Napoli, notte dolce di Champions: vittoria nel ricordo di Maradona e addio mini-crisi
“Dobbiamo vincere per Maradona”. Antonio Conte lo aveva detto alla vigilia, senza giri di parole. E il suo Napoli lo ha fatto, nel modo più netto e significativo. In una serata segnata dal diluvio e dal ricordo del Pibe de Oro nel quinto anniversario della sua scomparsa, gli azzurri superano 2-0 il Qarabag, rilanciandosi con forza nella corsa qualificazione e restituendo entusiasmo a un ambiente che ne aveva bisogno dopo tutte le polemiche post-Bologna e i primi segnali di una mini-crisi subito smentita, scacciata via da due successid i fila.
Al Maradona è una partita complicata, per un’ora tenuta viva dagli azeri, bravi a non concedere troppo e a sfruttare un campo scivoloso. Poi, lo spartito cambia all’improvviso: basta un click, come dice Conte. Scott McTominay si accende e indirizza la serata. Prima il colpo di testa che spezza l’equilibrio, poi la girata che diventa 2-0 grazie alla deviazione di Jankovic. Il Napoli sale così a 7 punti, rimettendo la classifica a posto dopo due mesi di digiuno europeo.
Ma la vittoria non è solo un fatto numerico. È anche emozione pura: al minuto 10 tutto lo stadio canta e sventola sciarpe, bandane, maglie: tutto per Diego, oon un omaggio che scalda più del cielo che continua a piangere sopra la città. E la squadra risponde con una prova coraggiosa, forse la più coraggiosa dell’era Conte. L’emergenza non ferma il tecnico, che nel finale getta nella mischia un altro attaccante e sfodera persino un 4-2-3-1 ultra offensivo: un Conte inedito, meno legato all’equilibrio, ma sempre subordinato alla necessità di della vittoria, la sua ossessione.
“Il Napoli non era morto, è questione di continuare a lavorare”, ha detto il tecnico, sottolineando la difficoltà del momento e il valore del trionfo. Contro un Qarabag capace di fermare Chelsea e Benfica, gli azzurri hanno dimostrato di esserci. E, almeno per una notte, sul Napoli ha smesso di piovere.













