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Modolo: "Emozioni uniche il giorno nel quale il Venezia ha ritirato la mia maglia"

Modolo: "Emozioni uniche il giorno nel quale il Venezia ha ritirato la mia maglia"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
ieri alle 21:34Serie B
Luca Bargellini

A poco più di un anno dalla decisione di ritirarsi dal calcio giocato, Marco Modolo, bandiera del Venezia, club che ha ritirato la sua maglia numero 13 per omaggiarlo, è tornato a parlare della sua decisione di appendere le scarpette al chiodo:

"Il giorno del ritiro della maglia è stata un’emozione unica - racconta a TrivenetoGoal -: ho condiviso quella bellissima giornata con la mia famiglia e i miei figli, è stato un pomeriggio speciale. Voglio ringraziare la proprietà e i direttori Antonelli e Molinaro per aver fatto accadere tutto ciò. Non c’è cosa più gratificante per un calciatore che essere riconosciuto in questo modo da una società, il ricordo della giornata resterà indelebile nella mia memoria. Quando si vivono le stagioni da calciatore si pensa soprattutto alla routine di partite e allenamenti, quando poi, come successo a me, ci si ferma alla fine della carriera e si ripensa alla strada percorsa negli anni, realizzando che è addirittura stato ritirato il proprio numero di maglia, significa che è stato lasciato qualcosa di importante alla società e ai tifosi".

Spazio, poi, al perché della sua scelta di diventare allenatore: "Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare con allenatori molto preparati, sia dal punto di vista tecnico-tattico che da quello umano. Con l’esperienza accumulata, nei miei ultimi anni da giocatore, ho poi iniziato a vedere alcune cose da un punto di vista differente. Cercavo soprattutto di capire le motivazioni per cui l’allenatore proponeva un esercizio piuttosto che un altro, pensavo a livello tattico a quali soluzioni attuare per mettere in difficoltà gli avversari e al tempo stesso quali strategie avrebbero potuto eseguire loro contro di noi. Quindi sì, il percorso da allenatore è iniziato ancora prima che smettessi di giocare; quando il direttore Antonelli mi ha prospettato l’idea di entrare nello staff di Di Francesco, non ci ho pensato due volte; il mister e il suo staff mi hanno da subito accolto nel migliore dei modi. Quell’esperienza mi ha dato tantissimo, mi ricordo che ogni mercoledì nella seduta video dedicata allo staff studiavamo la squadra avversaria e discutevamo sulle migliori tattiche da attuare nel weekend. Per me era come andare al parco giochi [ride, ndr], era il mio giorno preferito. Quest’anno poi quando Antonelli, con l’arrivo di Colacone, mi ha proposto di allenare l’Under 17, sono stato davvero entusiasta di accettare l’incarico".

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