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Juve lupo, Inter leone: per lo scudetto sarà sfida (a due) tra mondi opposti

Juve lupo, Inter leone: per lo scudetto sarà sfida (a due) tra mondi oppostiTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 4 dicembre 2023, 07:00Serie A
di Ivan Cardia

Tre gol come tre rintocchi: al Maradona, col triplice fischio risuona anche la fine all'epopea del Napoli campione d'Italia. Chissà se ne vedremo presto uno altrettanto bello e convincente: quello di quest'anno ha altri pensieri per la testa e li avrà da qui alla fine del campionato. La parola the end la scrive l'Inter, che si presenta alla nuova prima di Mazzarri con una sola ambizione: strappare il tricolore dalle maglie degli azzurri. Ci riesce: anche a poco più di un terzo della stagione, undici punti dalle vetta sono troppi per essere recuperati, per di più con tre squadre davanti. Se gli uomini di Simone Inzaghi ne abbiano cucito anche una fetta sulle proprie divise, questa è un'altra storia.

La Juventus è un lupo: testarda, aggrappata alle sue speranze. La parola scudetto ormai risuona liberamente anche negli spogliatoi della Continassa. Il successo sul Monza, che una Serie A fa prese zero gol dai bianconeri, ha un sapore particolare. In altri tempi, la squadra di Allegri avrebbe perso. La scorsa stagione, a questo punto del campionato, la Vecchia Signora aveva esattamente quasi gli stessi punti di oggi (-5), un gol fatto in meno, due subiti in meno. I dati sono simili, ma raccontano storie diverse: la Juve di quest'anno non ha un gioco che ne legittimi le speranze di vittoria, ma ha la testardaggine di crederci nonostante tutto. È come un lupo, che aspetta il momento giusto per colpire. Una componente che tanta parte ha giocato, anche nei successi bianconeri del passato.

L'Inter è debordante, troppo bella per essere vero. La squadra di Inzaghi abbonda. Di gioco, di solidità, a tratti persino di bellezza. Quando innesta la marcia giusta, e ormai capita sempre più spesso, non la fermi più. Mette in campo il quarto d'ora nerazzurro, senza fare paragoni blasfemi, e tanti saluti a tutta la concorrenza. Ha il miglior attacco e la miglior difesa di campionato, il primo per distacco. Ha soluzioni in panchina e Inzaghi oggi sa sfruttarle come non sempre gli accadeva in passato. Ha il miglior marcatore della Serie A e vince tre a zero anche se Lautaro non segna. Non può schierare in campo due titolari su tre in difesa e sembra che non sia così. È come un leone: ruggisce e vince, ma convince anche.

Sarà uno scontro tra due filosofie. Non tre, perché sulla carta ci sarebbe da aggiungere anche il Milan: sei punti non sono abbastanza da decretarne l'uscita di scena. Però i rossoneri sono fragili e hanno perso entrambi gli scontri diretti: non può essere un caso. No, il Maradona, lo stadio dell'unica squadra che poteva davvero rientrare in corsa, conferma: lo scudetto se lo giocheranno Inter e Juventus. Uno scontro di filosofie, il nuovo Inzaghi che avanza contro il vecchio Allegri che non molla mezzo punto. Non è giochisti contro risultatisti, non solo: ci sono tante sfumature. Max ha mandato più giocatori in gol del Simone, undici a nove. Max punta più sui giovani di Simone, di necessità virtù si ritrova con Miretti quasi titolare fisso. Simone ha preso meno gol di Max, sembra un paradosso ma non lo è. Max ha quattro attaccanti di altissimo livello e non riesce a trovare un bomber, Simone ha liberato Lautaro al massimo e fatto di Thuram un devastante trascinatore. Fin qui, Simone ha peccato una sola volta di minor bellezza, proprio in casa di Max: ancora una volta, non può essere un caso. Sono due bestie diverse, Inter e Juve: la prima è più bella, ma non può sottovalutare la seconda, hanno entrambe un'identità forte. Sarà sfida a due, speriamo che sia bella e divertente. Almeno più dell'unico derby d'Italia a cui abbiamo potuto assistere finora.

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