2 dicembre 1976, muore Tommaso Maestrelli. Scampato alla tragedia di Superga
Il 2 dicembre del 1976, a Roma, si spegne Tommaso Maestrelli. Un caposaldo della storia della Lazio, forse uno degli uomini più importanti di un'irripetibile stagione (non singola ma un ciclo) che portò al primo storico Scudetto, quello del 1974. Uomo bandiera del Bari a cavallo della seconda guerra Mondiale, gioca tre stagioni alla Roma per poi passare alla Lucchese e infine di nuovo al Bari, chiudendo la carriera nel 1957, diciannove anni dopo averla iniziata. Vestendo anche la maglia della Nazionale.
A Bari fa il vice per sei stagioni, poi passa alla Reggina in prima squadra, con la consacrazione al Foggia. Parte dalla Serie B e riesce a raggiungere la prima posizione in classifica, un italico Brian Clough, ma nel 1975 accusa le avvisaglie di una malattia, quando è costretto ad abbondonare una partita. Un tumore al fegato che non gli lascia scampo un anno dopo, al netto di un ritorno in panchina (per sostituire Corsini, inviso a Chinaglia) dovuto al miglioramento delle condizioni generali.
Poi, appunto, l'addio. Curiosità: Valentino Mazzola lo voleva al Grande Torino, cercando di farlo partire con la squadra per Lisbona, nell'amichevole con il Benfica. Il passaporto però non era pronto e quindi Maestrelli, in uno sliding doors, scamperà alla tragedia di Superga. Venticinque anni dopo, appunto, la vittoria biancoceleste e l'ingresso nella mitologia laziale.











