Lo Faso ora gioca in Kings League: "Tutti mi chiedono di Fedez, è uno normalissimo"

Simone Lo Faso, attaccante svincolato e impegnato in Kings League con i Boomers, squadra di Fedez, ha parlato dal palco durante l'evento Palermo Football Meeting a la Braciera in Villa, organizzato da Conference403 con patrocinio di ARS e del Comune di Palermo: "Dopo lo scorso anno all'Akragas ho vissuto dei mesi non facili, anche dal punto di vista realizzativo. Eravamo alla fine di un percorso, non c'erano i pagamenti e mancava la squadra, era tutto alla disfatta. Ho preso la palla al balzo, divertirsi è la base per giocare a calcio e non mi succedeva da tempo. Sono entrato in un contesto come quello in cui mi trovo ed è giusto così".
C'è curiosità attorno alla Kings League?
"Molti mi chiedono com'è Fedez, ma per quel poco che lo conosco è una persona normalissima. Mi sembra anche sensibile, mi rispecchio molto in lui. Posso solo apprezzarlo, pensa sempre a concretizzare cose positive. Provo a prendere spunto".
Perché non ha sfondato nel calcio?
"Risposta difficile. Intanto ringrazio Corini che mi ha valorizzato sia al Palermo che al Lecce. Ho giocato in squadre blasonate, sarebbe facile dare la colpa solo agli infortuni, anche se sono entrato nel limbo tra i 18 e i 22 anni. Un momento difficile, ma anche il più esaltante della mia carriera. Non mi piace però vivere di rimorsi, penso più a cosa posso dare adesso che non quanto avrei potuto invece fare".
Cosa consiglierebbe oggi a un giovane?
"Il calcio è un mondo difficile e complesso. Sicuramente dico di non crearsi aspettative troppo grosse, non sempre tutto dipende solo dalla gestione fisica, tecnica o tattica. Serve essere seguiti a 360 gradi, anche sul lato mentale e dell'alimentazione. L'unico auspicio è divertirsi".
Intanto ha portato il modello Kings League tra i giovani palermitani.
"C'erano bambini molto curioso e sono rimasti sorpresi. D'altronde è un gioco divertente, con adrenalina e competitività. Quello che vorrei far capire a ogni bambino è che non serve per forza giocare in Serie A per essere felici. Io sognavo di giocare al Palermo, senza pensare però ai guadagni e a quello che rende il calcio un lavoro. Ribadisco il concetto, molti genitori non capiscono quanto complichi mettere delle pressioni aggiuntive ai bambini. Non bisogna seguire il modello dei padri, ma ciò che vuole un figlio".
