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Benevento, Schiattarella: "Non siamo ancora salvi, Inzaghi è un martello"

ESCLUSIVA TMW - Benevento, Schiattarella: "Non siamo ancora salvi, Inzaghi è un martello"TUTTO mercato WEB
Pasquale Schiattarella
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 15 febbraio 2021, 14:45Serie A
di Luca Esposito

Ci sono giocatori che arrivano in A più tardi rispetto alle effettive potenzialità e dopo una lunga gavetta, altri che invece calcano il massimo palcoscenico del calcio italiano pur avendo ancora tantissimo da dimostrare. Pasquale Schiattarella e la sua storia, però, fanno capire quanto il concetto di meritocrazia possa ancora essere prevalente. Nello sport come nella vita. Ha accettato il progetto giallorosso consapevole delle potenzialità della società, ha vinto la B da protagonista e si è riconfermato in A quasi come fosse un veterano della categoria. Una media voto importante, un ruolo fondamentale dentro e fuori il rettangolo verde, la stima dell’allenatore e una maglia da titolare quasi cucita addosso, al punto che la sua assenza causa Covid è stata avvertita e non poco .Ecco quanto ha dichiarato in esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb:

Partenza difficile, risultati strepitosi tra ottobre e dicembre e ora un inizio 2021 in affanno. Come spiega questo andamento ad intermittenza?

“Si può parlare di rendimento altalenante, ma tutto sommato siamo perfettamente in linea con gli obiettivi e con quanto deve fare una neopromossa. Nelle prime giornate di campionato era necessario adattarsi alla categoria ma abbiamo affrontato subito realtà blasonate come Sampdoria, Bologna e soprattutto Inter. Nella parte centrale del girone d’andata il Benevento ha fatto grandi cose ed esprimeva un buon calcio. Oggi i fatti dicono che vinciamo molto di meno, ma impegno e determinazione non sono mai mancate. Speriamo di toglierci ancora tante belle soddisfazioni”.

Inconsciamente potreste esservi rilassati dal momento che le ultime tre perdono spesso e voi mantenete un vantaggio enorme sulla terzultima?

“Non sono d’accordo, il discorso deve essere completamente opposto. E’ vero che in basso stanno facendo un pochino di fatica e che abbiamo 9 punti di vantaggio, ma in questo campionato bastano due vittorie di fila per trovarsi a metà classifica e due sconfitte per compromettere quanto fatto in precedenza. In pochi sottolineano che Parma, Torino, Cagliari e altre avversarie disputano la A da tanti anni, hanno esperienza e organici di un certo livello. Non possiamo assolutamente permetterci di abbassare la guardia”.

Come giudica il pari di Bologna?

“Ci prendiamo il punto e ripartiamo. Andare sotto dopo un minuto poteva rappresentare una mazzata sul piano psicologico, invece questo Benevento ha sempre avuto carattere. E’stata un’azione rocambolesca, anche il terreno di gioco ha inciso: Barrow è stato bravo ma Glik era riuscito a intercettare il pallone, purtroppo Sansone era posizionato proprio in quella zona e ha segnato a porta vuota. Ma noi abbiamo alzato immediatamente il baricentro, ci siamo resi pericolosi e abbiamo attaccato anche dopo aver trovato l’1-1”.

Come mai un giocatore come lei è arrivato stabilmente in A così tardi?

“A volte non sono arrivate chiamate, in altre circostanze ho preferito io scendere di categoria e provare a conquistarmi la massima serie sul campo e da protagonista. Non ho un procuratore e quindi curo i miei interessi da solo, la scelta di Benevento si è rivelata giusta. Non ci sono segreti particolari, l’importante è farsi trovare pronto quando arriva la cosiddetta età della maturità. Mi sono messo a disposizione e sto facendo il massimo per dare una mano alla squadra, i miei compagni hanno conquistato con sacrificio la A e vogliamo difenderla tutti insieme”.

Stadi chiusi, società che rischiano di fallire, zero sponsor e tamponi di continuo. Quanto è cambiato questo calcio con la pandemia?

“Sicuramente è un dramma, sotto tutti i punti di vista. Inutile rimarcare quanto questo Covid abbia stravolto la vita di tutti, comportando problematiche incredibili che, temo, ci accompagneranno ancora per diverso tempo. Restando all’aspetto prettamente calcistico, per un giocatore è decisamente triste scendere in campo senza la spinta della gente. Anche quando andiamo in trasferta fa un effetto negativo vedere uno stadio desolatamente vuoto. Occorrono forza e personalità per trovare le motivazioni da soli. Vi assicuro che non è facile, ma non possiamo far altro che adeguarci e sperare di tornare quanto prima alla normalità”.

Affrontare di fila Roma e Napoli può trasmettere tensione eccessiva in ottica classifica?

“Non possiamo aver paura. Guardare gli altri sarebbe un errore, l’unico pensiero è raggiungere la fatidica quota dei 40 punti. In questo campionato anche le neopromosse hanno creato problemi alle grandi, basti vedere la sconfitta del Milan con lo Spezia. I liguri giocano un buon calcio, hanno un bravo allenatore e hanno vinto anche altre gare in modo inaspettato. Anche il Crotone, pur ultimo in classifica, ha organizzazione e non è affatto già retrocesso. Tre dovranno necessariamente scendere, ovviamente. A me basta che si salvi il Benevento!”.

Che bilancio trae della sua esperienza in giallorosso fino a questo momento?

“I momenti sono stati tutti belli, vincere il campionato di B a suon di record è un qualcosa che resterà a vita dentro di me. Naturalmente l’altra faccia della medaglia è aver festeggiato un’annata strepitosa senza l’applauso del pubblico. Si perde proprio il sapore del calcio. Anche in A ho lo stesso rimpianto. Sono felicissimo per la classifica, per il gioco, per le prestazioni e per alcuni risultati incredibili, ma è un colpo al cuore vedere il Dall’Ara, San Siro o l’Olimpico deserto”.

Letizia e Improta sognano la Nazionale, il presidente ha detto che Inzaghi troverà presto panchine prestigiose. E lei come immagina il suo futuro?

“Personalmente non riesco mai a guardare troppo oltre. Il sogno nel cassetto è soltanto la salvezza del Benevento”.

Come descriverebbe il presidente Vigorito, il direttore sportivo Foggia e mister Inzaghi?

“Chi ha avuto modo di conoscere il presidente sa che stiamo parlando di una persona speciale. Allenatore e direttore sono due martelli, sempre sul pezzo e attenti alla cura di tutti i dettagli. Ma è giusto così. Se vogliamo salvarci e restare in A non possiamo sottovalutare nulla e ci dobbiamo fidare anche della loro grande esperienza”.

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