Giacomini: "Per me l'Udinese è stata la vita. Di Natale il calciatore simbolo"

Massimo Giacomini, oggi intervistato dalla Gazzetta dello Sport, parla così della sua esperienza di tecnico all'Udinese: "Ero già un capitano, un allenatore in campo negli ultimi anni da calciatore. Ma ci arrivai casualmente facendo la gavetta con Sergio Manente. Iniziai i corsi su suggerimento del giornalista Giorgio Lago che mi disse che Italo Allodi aveva inaugurato i corsi da allenatore. Partii da osservatore per Franco Dal Cin. Portai il Treviso in C e da lì iniziò tutto".
Gianpaolo Pozzo le diede la squadra nel 1987, ma la esonerò dopo poche giornate.
"Facemmo degli errori. Non mi sono mai arrabbiato per l’esonero, forse pretendevo troppo. Gianpaolo Pozzo è un dirigente di valore. Ha navigato bene per 40 anni in un campo minato. Ha un’incredibile rapidità di pensiero. Aspetta sempre che il mare diventi calmo. È una gran dote. E i conti li sa fare meglio di tutti".
Per lei l’Udinese è tutto. Chi è stato il calciatore simbolo?
"Direi che è la vita. Le dico Totò Di Natale. È stato il top. Nessuno ha fatto quello che ha fatto lui. Arrivò da Empoli come tornante, è diventato una punta vagante ed è esploso. Aveva tutto: rapidità, velocità mentale, gran tiro, fiuto del gol. Tutto gli veniva naturale".
E il più forte che ha allenato?
"Direi Franco Baresi".
