Fiorentina, Vanoli: "Serve la vittoria per l'autostima. Dzeko capitano? Se lo merita"
Paolo Vanoli ha parlato ai microfoni di Sky Sport alla vigilia del match tra Fiorentina e Dinamo Kiev, gara valida per la quinta giornata di Conference League. L'allenatore viola ha affrontato temi legati alla fascia di capitano, alle parole del presidente Commisso e alle possibili scelte tattiche future.
Quanto conta questa partita per la Fiorentina?
"Ho sempre detto che ogni partita per noi è importante. È fondamentale arrivare alla vittoria, serve a tutti noi per avere più autostima."
La scelta di Dzeko come capitano è legata al suo sfogo recente? È un segnale forte?
"Penso che se lo meriti. Lo ha dimostrato quando l'ho dato ai tifosi. Il nostro capitano, come ha detto anche Luca ieri in conferenza stampa, è uno dei tanti leader presenti nello spogliatorio. Dzeko è un leader carismatico oltre che un grande giocatore."
Le parole del presidente Commisso hanno scaldato lo spogliatorio alla vigilia di questa partita? Come le avete interpretate?
"Al presidente bisogna solo dire grazie. Io in particolare lo ringrazio perché da quando sono arrivato è sempre stato vicino, anche se per i motivi che ha spiegato lui non può fare questo lungo viaggio. La società mi è sempre stata vicina e lo è tuttora. Sono parole di grande responsabilità. In questi giorni abbiamo parlato tanto di tutto, adesso conta il campo."
C'è voglia di cambiare qualcosa tatticamente o è il momento di dare certezze alla squadra con piccoli aggiustamenti?
"Io penso di averlo sempre dimostrato in questi anni da allenatore. C'è tanta voglia, anche per i ragazzi, ma la coperta a volte è corta. In questo momento, come ho detto, l'atteggiamento è la cosa più importante, più del sistema di gioco. Il sistema attuale è piaciuto, è normale perché sono cresciuto con il 3-5-2 e lo conosco benissimo. L'anno scorso, quando c'era il momento di cambiare, ho cambiato. Non ti nascondo che lo abbiamo in testa, anche in prospettiva futura. Sappiamo che mancano proprio esterni offensivi, ma ci pensiamo."











