"Non è stata una cosa studiata". Petrachi torna a Torino e racconta: "Sono arrivato di notte..."
Giornata di presentazioni in casa Torino, con Gianluca Petrachi che torna a ricoprire il ruolo di Direttore sportivo dei granata dopo l'addio di sei anni fa. In conferenza stampa, al fianco di Urbano Cairo, lo stesso neo dirigente spiega fra i vari temi anche come è nata l'idea di un suo ritorno: "Non è stata una cosa pensata o studiata, con Cairo ci siamo sentiti quando il Toro ha giocato a Lecce ma non è venuto. Poi, all'improvviso, mi ha fatto percepire che c'era qualcosa che poteva nascere. Voleva capire se io potessi pronto a tornare e avessi le motivazioni, ho risposto che sono nato pronto. Sono arrivato di notte".
Come intende lavorare per colmare il gap?
"Da fuori, ho notato una cosa e cercherò di lavorarci: è come se ci fosse uno scollamento. Il senso di appartenenza è la priorità. Da calciatore non ho capito cosa fosse il Toro, da dirigente è stato un altro mondo. Ho capito la mission, qui si entra in un club diverso. E il senso di appartenenza per tutti i giocatori deve essere rimarcato e bisogna anche farlo capire loro. Cercherò di comprendere il senso di appartenenza, ho cercato sempre di creare un senso di famiglia: voglio risentire quel calore, voglio ricreare quella sinergia. E, se possibile, alimentandola con la gente. E' il mio sogno".
Si è fatto un'idea sulle problematiche del Toro? Cosa serve a gennaio?
"Mi sono fatto delle idee, è giusto che sia così. L'idea più importante la sviluppi insieme al tecnico: con lui ho chiarito alcune tematiche tattiche, come secondo lui è giusto giocare ed eventuali correttivi. Ho le idee più chiare, ho passato la giornata con Baroni e mi ha dato linee guida e non devono esserci equivoci tattici. Magari ci sono calciatori scontenti e dobbiamo prendere giocatori funzionali. Non sarà una mercato di rivoluzione, ma riparazione. Magari manderemo a giocare qualche giocatore che nel 3-5-2 trova poco spazio e che aveva più senso in un 4-3-3 o 4-2-3-1".
Sarà un mercato creativo come nel 2010?
"Se non sei bravo a farne uscire uno, ti crea problemi. Devo essere aiutato a fare collaborazioni furbe e intelligenti: se devo prendere un braccetto e liberare un trequarti...Non è solo creatività, di sicuro il mercato di gennaio è complicato e quando sono arrivato tanti giocatori volevano scappare. Oggi in tanti vogliono restare, ma devono dimostrarmelo".











