Giampieretti: "La Lazio non ha la rosa per far bene in due competizioni. Ora risalire"

Flavio Giampieretti, ex centrocampista dell'Empoli e ora allenatore è intervenuto nel corso del TMW News e con lui abbiamo parlato inizialmente della Lazio eliminata dalla Champions. "Rispetto all'andata - ha detto - si è vista la differenza di rosa e di giocatori che il Bayern possiede. Nei primi quindici minuti la Lazio ha avuto un paio di occasioni specie quella con Immobile, poi il Bayern è venuto fuori anche con il possesso palla e ogni volta che provavano a venir avanti erano sempre pericolosi".

Errore grave da parte di Immobile, poteva girare la gara intorno a quell'episodio?
"Sì anche se poi la Lazio ha subìto tre gol. Però poteva dare una spinta e far emergere qualche problematica del Bayern".

Capello sostiene che la Lazio doveva cambiare, non si può giocare sempre con lo stesso modulo...
"Poteva starci, o provare a giocare con le due punte ma lo si dice da fuori: Sarri lo conosciamo, è difficile che cambi modulo. Non lo ha mai fatto, neanche all'Empoli o al Napoli. Quando sceglie il modulo va avanti con quello, che sia 4-3-1-2 o 4-3-3".

Adesso testa la campionato per la Lazio: quanto può risalire?
"La Lazio non ha la rosa per fare le due competizioni, o fa bene in campionato o in coppa. Da tifoso, un po' purtroppo me l'aspettavo, perché è così. Risalire in classifica si può, ma entrare in Champions è dura. Anche se comunque Sarri ha dimostrato di saper fare filotti importanti. Tra gli avversari va detto che al Bologna sono stati bravi, la squadra gioca molto bene, complimenti a Motta e alla società che ha portato avanti il progetto"

L'Empoli al di là della sconfitta con il Cagliari ha cambiato mentalità...
"Nicola è stato molto bravo, è entrato bene e vedo una squadra che lotta per 90 minuti. Ha fatto sei risultati utili e non era assolutamente semplice. Il ko con il Cagliari è rimasto indigesto però può capitare dopo una striscia così. Domenica con il Milan sarebbe importante far punti e l'Empoli tra l'altro ha una buona tradizione a Milano, dunque da ex empolese incrocio le dita".