Signori e l'aneddoto su Neymar: "Quando sbagliò due rigori mi chiamarono per aiutarlo"

La sua dolorosa vicenda personale, ma anche un curioso aneddoto su Neymar. Beppe Signori si è raccontato in una lunga intervista a Dribbling, sulle frequenze di Rai2. L’ex attaccante, tra le altre di Foggia, Lazio e Bologna, ha parlato del calvario del processo per calcioscommesse, chiuso con l’assoluzione e la conseguente riabilitazione a livello federale: “Ho un ricordo amaro, di sofferenza per me, per la mia famiglia e per chiunque mi volesse bene. Sono stati dieci anni difficili, anche se ora li racconto con serenità: mi hanno aiutato il mio carattere e la volontà di andare fino in fondo per essere completamente scagionato, senza rimanere nel grigiore di un dubbio”.
Signori ha già raccontato la sua voglia di allenare: “Forse è troppo tardi, per ora voglio insegnare ai ragazzini. Il problema del calcio italiano parte dalla base, dai vivai che in quale modo sono stati abbandonati. Ai ragazzi non insegnano cose fondamentali, come palleggiare. Ma punterei su Camarda e Pio Esposito: rappresentano il futuro”. Del ct Gattuso ha detto: “È più un selezionatore che un allenatore. Ho visto un’Italia cresciuta soprattutto sotto l’aspetto dell’attaccamento al colore azzurro. E questo mi fa pensare che la Nazionale possa essere ancora competitiva”.
L’aneddoto, si diceva, riguarda Neymar e i calci di rigore, che in carriera Signori trasformava partendo da fermo: “Il mio segreto era guardare il ginocchio del portiere. Dopo che lui ne aveva sbagliati due, il suo entourage mi contattò per insegnargli un altro modo di calciarli. I primi tre li ha battuti come me, segnando, però al primo errore è tornato al vecchio modo”.
