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Taranto, parola di responsabile. Piergiuseppe Sapio, quando il talento va in gol

Taranto, parola di responsabile. Piergiuseppe Sapio, quando il talento va in golTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
domenica 28 novembre 2021, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
fonte La Giovane Italia (Edoardo Ferrio)
Il giovanissimo dirigente racconta le innumerevoli esperienze che già ha avuto, con uno sguardo deciso verso il futuro

Nonostante la giovanissima età (classe 1991) per il suo ruolo, Piergiuseppe Sapio è ormai quasi un veterano dei settori giovanili italiani. Dopo gli inizi a Carosino, una lunga trafila che l'ha portato a Martina Franca, Bisceglie, Bari (qui come scout), Matera, Ascoli e, infine, da quest'anno a Taranto, sua città natale, dove vuole lasciare il segno creando un settore giovanile di alto livello. Sapio, si sta dedicando a tutto tondo al calcio e alle sue comunità (è anche vicesindaco e assessore allo sport di Carosino) e ha chiaro l'obiettivo: per riportare in alto il Taranto, bisogna che i giovani tarantini vestano e amino la maglia della loro città.

Direttore, cosa l'ha spinta a tornare a Taranto?
“Ci sono tante ragioni: è una società storica, con un bacino importante, ma purtroppo i ragazzi della nostra città non sono molto innamorati del calcio e della nostra maglia. Voglio creare qualcosa di unico con il nostro settore giovanile, riportando i tarantini a giocare a calcio e a desiderare la nostra maglia. L'obiettivo è creare qualcosa di importante”.

Ci sono già prospetti importanti nella vostra squadra?
“Non amo parlare dei singoli, penso siano fondamentali i gruppi e che da questi in tanti possano ambire al professionismo. Alcuni, penso a Polito e De Filippi per esempio, sono stati convocati in nazionale ma, come detto, non penso ci siano nomi che valgono più di altri. I ragazzi del Taranto possono tutti farceli”.

Come sei arrivato così giovane a iniziare a fare il responsabile di settore giovanile, senza nemmeno giocare in bassa categoria?
“Il calcio giocato non faceva per me, non sono mai stato molto bravo. Ho sempre avuto però la sensazione e l'idea che fare il responsabile sia il ruolo di maggiore responsabilità: bisogna formare i ragazzi, scegliere gli allenatori, creare un progetto tecnico. Mi sono subito appassionato e non ho mai voluto fare il salto alle prime squadre, ormai i settori giovanili sono la mia ragione di vita: vedere crescere ragazzi presi a 12-13 anni e portarli al professionismo è per me la cosa più bella”.

Quali sono gli aspetti che considerate di più nel vostro percorso di selezione dei ragazzi?
“Gli aspetti che consideriamo di più sono quello tecnico e quello scolastico. Abbiamo anche venti ragazzi in convitto, quindi dobbiamo crescerli sia dentro che fuori dal campo e la metodologia che usiamo è la stessa dall'under 15 alla Primavera: cerchiamo di creare un'identità e di dare dei principi da portare avanti”.

In un territorio come quello salentino, molto congestionato a livello di squadre, non dev'essere facile vincere sulla concorrenza e fare scouting.
“Noi organizziamo mensilmente dei raduni in cui valutiamo i giocatori, con una rete di scouting e di collaboratori che ci segnalano i ragazzi. Lavoriamo così e poi abbiamo qualche collaborazione importante, come il Napoli e il Real Casarea, che ci aiutano ad avere ragazzi da altri territori”.

Quanto speri di rimanere a Taranto?
“Alcune società in cui sono stato, come Martina e Matera, sono fallite altrimenti sarei rimasto. A Taranto ho firmato un biennale ma vedo che c'è voglia di fare bene: spero di rimanere a lungo e di creare un settore giovanile di alto livello, perché per avere dei risultati serve tempo”.

Hai un sogno nel cassetto?
“Il mio sogno lo costruiamo tutti i giorni, sul campo, con i ragazzi. L'obiettivo è vedere la maggior parte di loro approdare nel professionismo; è un sogno che si fa ogni giorno con gli staff tecnici fuori e i ragazzi in campo”.

Stai anche frequentando il corso da direttore sportivo a Coverciano. Ci stai pensando o è per formazione?
“Un giorno magari potrei pensarci e mi sta aprendo un mondo che non pensavo fosse così straordinario, sto imparando tantissimo. Coverciano forma i futuri dirigenti e direttori ed è straordinario quello che sto scoprendo con questo corso. Un giorno magari farò il direttore sportivo ma, per adesso, il mio unico pensiero sono i giovani”.

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