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Petrone: "Bravo Sebastiani a ignorare le voci su Baldini. SPAL? Pagina tristissima"

Petrone: "Bravo Sebastiani a ignorare le voci su Baldini. SPAL? Pagina tristissima"
© foto di Federico Gaetano
martedì 10 giugno 2025, 21:08Serie C
di Tommaso Maschio
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TMW Radio / A Tutta C
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Nel corso della trasmissione ‘A Tutta C’, in onda su TMW Radio, il tecnico Mario Petrone ha parlato della promozione in Serie B del Pescara, della mancata iscrizione della SPAL e di altri temi d’attualità.

Il Pescara finalmente è in Serie B. Baldini ha mantenuto la promessa, seppur soffrendo. Cosa ne pensa?
“Sì, è stato onesto, come sempre. Ho visto entrambe le partite: il calcio è fatto di episodi, ma alla fine hanno fatto la differenza determinazione, carattere e forse l’abitudine a soffrire. Durante la stagione hanno già vissuto situazioni simili, e in finale hanno gestito bene, puntando ai rigori come obiettivo. Devo dire che entrambe le squadre meritavano la promozione”.

Una particolarità di questa stagione è stata la comunicazione di Baldini. Ha sempre ribadito che il Pescara sarebbe andato in Serie B, anche nei momenti difficili. Quanto è stato importante questo approccio?
“La comunicazione è fondamentale. Noi mandiamo messaggi alla squadra, ai tifosi, alla società. Ma se non c’è un sostegno alle spalle, soprattutto nei momenti delicati, le parole lasciano il tempo che trovano. Baldini ha avuto la fortuna di avere una proprietà, come Sebastiani, che ha ignorato le voci esterne e guardato al lavoro interno. A volte certe dichiarazioni servono proprio per rafforzare l’autostima del gruppo, specie se giovane come questo”.

A inizio stagione si parlava di gironi più o meno equilibrati. Alla fine, due promosse sono arrivate dal girone B. Com’è stato secondo te?
“Il Girone B è stato molto competitivo. Squadre come Perugia, Ascoli o la Torres non hanno reso come previsto, mentre il Pescara, piazza che per storia deve stare in Serie B, ha confermato le aspettative. La vera sorpresa è stata la continuità dell'Entella, con 32 risultati utili consecutivi”.

Parliamo di un’altra squadra storica: la SPAL. Dopo una stagione complicatissima, non si iscriverà neanche alla Serie C. Tu l’hai affrontata da allenatore, anche in una partita memorabile nel 2015. Che impressione ti lascia?
“È una pagina tristissima. La SPAL è una società indebitata, con una gestione straniera che ha fallito non solo economicamente, ma anche nel coinvolgere la piazza. Manca un progetto tecnico serio: molti non capiscono che oggi, senza sostenibilità e programmazione, non si va da nessuna parte”.

Secondo te, qual è il problema più grande del calcio italiano oggi?
“La mancanza di programmazione. Spesso si cambiano allenatori senza una logica, scegliendo profili opposti a quelli precedenti. Se non c’è un’idea chiara, è difficile ottenere risultati. E se il mercato non ti aiuta, diventa tutto più complicato. Il fallimento più grande è proprio questo: senza un progetto a lungo termine, si naviga a vista”.

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