Ferrero sulla Samp: "A Manfredi ho lasciato un club meraviglioso. Ed è andato in Serie C"

“Il mio ruolo nella Ternana? Il calciatore”. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport l’imprenditore Massimo Ferrero scherza così sul suo impegno con la Ternana iniziato poche settimane fa dopo il cambio di proprietà che ha portato il club nelle mani della famiglia Rizzo: “Sono un uomo del fare, non del dire, faccio il pendolare andando a Terni la mattina presto e tornando nella notte. - prosegue Ferrero – Sono un operaio del calcio che ha avuto la fortuna di incontrare i Rizzo che si sono fidati del sindaco Bandecchi e mi hanno affidato la Ternana”.
Inevitabile poi uno sguardo al passato e al suo periodo alla guida della Sampdoria con Ferrero che sottolinea come al momento dell’addio avesse detto ai tifosi che lo avrebbero rimpianto e ribadito quanto abbia fatto per il club nel corso della sua gestione terminata con la cessione al gruppo di Matteo Manfredi senza incassare un euro. E proprio all’attuale presidente Ferrero non risparmia critiche: “Gli ho lasciato un club meraviglioso, ha trovato un investitore che gli ha dato 100 milioni, con cui io avrei vinto la Champions League, gli ho lasciato la Primavera al top, la squadra femminile, spogliatoi e campi sportivi appena rifatti. E lui è andato in Serie C”.
L’ex numero uno blucerchiato spiega poi il motivo per cui non cedette il club alla cordata guidata da Gianluca Vialli sottolineando che se un’offerta fosse davvero arrivata lui avrebbe ceduto la Sampdoria immediatamente e di aver proposto all’ex attaccante, ora scomparso, anche la presidenza del club, offerta che venne rifiutata perché Vialli aveva accettato la proposta della Nazionale”.
Ferrero si sofferma infine anche sulle intimidazioni ricevute quando era al comando dei blucerchiati con proiettili e una testa di maiale recapitategli: “Io ho paura solo dell’amore, dell’odio non me ne frega nulla perché è un sentimento che appartiene agli insicuri. Anzi, mi faccia mandare un messaggio a quelli che mi spedirono una testa di maiale dicendo che la prossima sarebbe stata la mia: non potevate mandarmi qualche bistecca? So’ tanto bone”.
