Tardelli sul suo passato alla Juve: "Tutti dicevano no e poi firmavano. Vi racconto Boniperti"

A La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista Marco Tardelli ha ripercorso la propria carriera alla Juventus: "Boniperti mi accolse in ufficio, mi chiese se fossi contento, se stessi bene, qui e là, poi: “Bene, dopo che esci, tagliati i capelli, togli collanina e braccialetto, e poi torna”. La Juve era una scuola, io ero stato educato bene da mio padre, ma la Juve era attentissima".
Ricorda le mitiche trattative per il contratto?
"Eccome. Dicevi no, poi no, ma alla fine firmavi. Con i premi si guadagnava bene. Le telefonate dell’Avvocato all’alba? Tante. Ci era sempre vicino. C’è stato un periodo in cui mi stiravo spesso: dormivo poco, mia figlia era appena nata. Mi manda il suo massaggiatore. Domenica dopo 20’ mi stiro di nuovo. Mi chiama. “Mi taglierei la gamba”, rispondo. E lui: “Lo dice a me?”. Zoppicava un po’, che gaffe… A Franco Costa che gli chiedeva se fosse preoccupato per la Juve, rispose: “No, per la gamba di Tardelli”".
Sull'arrivo Platini...
"Eravamo tutti amici di Liam Brady e qualcuno storse il naso perché per lui doveva andar via. Non aveva la puzza al naso, l’abbiamo accolto bene, ci ha aiutato a diventare più grandi, è un amico vero come Boniek".
Un compagno che poteva dare di più?
"Fanna. Qualità grandissime, velocità, dribbling, tiro, ma timido. Marocchino era più cialtroncello, più interessato al fuori campo, il calcio come hobby. Invece è una professione. Un amico vero? Gentile, siamo stati testimoni di nozze, ancora amici. Più simili di quanto si pensi. Trapattoni? Molto solare, ha portato tante novità. Bella persona. Ma ero amico anche di Parola".
