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Masini: "La Serie A col Genoa dopo il brutto infortunio. La fascia? Sarebbe un onore"

Masini: "La Serie A col Genoa dopo il brutto infortunio. La fascia? Sarebbe un onore"TUTTO mercato WEB
Ivan Cardia
Oggi alle 12:00Serie A
Ivan Cardia
fonte Da Genova, Andrea Piras

"Ho lasciato casa a 17 anni, ma la prima scelta l’ho fatta a 9 anni quando giocavo nel Pianazze e, oltre al Genoa, mi volevano Spezia e Fiorentina". Patrizio Masini, centrocampista classe del 2001 del Genoa, ha incontrato questa mattina i ragazzi delle scuole a Orientamenti 2025, e ha raccontato cosa lo ha portato a vestire la maglia rossoblù: "Ho scelto il Genoa perché avevo dei parenti qua ed è stata la scelta giusta".

Un ricordo del periodo nelle giovanili del Genoa?
"Dopo la caduta di ponte Morandi ero in convitto ed ero in camera con Rovella, che è un amico ancora adesso".

Hai mai pensato di fare un’altra carriera?
"Mentirei dicendo che nell’ultimo anno non mi sia cambiata la vita. Chi fa una carriera in C hai sempre il pensiero di cosa fai dopo. Ce l’ho io ora, immagino chi gioca nelle categorie inferiori".

Ti piacerebbe fare il direttore sportivo?
"A me quello del ds è un ruolo che piace, perché è motivo di orgoglio prendere dei giocatori giovani dalle serie inferiori e venire ricambiato dalle loro prestazioni".

Hai superato un infortunio durissimo.
"In una partita normale ho preso un colpo alla coscia e nel colpo mi si era rotta una piccola arteria. La gamba era diventata il doppio dell’altra. Mi hanno operato e la riabilitazione è stata dura col rischio non solo di non giocare più ma di usare la gamba. Lo staff del Genoa é stato importantissimo. Da quell’infortunio è svoltata la carriera, ho giocato in C e in B, ora è il secondo anno al Genoa"

La cicatrice?
T"utti quelli che mi vedono ad inizio me lo chiedono. Sabelli all’inizio mi ha detto se ero stato morso da uno squalo ma i ragazzi non me lo hanno fatto pesare. Lui, Vogliacco e Bani, ma tutti in generale, mi hanno aiutato".

Il Genoa è la squadra che ha portato più tesserati del settore giovanile in A. Quando hai capito che questo sogno fosse possibile?
"Io penso che, rispetto ad altri, non ero pronto per giocare in A. Col tempo poi ognuno migliora la tecnica, io al termine degli allenamenti mi fermo per affinarla".

Cosa significa giocare nel Genoa?
"Faccio fatica a descriverlo. Era il mio obiettivo da quando sono entrato in questo club".

I compagni?
"Quando eravamo in convitto i tuoi compagni sono la tua famiglia. Devi anche essere bravo a capire chi può darti qualcosa e chi no".

Cosa rappresenta il “Ferraris”?
"Ho avuto la fortuna di esordire lì col Bologna. Avevo un po’ il timore di giocare in casa, ma quando entri in campo pensi a dare il meglio. Io, da tifoso, ci tengo più di altri ma come ogni tifoso della squadra in cui gioca".

Cosa hai pensato al gol di Roma?
"A niente. Era uno dei tre momenti migliori della mia vita. Senti che tutto va nel posto giusto. In casa me lo sarei goduto di più. Mi sono sognato due-tre volte la traversa con la Juve. Sto rosicando parecchio, però spero riaccada".

Il sogno di Masini?
"Può essere banale ma è continuare ad essere così perché giocare nel Genoa è un livello che mai avrei pensato di raggiungere".

La fascia da capitano?
"Se sarò bravo da meritarmela, sarà solo un onore".

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