Milan-Como è giusto che non si giochi a Perth. Ma di chi è stata la scelta?
Tanto tuonò che piovve. Perché dopo mesi a parlare della liceità - e dell'accettabilità stessa - di giocare Milan-Como a Perth, ecco che è stato varato il dietrofront, anticipato da TMW nella giornata di ieri. Non è ancora dato sapere quali siano state le decisioni, ma certo è che andare a quasi 20 mila km di distanza, 7 ore di fuso orario per giocare una partita di un derby lombardo probabilmente non è stato il miglior modo per cercare di vendere la nostra presenza all'estero. Soprattutto se poi questa partita non si gioca.
Resta da capire chi ha fatto spostare l'asse cartesiano della decisione. I giocatori no, non ascoltati per tutto questo tempo. Gli allenatori no, visto che entrambi si erano detti molto contrari all'esperimento. Così la sensazione è che qualche eminenza grigia abbia fatto sentire il proprio parere: Gravina era contro per gli arbitri asiatici, Salvini l'aveva bollata come una "fesseria", mentre Simonelli continuava nella sua intenzione di confermare la cosa.
Certo è che sembra, come spesso accade, una questione politica. Il calcio importa ma è più interessante riuscire a guadagnare di più. Tranne quando poi le critiche rischiano di superare i pro di una scelta del genere. Anche perché già nei primi anni 2000 si giocava a Tripoli, oppure a Doha, ma la situazione non è cambiata.











