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Lazio, il ritorno del Comandante: 17 mesi dopo è tutto nelle mani di Sarri

Lazio, il ritorno del Comandante: 17 mesi dopo è tutto nelle mani di Sarri TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 06:30Serie A
di Lorenzo Beccarisi

Molto più di un semplice garante. Il ruolo di Maurizio Sarri alla sua seconda avventura sulla panchina della Lazio è tra i più ardui possibili. Altro che “compito facilitato dal mercato chiuso” come qualche benpensante ha proposto, lavorare con una rosa costruita per un altro allenatore è solo uno dei problemi che deve affrontare il Comandante biancoceleste. Sarri è obbligato a lavorare nel silenzio, come dimostra la scelta (non sua, bensì societaria) di non organizzare alcuna conferenza stampa prepartita. Sarri, un allenatore che viene scelto prima di tutto per le sue idee, deve far emergere il suo calcio adattandosi alle caratteristiche della squadra. E poco importa se un anno fa il direttore sportivo Fabiani disse che “sono stati presi giocatori funzionali al calcio di Baroni, ben diverso rispetto a quello di Sarri”. Quei giocatori dovranno diventare funzionali per Sarri e il lavoro spetterà solo al tecnico.

Lazio, si parte dallo “sfortunato” Como

L’invidia è una brutta bestia e Sarri è improvvisamente diventato l’allenatore più invidiato d’Italia. “Non fare mercato li ha aiutati - ha detto Fabregas in conferenza stampa - firmerei per poter tenere la stessa squadra da un anno all’altro prima o poi nella mia carriera”. Da sottolineare il controsenso dell’ultima frase, visto che lo scorso anno l’allenatore della Lazio era Baroni, come evidenziato anche prima. Altri pensano che “Sarri non sarà contento del blocco del mercato, ma ha avuto tutta la rosa a disposizione dal primo giorno e questo è importante”. Così importante da presentarsi a Como con due difensori centrali tra i convocati tra infortuni, squalifiche e giocatori in uscita. Invidiato dall’esterno e non aiutato dall’interno, tra sviste che bloccano il mercato e silenzi assordanti. Il Sarri 2.0 inizia con una richiesta chiara, compiere una vera e propria impresa dove la sensazione supera di gran lunga la percezione. Chi “sente”, “vede” e “immagina” parla di un Sarri fortunato. Chi percepisce, come lo stesso Sarri, parla di “gettare le basi per il futuro”. Basi che andranno gettate già questa sera al Sinigaglia contro una squadra che ha potuto gettare, purtroppo per loro, oltre 100 milioni di euro di basi sul mercato.

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