nazionale degli Stati Uniti ha parlato ai microfoni di CBS Sports:

"Parlando con le persone del Milan - riportano i colleghi di Milannews.it - ma anche quando ho lasciato la nazionale, abbiamo avuto buone conversazioni. Non credo fosse giusto per me andare in nazionale e giocare lì la mia prima partita. Voglio solo assicurarmi di avere il tempo giusto per prendermi cura di me stesso e controllare che il mio bicipite femorale stia bene, permettendo ad altri di prendere il mio posto. Quindi penso che sia stata la decisione migliore per tutti in questo momento".

Il numero 11 rossonero si è poi soffermato anche sul momento della sua carriera: "Sono ad una buona età nella mia carriera - ha concluso Christian Pulisic - probabilmente nel momento migliore fisicamente. Ho imparato tanto, dico sempre che spero che il mio prime sia la prossima stagione perché questo è sempre il mio obiettivo. Ma se questo è il mio prime, voglio godermelo. Ma sicuramente sento di vivere ora il mio miglior momento nel calcio“.

L'infortunio che l'ha tenuta fuori dal campo come lo ha vissuto?
"Quando succede è così frustrante. Ti vengono in mente tutti quei pensieri: perché proprio adesso? Le cose andavano così bene all'inizio della stagione. Per fortuna non credo sia la cosa peggiore che potesse capitarmi. Sono stato fuori un paio di settimane e ora sono già tornato, quindi sono fortunato che non sia andata peggio di così, quindi cerco di vederla da una prospettiva positiva. Come calciatore, i momenti in cui sei infortunato e non puoi giocare nei fine settimana sono i peggiori per noi. Lavoriamo duramente per cercare di mantenerci in forma e di essere disponibili il più possibile, e quei momenti possono essere davvero difficili perché vorresti solo tornare in campo e aiutare la tua squadra. È davvero dura, e poi sei lì sul lettino del fisioterapista a guardare la tua squadra che si allena. È una situazione difficile, ma penso che sia proprio quella sensazione a spingerti a voler tornare il più velocemente possibile. È stata dura, ma ora sono tornato e mi sento molto meglio".

Non vincere lo Scudetto renderebbe la vostra stagione negativa?
"È il nostro obiettivo, sicuramente. Non voglio vederla dal lato negativo, come sarà se non vinceremo. Faremo del nostro meglio, verremmo giudicati partita dopo partita. Ci sono state stagioni in cui non ho vinto niente, ma abbiamo fatto tante cose belle. Ma quando vinci quel trofeo, non c’è nulla come ciò, vuol dire che il lavoro viene ripagato".

Quali sono i suoi obiettivi personali?
"Gli obiettivi realizzativi sono cose private, almeno per me. Non li voglio condividere. C’è già abbastanza pressione su di noi, non c’è bisogno di metterne altra. Le persone non si rendono conto della pressione che mettiamo su di noi, io chiedo tantissimo a me stesso, ma è una cosa che fanno tutti i professionisti. Mi pongo obiettivi di gol per aiutare la squadra".

Che ruolo ha nello spogliatoio del Milan?
"Non mi faccio sentire molto a parole, sono riservato e silenzioso. Ma sono cresciuto in carriera anche sotto questo punto di vista, non ho paura di dire la mia".

Modric l'ha stupita? Ha davvero regalato un iPhone a tutti?
"Sì, non sapevo che fosse uscita questa cosa. Non so se io debba confermarlo, ma sì (ride, ndr). In teoria i nuovi dovrebbero cantare davanti alla squadra, ma quando sei Luka Modric e hai vinto il Pallone d’Oro e diverse Champions League, puoi anche non farlo. E poi non si dice no a nuovi iPhone (ride, ndr)".

Ci racconti il suo "rito di iniziazione" al Milan.
"È imbarazzante. Ho cantato 'Party in the USA' di Miley Cyrus, pensavo fosse adatta. Penso di aver fatto qualcosa di simile al Chelsea. È stato il peggior momento nel mondo. Lo odio, ho visto persone così a disagio".

Come vive in Italia?
"Mi piace, mi piace la cultura italiana. Mi piacciono le persone, il cibo è anche molto buono. Batte Londra? Sicuramente (ride, ndr)".

Quando lascerà il calcio giocato?
"Ci ho pensato. Non so, dipende da dove mi porterà la mia carriera. Sicuramente passerò del tempo negli Stati Uniti, sono stato lontano dalla famiglia per tanto tempo. È difficile capire quando è il momento giusto di ritirarsi. Ad oggi vedo davanti a meno ancora una decina di anni di carriera. Voglio andare avanti il più a lungo possibile. Poi ora vedo Modric nello spogliatoio: questo ragazzo ha 40 anni e fa prestazioni da 10. Mi chiedo come faccia. Spero di fare come lui".

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