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Platini racconta la Juventus: "La maglia più bella indossata. Regalai il Pallone d'Oro a Agnelli..."

Platini racconta la Juventus: "La maglia più bella indossata. Regalai il Pallone d'Oro a Agnelli..."TUTTO mercato WEB
Oggi alle 08:08Serie A
Simone Bernabei
fonte da Trento, Daniele Najjar

Nel corso del suo intervento al Festival dello Sport a Trento, Michel Platini ha parlato a lungo della sua avventura italiana alla Juventus:

La maglia più bella che hai indossato?
"La più bella è quella della Juventus. Poi lì ti diverti, in un Paese come l'Italia...".

Chi te l'ha fatto fare di andare alla Uefa?
"Quando sono stato consigliere di Blatter ho capito che per avere del peso bisognava essere eletti, legittimamente. Mi sono presentato contro Johansson che non era stato corretto, visto che aveva detto che si sarebbe ritirato".

Una persona speciale?
"Il primo che mi viene in mente è l'allenatore del Nantes, aveva cuore e passione per il gioco. Mi ha permesso di arrivare a diventare uomo".

L'italiano quando lo hai imparato?
"Il mio contratto era in inglese. Non sapevo niente dell'Italia. Sapevo alcune cose sul Lago Maggiore dove facevo le ferie, poi Cesenatico. Non parlavo italiano, avevo i ricordi delle coppe vinte dal Milan e dall'Inter in Coppa dei Campioni, l'Italia ai Mondiali del Messico. E la pastasciutta (ride, n.d.r.). Meglio la cucina italiana o francese? Sono differenti (ride, n.d.r.)".

Cosa c'è di italiano in te?
"Brera disse che faceva l'italiano in Francia e il francese in Italia. Sono totalmente d'accordo con lui".

Cosa ti piace dell'Italia?
"A parte le ferie che facevo qui, dico i gol che ho fatto qui. Mi è piaciuto Dino Zoff, cui ho fatto 2 gol in amichevole prima del Mondiale! Scherzi a parte: l'anno scorso sono andato sulla costa Amalfitana, non la conoscevo. Quest'anno a Venezia. Voglio scoprire il Paese dei miei antenati. Voglio andare a Padova a vedere la chiesa di Sant'Antonio".

Sulla Juventus: ci parli dell'Avvocato Agnelli?
"Non lo conoscevo prima che mi volesse. Ero libero in Francia, avevo contatti in Inghilterra e Germania, mi ha voluto la Juventus e ho firmato. Boniperti mi disse: 'Vuoi parlare con l'avvocato?'. Io non capivo: 'Ma a quale avvocato si riferisce?'. E lui: "L'Avvocato!'. E poi: 'Dobbiamo vincere la Coppa dei Campioni'. E io: 'Ok, ci penso io'".

Ci racconti di quando gli hai regalato il Pallone d'Oro?
"Per i suoi 70 anni organizzò una festa a Parigi. Gli diedi come regalo il mio primo Pallone d'Oro. Non se lo aspettava. Mi chiese se era tutto d'oro e io: 'Se fosse stato tutto d'oro non glielo avrei regalato Avvocato!'".

Disse che ti avevano comprato come un pezzo di pane e che tu ci hai messo sopra il fuagrà. Ti è piaciuta?
"Sono costato poco perché ero svincolato, erano cambiate le cose con la Legge Bosman".

Trapattoni passava come difensivista. Ma c'erano tanti giocatori offensivi. Lo era, difensivista?
"Aveva una filosofia 'Bonipertiana'. Io mi lamentavo? Per forza, ogni volta giocavamo bene, poi segnavamo e quindi si andava tutti dietro. Ma va bene, si vince in tanti modi. Bettega, Rossi, Tardelli e me potevamo giocare benissimo alla francese. Io tornavo in difesa, comunque".

Il ricordo più bello di quella Juve?
"La Juve stessa. Parliamo di 5 anni alla Juve e in Italia. Aver vissuto questa avventura è stato bellissimo".

Del Piero dopo Platini è il simbolo della Juventus?
"Lui è stato un grande giocatore, una immagine della Juventus".

Su Yildiz?
"Nessuno mette il numero 10 al centro, ma sulle fasce. Dovete chiedere agli allenatori il perché, non a me".

Hai dato più tu alla Juve o la Juve a te?
"La Juve a me".

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