Juve: comanda Yildiz. Milan: la volpe Allegri sa come si fa. Inter: la legge del ghepardo e quella cattiveria in più. Napoli: McTominay è (sempre) la soluzione. E la lungimiranza di Como e Bologna
Siccome dopo quasi 20 anni di editoriali non so più cosa inventarmi, procedo con la cazzata della squadra di calcio o del Tizio X da associare all’animale. E voi direte: “Perché?”. E io vi rispondo: “E perché no?”.
L’Inter è come il ghepardo. Il ghepardo per magnare deve correre come una bestia (pensa te). In genere è molto più veloce delle sue prede e le acchiappa. Ma se per qualsiasi motivo la preda gli sfugge al primo scatto, e magari pure al secondo, e magari pure al terzo, allora lo scatto si trasforma in una corsetta e a quel punto è possibile che la preda si faccia beffe del predatore. Tradotto: l’Inter deve studiare un piano-B legato a una tendenza ormai certificata, quella della squadra che è quasi sempre “più veloce” (leggi: forte) del suo avversario, ma che se non riesce ad azzannarlo finisce per restare a digiuno. Dal 22 aprile 2024, giorno dello scudetto numero 20, i nerazzurri non hanno più vinto scontri diretti contro Milan, Napoli, Juve. Trattasi di 12 partite. Li ha giocati tutti più o meno alla stessa maniera: giocando meglio, ma crollando di fronte al primo ostacolo. Si deve fare più furba, l’Inter, anche a costo di diventare un filo più cattiva (prerogativa delle grandi squadre, tra l’altro). E soprattutto deve farlo in fretta perché 4 sconfitte in 12 partite di campionato non sono uno scherzo.
Il Como viene dipinto come la cicala gaudente e spendacciona e, invece, è come la formica che pensa al futuro. L’altro giorno nel Como hanno segnato i signori Addai (doppietta con doppio assist di Jesus Rodriguez), Jacobo Ramon (assist Perrone), Paz (altro assist Perrone), Baturina. I qui presenti ragazzotti dichiarano all’anagrafe dai 20 anni appena compiuti di Jesus, ai 22 di Baturina. Questo per dire cosa? Che di sicuro sul Lario hanno il grano ma – cosa decisamente più importante - sanno spenderlo per bene. Puntare sui 20enni significa pensare al futuro, laddove “futuro” potrebbe significare qualificazione a una qualche coppa europea. L’Uefa nel caso imporrà i paletti? No problem, la squadra è già pronta. Si chiama programmazione e capacità di fare calcio e, abbiate fede, quanto a importanza va ben oltre le disponibilità economiche.
Il Bologna è come il Pesce Rosso. Il Pesce Rosso gira in tondo nella bacinella e se comprendesse la sua condizione di pescetto che gira in tondo impazzirebbe in un amen. E invece no, va avanti bello paciarotto e gira, gira, gira perché azzera la sua memoria a ogni girotondo. Al Bologna dicono sempre “quest’anno non potrà mai andare bene come quello passato”, ma Sartori e i suoi fratelli non si lasciano impaurire e ogni anno trovano soluzioni ancora più brillanti di quello precedente. Non si cullano sul passato, archiviano il ricordo e vanno avanti. Il mangime - di ottima qualità - lo mette mister Italiano che ha un grande pregio: saper dare a ogni singolo giocatore un valore. Dovrebbe essere l’Abc di qualunque tecnico di alto livello ma in realtà è operazione che riesce a pochissimi (lui di sicuro). L’obiettivo scudetto appare esagerato, la qualificazione alla prossima Champions una solida e straordinaria possibilità.
Il Cholo Simeone è come il pappagallo. Ogni volta che viene interrogato in prossimità di una sfida con l’Inter ripete sempre la stessa cantilena: “Allenerò i nerazzurri”. E però si dimentica che guadagna circa 34 milioni lordi a stagione, ovvero un’enormità. E, quindi, più che un papagallo è un bel paracul, celebre e rarissimo mammifero argentino.
Allegri è una vecchia volpe. Nel senso buono. Più la partita è dura più, in genere, riesce a portarla dalla sua parte. E questo perché capisce i punti deboli dei suoi avversari, li studia e ti punisce. Max Allegri è assai bravo, qualcuno dice che è anche fortunato e può darsi che sia così. Ma la fortuna non sceglie mai a caso, va da chi la sa sfruttare. Il Milan nel derby ha sfruttato la sua occasione esattamente nella maniera che si erano immaginati tutti quanti: buona organizzazione difensiva, grande resistenza e ripartenze (ne è bastata una). Il diavolo ha tutto per combattere fino in fondo in zona scudetto, molti dicono “no, manca un super bomber”, il sottoscritto pensa che invece sia necessario solo un difensore in più.
Yildiz è una zebra. Di quelle rare e bellissime che riempivano lo spogliatoio della Juve ai tempi d’oro e ora scarseggiano un po’. Entra lui e risolve i problemi della Signora a Bodo dopo un primo tempo decisamente sottotono. Il turco arrivava da un periodo non semplice, è venuto fuori in una sera decisamente importante. Giocate superiori, giocatore superiore.
McTominay è una iena. Altro giocatore esagerato e illuminato. E non c’è nemmeno bisogno di spiegare perché. A Manchester (sponda United) si sono lasciati scappare un diamante.













