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TMW - Spezia, Macia: "Cardoso e Moutinho proveremo a prenderli subito. Voglio ambizione"

TMW - Spezia, Macia: "Cardoso e Moutinho proveremo a prenderli subito. Voglio ambizione"
venerdì 18 novembre 2022, 14:23Serie A
di Niccolò Pasta
fonte inviato a La Spezia

Lungo incontro con la stampa per Eduardo Macìa in tarda mattinata, in cui, tra i vari argomenti, ha esposto le strategie di mercato dello Spezia, che ha chiuso il 2022 con un margine di sei punti sulla zona retrocessione: “Faccio una prima considerazione. Nel calcio c'è stato un cambiamento, che molti non hanno capito. Il vero cambiamento nel calcio oggi è che hai diciotto titolari, non undici. Negli ultimi due anni è stata inserita la regola delle cinque sostituzioni, che ti permette di cambiare il 50% della squadra. Ora puoi avere un piano A e un piano B, e su questo dovremo lavorare. Dobbiamo pensare di avere un gruppo che abbia sedici titolari ogni partita. Non è una squadra di venticinque calciatori in cui devi fare turnover, ora puoi decidere: gioco con Verde 45’ e poi metto Gyasi e cambio piano. E allo stesso modo dovremo fare il mercato, dovremo raggiungere l’obiettivo di avere sedici titolari. È stata un po’ una nostra mancanza: andavamo bene per 75 minuti, poi nel finale abbiamo faticato. Abbiamo preso gol importanti, con Fiorentina, Milan, quando pensavamo di essere in controllo. Dobbiamo migliorare qui. Non posso dire che prendere un giocatore, due, tre, ma devo mettere a disposizione del mister sedici titolari. L’atteggiamento in campo è migliorato, l’identità della squadra è chiara, ci sono state prestazioni in cui si è visto lo Spezia. Ci è mancato un po’ il risultato”.

Il miglior avvio dello Spezia. Ne tenete conto?
“Ho studiato un po’ la società in questi due anni, per capire come è andata e per non fare gli stessi errori. Il nostro mister non ha avuto l’opportunità di lavorare con una squadra vera sin dall'inizio, perché con il mercato, tra uscite ed entrate, ha impiegato due mesi. Il primo settembre non era la squadra del primo luglio. Le prime tre, quattro, cinque partite hanno visto un po’ di sbaraglio, nonostante i risultati. Poi dopo un lungo colloquio con il mister, abbiamo trovato la nostra strada, il nostro percorso, e abbiamo lavorato su questo. Come dirigente devo regalare all’allenatore l’80% della rosa il primo luglio. Se non succede è colpa della società. Se voglio dare responsabilità all’allenatore devo metterlo in condizione di lavorare bene”.

La rosa non completa è dipesa anche da Gotti?
“É sempre una responsabilità della società, mia in primis. Noi in gennaio cercheremo di anticipare almeno quello che dà i fondamenti. Poi potremo migliorare, soprattutto in zona gol. La nostra analisi poi ci porta a chiederci come migliorare questo aspetto. Il calcio italiano è molto intenso a livello fisico e di velocità mentale, e noi dobbiamo migliorare anche questo. Chi va in campo deve avere la stessa identità degli altri, al di là del modulo. Io voglio sempre vedere lo Spezia Calcio. Ad un certo punto sembra che siamo sbilanciati, in certi ruoli coperti e in altri meno. Non devo migliorare il ruolo, ma devo migliorare il concetto. Manca il gol, manca intensità mentale, che ti permette di non perdere una partita al novantesimo, una cosa pesante. Voglio creare in società una mentalità ambiziosa. Nessuno ti fa un favore a giocare nello Spezia, noi vogliamo crescere con umiltà ma con ambizione. Se un nostro giocatore va a giocare al Bayern Monaco per noi è un orgoglio. Alcuni giocatori che vediamo in campo si vede che stanno cambiando, gli stiamo spiegando che dopo aver giocato bene qui non possono andare ovunque, ma devono fare il salto vero. E su questo nasce la rabbia dopo aver perso al novantesimo. Perdi con la Fiorentina, perdi con il Milan, pareggi con l’Udinese e la squadra era molto arrabbiata. E questo è il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Siamo sulla strada giusta, ed è quello che ho sempre risposto quando mi è stato chiesto di una situazione in bilico dell’allenatore”.

Il lavoro con Gotti.
“Abbiamo un grandissimo vantaggio, perché Luca è molto stabile. Ha una personalità forte, per me è un compagno di viaggio ideale per costruire un percorso. Noi ci parliamo a quattr’occhi, è sempre stato determinato, ha avuto la fiducia della società ma ci ha trasmesso fiducia e calma. Per me è stata una cosa importante. Per questo valorizzo il suo lavoro, ci sta dando una mano a capire l’identità in campo. È molto equilibrato nell’atteggiamento con i giovani e con chi è più esperto. È esigente con entrambi, ha una parola in più per i giovani e una più dura per chi deve darti di più. Ha calma con i giovani, ma ha esigenza.

Nzola è in scadenza. Parlate di rinnovo?
"Ho avuto un colloquio con il suo agente, ma il contratto con cui ora è legato allo Spezia era stato stipulato con un altro procuratore. Ci siamo incontrati e ho fatto capire all’agente che ci sono i tempi per parlare e per trovare le soluzioni. Ho parlato io, ha parlato la proprietà. M’Bala è un giocatore che ci sta dando tanto, ma ci sta dando tanto anche grazie al lavoro dell’allenatore. Spesso dimentichiamo come le cose che accadono sono dovute ad un lavoro in team, non c'è nessun giocatore che da solo può andare avanti. Ne stiamo parlando, stiamo capendo com’è il suo contratto e, al momento giusto, metteremo le cose a posto”.

Qualcuno può partire anche tra i big?
“Noi abbiamo bisogno di un gruppo di 17-18 persone per avere 16 titolari. Forse qualcuno che sta giocando di più, che è più coinvolto ma che pensiamo sia arrivato alla fine del percorso, potrebbe partire. Chi partirà sarà chi pensiamo che non ha spazio nel percorso che stiamo intraprendendo. Chi pensiamo possa farne parte può partire in prestito. A volte si può pensare che qualcuno non è coinvolto, ma invece è utile, e al contrario c'è chi sta giocando, ma capiamo che è alla fine del percorso. In entrata il discorso è il medesimo: cerchiamo chi dia una mano su mentalità e identità. Non prendiamo dei singoli che non hanno nulla a che fare con gli altri, noi dobbiamo creare collegamento”.

Cosa manca allo Spezia?
“Intensità mentale soprattutto. Abbiamo preso gol al novantesimo in più occasioni, e ciò dimostra che qualcosa manca. Ci manca, poi, chiudere le partite: il concetto del gol. Dobbiamo migliorare tanto su questo, su come arrivare con più giocatori in area, su come sfruttare le palle gol che creaiamo. Due gol ti danno la vita. Ci mancano tre gol: fallo con la Cremonese, con l’Udinese e con la Fiorentina, e cambia tutto. L’aspetto difensivo sta migliorando, con tre gol in più sono 7-9 punti in più. E non è poco. Ci manca quel qualcosa”.

Come sta crescendo il settore giovanile?
“Non ho ancora avuto il modo e il tempo di analizzarlo. Qualche idea ce l’ho, ho parlato con l’allenatore della Primavera e vogliamo organizzare bene le cose. Stiamo mettendo a posto tutto, ma il nostro percorso è a lungo termine e dopo il mercato analizzerò bene anche questo aspetto. Non ho ancora analizzato il 5% di quello che avrei dovuto. Ci sono priorità, invece che fare un po’ di tutto ho fatto per bene prima una cosa, poi andrò sul resto”.

Potete comprare un attaccante?
“Ho parlato delle palle gol non concretizzate con l’allenatore. A volte vedi che sbaglia un attaccante, come può essere Nzola o Gyasi, ma hanno sbagliato Agudelo, tanti altri. Non si parla di singolo, ma di squadra. Un centrocampista di inserimento può aiutare a segnare, un attaccante che può giocare con uno dei nostri te li può dare. Non va messa troppa pressione ad un singolo, ma va alzata l’asticella. Viene sempre in mente un attaccante quando non segni, ma io mi chiedo: se non segni con l’attaccante, come puoi farlo?”.

Ferrer può partire?
“È penalizzato dalla crescita di Holm. Non abbiamo niente da rimproverargli, quando Holm non cresceva giocava lui, ora sta crescendo. In questo momento l’allenatore pensa che Holm stia dando tanto e sta puntando su di lui. Per questo è penalizzato anche Amian, che però ha la qualità di poter fare un altro ruolo. Come società dobbiamo valutare quello che si aggiusta con le prestazioni e chi avrà spazio. In questo momento Salva non è coinvolto”.

Nel mercato in entrata come state lavorando?
“Non posso dire nulla e mi dispiace. Compreremo calciatori nostri. Ho fatto capire alla società che vogliamo giocatori nostri, non prestiti, che non mi piacciono. Se vogliamo crescere ci servono giocatori che dal primo all’ultimo minuto devono dare tutto per questa società. Non gente che magari se non gioca molla, tanto è di un’altra squadra. Preferisco avere un giocatore che abbia senso di appartenenza. Italiani, stranieri, serve bilanciare. Ci sono stranieri che possono aiutare subito per maturità, intelligenza, ed è ovvio che noi bilanceremo tra giocatori all’interno del calcio italiano e all’interno del calcio straniero. Non siamo una nazionale, il calcio italiano va oltre. Posso avere giocatori fortissimi svedesi, che magari ci mettono tre anni a capire la Serie A e che in Germania giocherebbero subito bene. Posso prendere un giocatore argentino, che dopo un mese qua gioca bene, perché è un calcio di intelligenza. Io devo costruire una base forte, poi qualche situazione particolare la possiamo fare”.

Che rapporti ha con Tella e Tiago Lopes?
“Ho rapporti diretti. Parlo con Robert Platek e il fratello direttamente, e parlo anche con chi li consiglia. Tella, Lopes, poi ho un rapporto più stretto con chi ha valutazioni calcistiche e finanziarie. Ma noi siamo autonomi. Le decisioni che prendo sono sempre tutelate dalla società, che vuole vedere perché si arriva a prendere una decisione. È una comunicazione molto diretta, non mi sveglio la mattina e dico che voglio agire in un certo modo. La proprietà mi chiede sempre del percorso: come stiamo crescendo con la squadra, la società, l’ambiente. Ogni cosa che facciamo ci dà responsabilità, che sia calcistica o finanziaria. Non possiamo prendere un calciatore con superficialità. Sull’aspetto finanziario dobbiamo avere una responsabilità, poi la società posso dire che non mette mai in discussione gli aspetti tecnici”.

Che campionato è in zona salvezza?
“A gennaio comincerà un campionato diverso. Si è giocata una prima parte di campionato più ridotta, una cosa mai vista. C'è stata una prima parte di campionato da pugno su pugno, ma da gennaio comincerà il vero campionato. Noi andremo a fare una preparazione fuori dall’Italia, con le vacanze, con una squadra che verrà completata per le ventitré partite e per il lungo termine. Comincerà un campionato diverso, ma sempre avendo in testa che il calcio è cambiato. La seconda parte di campionato cambierà tutto”.

Cardoso e Moutinho possono arrivare prima di gennaio?
“Quando prima dicevo di portare due calciatori già pronti al ritiro della squadra era per loro. Le trattative sono avviate, ma se vuoi anticipare l’arrivo devi avere il nulla osta perché il mercato non è iniziato, c'è il rischio infortuni. È complesso, ma cercheremo di anticipare l’arrivo. Una cosa che non farò è prendere qualcuno il 31 gennaio, lo posso promettere".

Holm l’ha sorpresa?
“Ci sono calciatori che hanno mancanze che possono migliorare. Se notiamo che queste mancanze non possono essere migliorate, non dobbiamo perdere tempo. Holm ha capito cosa deve fare, sta migliorando molto. Nzola, ad esempio, ha la sua forza nel guardare la partita e trovarla. A volte è a destra, altre scarica, altre attacca la profondità. È un giocatore che non va fermato, è la sua forza. Noi abbiamo giocatori che hanno cattiveria in campo, gente dura. Abbiamo Nikolaou che può migliorare in uscita, con i passaggi lunghi. Se ci rendiamo conto che un giocatore non può migliorare, non perdiamo tempo. Ampadu è un giocatore incredibile, tecnicamente è molto bravo, ruba palla, e ci si chiede dove può giocare. A centrocampo, come difensore, ci lavoriamo e gli trasmettiamo fiducia”.

Lo Spezia non sarà saccheggiato a gennaio?
“Un giovane pronto ti dà le stesse prestazioni di un esperto. La valorizzazione te la dà restare in Serie A, quindi il nostro compito è questo. Certe squadre vedono i nostri giocatori forti, noi vogliamo valorizzare i giocatori ma vogliamo fare risultati. Se lavoro solo per valorizzare i giocatori e non faccio risultati, il discorso cade. Il nostro compito è fare risultato, fissiamo un budget e facciamo ciò che dobbiamo. Dobbiamo lavorare per portare prestigio alla società anche tramite la vendita dei giocatori. Non dobbiamo vendere a tutti, dobbiamo farlo alle big. Non vendiamo a chi lotta per la salvezza, ma al Bayern Monaco, per fare un esempio. Così hai prestigio. Ma il discorso principale è fare risultati”.

KIwior è tra i più ambiti.
“Ha fatto una crescita incredibile in questa prima parte di campionato. Ma dobbiamo capire ancora quanto può crescere. Le voci ci sono, ma la sostanza è zero. Il ragazzo è sereno, è calmo, ora è al Mondiale. Per me sarà un giocatore destinato a fare un passo importante, ma nel momento giusto. E questo discorso vale anche per altri: non c'è fretta. Bisogna pensare a fare il salto per andare nell’alto livello, ma per restarci, non poi per tornare indietro. Non vai al Bayern Monaco per poi tornare al Brighton. Devi pensare ad una carriera che finisce a 32, 33, 35 anni, non l’anno prossimo. E su questo lavoro con gli agenti, con le famiglie, con i ragazzi. Parliamo in maniera franca: aiutaci a crescere e ti aiutiamo, poi ci saranno le opportunità per andare in una squadra di alto livello”.

Ci sono giocatori a cui il tifo è molto legato. Vuole costruire lo Spezia su di loro?
“Alcuni possono dirti che vogliono fare un altro passo, che hanno bisogno di una nuova sfida. In quel caso ringraziamo e ne parliamo. Noi non spingeremo mai nessuno fuori. Il giocatore bandiera è sempre lì, che giochi o meno. Per fare un esempio del mio passato, Gonzalo Rodriguez, Borja Valero, ai tempi della Fiorentina non avevano legame con la tifoseria ma andavano in campo con la bandiera. I veri capitani si vedono nell’atteggiamento, nella responsabilità. Noi abbiamo bisogno di entrambi, di chi è bandiera e di chi porta la bandiera".

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