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Un giorno del Diavolo. Inter, opera quasi completata. Juve, Allegri finalmente sorride. Gotti a La Spezia nella sua versione migliore

Un giorno del Diavolo. Inter, opera quasi completata. Juve, Allegri finalmente sorride. Gotti a La Spezia nella sua versione miglioreTUTTO mercato WEB
lunedì 4 luglio 2022, 00:00Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Un mese di ansia ma finalmente si parte. La gestione del rinnovo Maldini-Massara non è stata da Campioni d'Italia ma se è vero che tutto è bene quel che finisce bene, allora, pensiamo al presente e al futuro. Il Milan, lo scorso anno, non era neanche pensabile potesse vincere lo scudetto. Era la quarta forza del campionato, forse. Dietro a Juve, Inter e Napoli. Senza parlare del "fantasma" Mourinho a Roma. Il campo dice sempre cose diverse dalle previsioni di radio mercato. Anche quest'anno il Milan, nonostante il tricolore sul petto, non parte favorito. Poi si vedrà. Intanto oggi è il grande giorno. La grande festa. La grande accoglienza. Tutto meritato. Addio vacanze. Il Milan riparte. A Milanello è previsto il bagno di folla per i campioni. Oggi, però, dovranno finire i festeggiamenti perché bisognerà guardare al futuro. Si deve pensare a fare la squadra. Mancano ancora tanti tasselli (4), c'è il rinnovo di Leao che preoccupa e sinceramente non ha molto senso il discorso delle presenze a gettone di Ibra. Offensivo anche nei confronti dello svedese. Meglio chiuderla qui. Ricordiamoci che spesso, non è questo il caso, i grandi campioni del passato hanno ostacolato la crescita dei campioni del futuro. I casi lampanti alla Juventus e alla Roma. I giallorossi avevano un fenomeno in casa, Salah, ma spesso doveva giocare Totti altrimenti veniva giù il mondo. A Torino stava crescendo un giovane Ibra ma Del Piero voleva il posto. Unico caso al contrario fu Rui Costa che quando vide Kakà alzò le mani e ammise la superiorità di quel ragazzino brasiliano sconosciuto. I grandi campioni, spesso, sono un problema per gli allenatori. Non mi riferisco a Ibra che ha svolto un compito stupendo nel Milan dello scorso anno.
- INTER, MANCA ANCORA QUALCOSA L'Inter ha rispettato, più o meno, i piani di Marotta. Chiudere il mercato entro il 30 giugno. Le cose importanti le ha fatte ma, come era facilmente prevedibile, non ha potuto far tutto. Ci mancano cessioni eccellenti, un difensore come Bremer e risolvere la questione Dybala. Dentro o fuori. Prima l'Inter lo voleva ma dopo l'occasione Lukaku, l'argentino rischia di diventare più un peso che una opportunità. Marotta sta gestendo tutto benissimo e sta dando lezioni di calciomercato. Senza spendere e spandere riesce a cogliere opportunità importanti. Previste sorprese molto presto. Per Lukaku e Lautaro potrebbe essere l'ultima settimana di vacanza, con rientro anticipato di spontanea volontà. Altro esempio della grande professionalità dei due attaccanti che preferiscono lavorare 5 giorni in più e arrivare al top per la prima di campionato a Lecce.

Sarà un bel banco di prova anche per Simone Inzaghi che al secondo anno di Inter vuole lo scudetto. Il primo è stato un anno vincente ma non trionfale. Manca il tricolore. Però ha fatto un grande lavoro in condizioni molto complicate. Quest'anno, grazie anche al mercato della società, potrà alzare il tiro.
- FINALMENTE ALLEGRI La prima settimana di giugno, a Torino, sono volati gli stracci. Allegri non ha approvato la linea di mercato della società e non ha voluto più rischi sulla rosa. Qualche tono alto servito a cambiare rotta. Se questa sarà quella giusta lo dirà il campo, con Allegri consapevole che in caso di flop i dirigenti andranno sotto casa sua a chiedere spiegazioni. No linea verde, no programmazione futura ma top per vincere subito. Allora ok all'annuale di Di Maria, al parametro zero di Pogba e alla pazza idea Zaniolo. Prendere Zaniolo è un doppio rischio. Che sia forte lo sanno anche le pietre. La Roma lo lascia andare a cuor leggero? Perché? Per lo stesso motivo per il quale l'Inter lo spedì senza pentimento. Il calciatore non è facile da gestire. Nello spogliatoio non sempre porta armonia e, inoltre, adesso ha anche due interventi sulle spalle molto importanti. Che sia forte non si discute. La Juventus vuole e deve riscattarsi immediatamente. Allegri e Agnelli non possono passare un altro anno a guardare gli altri che vincono. Lo scudetto è fondamentale con una buona Champions mentre diventa obbligatorio in caso di un'altra pessima Champions.
- LUCA CLOONEY A La Spezia il social media manager si è superato. Bellissima la presentazione del nuovo allenatore Luca Gotti. La società e l'ufficio comunicazione sono stati bravi a capire che hanno preso un grande attore e un bell'uomo. Ad Udine l'ho detto spesso: Gotti serve per partecipare ai meeting con gli sponsor, con i tifosi e anche a fare una bella presentazione video. Si presta. Ha grandi doti cinematografiche. Il destino, però, gli ha concesso più opportunità in campo che sul palco di un teatro. La panchina, però, non gli ha dato grandi soddisfazioni. Qualche annata da primo allenatore per poi essere bocciato dal campo. Allora meglio fare il secondo di Donadoni, allenatore scomparso da ogni radar. Il vice di Sarri al Chelsea, il vice ad Udine di Tudor, fino a tornare primo per volontà dei Pozzo. Esonerato per prendere, successivamente, il secondo del secondo. Mai fidarsi di un vice che diventa capo allenatore sulla stessa panchina, nello stesso anno e nella stessa squadra. Un vero vice, se chiamato dalla società, deve avere il coraggio di dire sempre "se va via lui vado via anche io". Lì si pesa il professionista. Come la lettera scritta, da Gotti, ai tifosi dell'Udinese comprando la pagina di un giornale locale ed uscita, guarda caso, il giorno di Udinese-Milan, quando Cioffi faceva il suo esordio in panchina. Altro vice del vice scappato alla prima chiamata più vantaggiosa.

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